Esattamente 10 anni fa, dopo un periodo assai intenso di pratiche, SVR. un mio allievo, visse delle esperienze che lui stesso definì "Risveglio di Kundalini".
Il brano che segue è la trascrizione di un dialogo, anzi di una parte di un dialogo, che avemmo dopo il suo "risveglio".
Fa parte de "Il Teatro della Memoria",il mio ultimo libro, e penso che il leggerlo possa essere utile, oltre che a me ed SVR, a chi si occupa di Yoga e di Alchimia interiore, sia nel ruolo di aspirante/allievo che nel ruolo di istruttore.
In molti luoghi si parla di Kundalini, di apertura dei Chakra, di "illuminazione", ma non so se si affrontano temi come quelli che , all'epoca, affrontavamo nel nostro gruppo di "ricercatori della Verità", come amavamo, presuntuosamente, definirci.
La fase di evacuazione che precede certe esperienze, con sgradevolissimi effetti psichici e fisici, e il fenomeno, apparentemente inspiegabile, della proiezione, a causa del quale l'istruttore o il maestro appaiono improvvisamente, all'allievo, come persone pessime, arroganti manipolatori, truffatori o peggio, non mi pare siano argomenti molto discussi.
In quel gruppo ne parlavamo, e spesso.
Un sorriso,
P.
Roma, ottobre 2007
Fai attenzione, Svr.....
Fai attenzione a questi momenti.
Fai attenzione a questi stati.
Ti consiglio di scrivere.
Scrivi tutto ciò che ricordi.
Anche ciò che ti sembra irrilevante.
Devi lasciare una testimonianza,
e non solo per coloro
che verranno dopo di te e percorreranno il medesimo sentiero, ma anche e soprattutto per te.
Vedi Svr, ci sono dei fenomeni, nella
filosofia realizzativa di cui non si parla mai.
Uno è l'evacuazione di cui si diceva con Ciclope e Sisifo,
un altro è l'oblio.
Questo stato quasi
di ebbrezza o di leggera
auto-luminosità, questa sensazione, a
tratti, di onnipotenza, se
non integrata e stabilizzata svanirà
come nebbia al
sole.
Resterà un vago ricordo ...o forse il nome dell'esperienza ma non vi sarà
niente dietro al
nome.
Allo stesso modo la gratitudine e direi l'amore
che adesso nutri o dai l'idea
di nutrire per me si trasformeranno
in qualcosa d'altro, indifferenza a
volte.
Raramente, ma
accade, fai attenzione, in avversione o addirittura odio.
So che ti sembra impossibile...ma è così che avviene.
Questi stati sono legati ad una risoluzione di determinati contenuti psichici.
L'ego, che si nutre di questi contenuti
avverte il pericolo... sente il pericolo di scomparire e,
nella smania di sopravvivenza, si
aggrappa ai residui di
contenuti psichici.
La realtà è diversa da come ce la fa apparire l'ego, ma una visione, seppur minima del reale o anche solo di
una possibile altra realtà...più sottile, mette a repentaglio la
sopravvivenza dell'ego.
L’ego farà di
tutto per ristabilire
l'ordine.
Userà l'arma del dubbio.
Queste esperienze che hai vissuto... a casa mia l'altra sera come altrove... sono sicuramente reali sono
intense, sono emotivamente coinvolgenti....
Improvvisamente, se non
stabilizzate, si trasformeranno
in altro.
Arriverai a dubitare
che siano accadute o non comprenderai più l'importanza.
Non riuscirai più a mettere in relazione il "nome" dell'esperienza con il tuo stato di adesso.
Si tratta di un'alterazione ovvio,
ma di un'alterazione che potrebbe guidarti in luoghi
in cui Ryu no Kokyu e Sadananda potrebbero guidarti.
Svanirà la sensazione dell'esperienza…è la
fase dell'oblio.
Ma nell'inconscio rimarrà un qualcosa, un
seme, un segnale di pericolo...
L'ego veglierà con più attenzione e cercherà di mostrarti coloro
che adesso dici di stimare e per i
quali affermi di provare gratitudine ti parranno, magari
, persone mediocri... o manipolatori...o anche peggio.
L'ego vuole ancorarsi alla realtà empirica perché
al di là di essa
scompare.
Coloro che ti mostrano la possibilità di una diversa percezione della
realtà ti appariranno…potranno apparirti… come dei nemici.
E in un certo senso sarà vero.
Ma cerca di scrivere, cerca di
ricordare ciò che senti in questo
momento...devi ricordare non tanto la "coda del pavone" ovvero
i suoni che sembrano nascere dal niente, i colori, la
sensazione di leggerezza estrema…ma quella sensazione di...vita, sì, di vita, che sembra
emergere dall'interno e che
traspare dallo sguardo, intenso e bellissimo con il quale sembri,
oggi, vedere il
mondo per la prima volta...
Sono due piani diversi, il piano di
sogno ed il
piano di veglia.... Sono due enti diversi...
Chi ha integrato il piano
di sogno e cerca di portare il sonno
profondo nella veglia
o lo ha già integrato...ilpiano
di sonno, perde la memoria recente...la memoria del jīva individuato...
Chi vive certe esperienze ma non le stabilizza dimentica l'intensità
ed il valore dell'esperienza
che rimangono, certo, nell'inconscio…niente
sarà come prima, ma
scoloreranno...sembreranno l'eco di un sogno sognato
nel sogno...
Questo porta ad un'altra considerazione...
Tentare di condurre
un aspirante verso
il sentiero...il lignaggio cui appartiene, per un istruttore
è spesso causa di sofferenza indicibile.
Gioia immensa nel momento del riconoscimento,
dolore nel momento
dell'oblio....
Pensa a chi ha amato
dell'amore che nulla
pretende ed improvvisamente vede distrazione o avversione nello sguardo dell'amata...
Nel mondo empirico è normale... uno se ne fa una ragione, e con il tempo, che qua si dice
galantuomo, dimentica.
Ma quando il tempo non esiste o quando i lacciuoli del tempo sono allentati l'amore non cessa.
Lo si rivive ad ogni istante.
Ed ogni istante si ringrazia la Vita per aver permesso una simile esperienza e ci si stupisce dell'oblio
altrui....
Chi ha vissuto e stabilizzato certe esperienze nella vita empirica
non è un qualcosa di più,
è un qualcosa di meno.
È un bambino facile alle lacrime,
non attrezzato per affrontare la dinamica
dell'oblio.
Neti neti…nedam nedam...non questo non questo....
A son di togliere rimane una ferita insanabile.
Ma anche questo ha un senso.
Si imparano le maschere e si trova la forza per osare il balzo supremo,
a volo di rondine, nell'abisso della non dualità.
Cerca di ricordarti questi
istanti, Svr...
Tienili cari per l'oblio che, prima di quanto credi,
arriverà ridando forma al feticcio dell'io empirico.
Si naviga a vista... si torna sempre al punto di partenza ma ogni volta si è meno pesanti.
Alla fine sarà l'io empirico ad essere
un lontano ricordo... forse....
Commenti
Posta un commento