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ESTASI E CONOSCENZA - L'UNIVERSO MUSICALE



L’UNIVERSO MUSICALE
Il suono interiore e la teoria delle dimensioni spirituali
(tratto da "ESTASI E CONOSCENZA", di Paolo Proietti e Laura Nalin. Edizioni Aldenia, Firenze 2018)

"Gorakanath ha ottenuto la vittoria sul sonno. Chiunque conquista il sonno conquista Mahakala.”
 (Hairakhan Baba – GORAKSHVANI, I SEGRETI DI GURU GORAKHNATH – J.Amba Edizioni)


La Teoria della Dottrina delle Vibrazioni non è facilissima da comprendere, ma può essere utile dare qualche indicazione di massima. Diciamo che la manifestazione, per il Sanātana Dharma, nasce da un suono originario da cui, a cascata, discenderebbero le note (svara) e le lettere dell'alfabeto sanscrito.
Le singole note e/o sillabe unendosi in frasi costituirebbero i vari mondi e i vari esseri viventi, sia quelli percettibili che quelli non percettibili a livello ordinario, dando vita a un universo pluridimensionale, o “Multiverso”.
La prima dimensione, chiamata Pinda è quella fisica, grossolana, che percepiamo allo stato di veglia. Pinda corrisponde, grosso modo, ai cinque corpi, alle 72.000 nāḍī e ai sei chakra principali (perineo, genitali, ombelico, cuore, gola, punto tra le sopracciglia).
Dopo Pinda troviamo una serie di dimensioni progressivamente più sottili sperimentabili dallo yogin solo dopo la "apertura del cakra dei mille petali" (localizzato nella zona della fontanella posteriore, il “sincipite”), porta d'accesso alla seconda dimensione, o prima dimensione spirituale.
Le dimensioni sono viste come luoghi diversi (loka, che vuol dire "stanza", "paese" o khaṇḍ che sta per porzione, frazione, continente) in ognuno dei quali regna una diversa forma della divinità, o puruṣa, caratterizzata da uno specifico suono, o frequenza vibratoria. Per giungere prima a disciogliersi e poi a identificarsi con il divino, l'anima deve passare da una dimensione all'altra, sperimentandone i diversi suoni e le “luci/colori” legate ad essi.
Si tratta di un viaggio a ritroso verso la vibrazione originaria, che lo yogin, compie attraverso una serie di modificazioni della mente (Mente/Parola/Corpo per essere precisi) chiamate, come si è visto, samādhi.
Si sale di piano in piano, di gradino in gradino, seguendo una particolare "corrente vibrazionale" che, a seconda delle proprie tendenze e delle tecniche che utilizza, verrà percepita come una serie di diversi Flussi o Onde…
Ci sono, secondo la tradizione indiana, tre flussi principali sono rappresentati da tre suoni, i bija mantra (o sillabe seme, nel senso che sono i semi dei mantra, delle parole e di determinate esperienze fisiche) aiṃ, śrīṃ e hrīṃ:

1) corrente sonora (la Grande Madre "Silenzio" corrispondente a Sarasvatī, dea del Desiderio, della Parola e della Musica, bija mantraaiṃ).

2) Corrente luminosa (la Grande Madre "Luce", Lakṣmī dea della Conoscenza, della Gioia e della Prosperità, bija mantra śrīṃ).


3) Corrente del vuoto (la Grande "Madre Vuoto", Durgā/Umā, la "difficile da Conoscere dea dell’Azione, bija mantra hrīṃ)
Il viaggio a ritroso parte dalla dimensione terrena detta Pinda e arriva sino al regno senza nome, Anami, passando per sette tappe intermedie, ognuna delle quali è caratterizzata da suoni e luci/colori particolari.
Il praticante si accorge del momento di passaggio dal mutare del suono interiore, un suono non collegato al respiro né al battito cardiaco, che sembra provenire dall'interno e che si percepisce, allo stato ordinario, semplicemente tappando le orecchie nel momento in cui si sospende il respiro.
Cominciamo dai suoni che “risolvono” le guaine del corpo fisico o che della loro risoluzione sono i segnali:
La prima è la guaina del corpo di carne ed ossa. 
Il raggiungimento della piena consapevolezza di questa "guaina" dovrebbe corrispondere ad un suono simile al rombo del tuono.
Il secondo suono (guaina delle energie) dovrebbe ricordare il rumore delle onde del mare
Il terzo suono (guaina mentale) è (dovrebbe essere) simile al tintinnio delle campane.
Il quarto suono (guaina dell'intuito sovra conscio) è simile allo scorrere dell'acqua di un ruscello.
Il quinto suono, simile al suono del flauto, avverte il praticante dell'entrata nella prima dimensione spirituale, legata alla cosiddetta "guaina della beatitudine" e a quella che alcuni definiscono "apertura del chakra dei mille petali". Si tratta di quella che per l’esoterismo occidentale è la dimensione dei viaggi astrali,
Il sesto suono (la seconda dimensione spirituale, detta Trikuti (i tre monti d’oro dell’induismo: Meru, Sumeru e Kailash, che corrispondono grosso modo al tunnel di luce descritto da coloro che hanno fatto esperienze di “pre-morte”) o Brahmanda (sfera di Brahma), dovrebbe ricordare un vento potente.
Il settimo suono (che ci avverte dell'entrata nella terza dimensione spirituale, detta Daswan Swar, che corrisponde al lago di Amrita, il “paradiso di Śiva”) è simile al ronzio delle api, o al frinire di grilli e cicale.
A questo punto l'anima, nel suo viaggio a ritroso verso la "Sorgente Divina”, si ritrova al cospetto di Mahakaal, il Guardiano della Porta”. Il Regno di Mahakaal è il Deserto Silenzioso, o il Paese del “Vuoto Nero". Si dice non vi sia nessun suono, nel Regno di Mahakaal, né alcun stimolo visivo. Bisogna solo aspettare, tentando di sopravvivere all'angoscia ed al terrore.
I pochi che riescono a superare il Regno del Silenzio, sentono un suono paradisiaco (è il caso di dirlo...) di mille e mille strumenti a corda: è questo il segnale dell'accesso a Bhanwar Gupha, la "caverna roteante", una specie di “Buco Nero” al cui interno lo yogin avrebbe la visione di cinque “uova cosmiche”, corrispondenti a cinque “universi musicali” enormemente più estesi del nostro.
A grandi linee, per lo Yoga, il nostro è quindi un Multiverso Musicale, formato da diversi piani, o sfere come direbbe Pitagora, corrispondenti a diversi livelli vibrazionali. C'è un centro, una sorgente da cui le vibrazioni hanno origine. Più ci si allontana dal centro e meno alta è la frequenza delle vibrazioni.
Lo yogin attraverso la pratica del Samādhi può compiere un viaggio a ritroso verso la Sorgente, passando di piano in piano.
Ad ogni "passaggio di stato", il praticante percepisce (percepirebbe…) suoni interiori (ed effetti luminosi) particolari che lo informano del livello coscienziale raggiunto. 
Superata la “Caverna Roteante” si entra nel Sach Khand, il “Reame della Verità”, il luogo in cui, avverrebbe l’autentica unione dell’anima individuale con la divinità. Sarebbe questo il luogo della realizzazione finale o, come dicono alcuni, della definitiva rottura della catena delle Rinascite.
Ci sono altre tre dimensioni, chiamate Alakh o regno del Primo Suono (Adi Shabda), Agam, il regno del "Suono senza Suono" e Anami, letteralmente “il Senza Nome”, il "Regno della Meraviglia” cui corrisponderebbero il Suono originario e il "vero nome di Dio", che, secondo il Surat Shabda Yoga sarebbe “Swami Radha”.

Tab. 1 – Le prime sette dimensioni e i Suoni Interiori secondo il Surat Shabda Yoga
DIMENSIONE
REGNO
SUONO INTERIORE
Piano fisico
Pinda
Tuono, onde del mare, campanelli, acqua che scorre.
Primo livello spirituale, cakra dei “Mille Petali”
Brahmanda
Flauto, campane e conchiglie.
Secondo livello spirituale
Trikuti
(le tre montagne d’oro)
Vento, tuoni e tamburi
Terzo livello spirituale
Daswan Swar
(Il lago di nettare)
Ronzio di api e frinire di grilli e cicale, Sarangi (violino) e Sitar (Liuto).

Deserto Silenzioso
Maha Sunna, Regno di Mahakaal
Nessun suono
Quarto livello spirituale
Bhanwar Gupha, (Caverna Roteante)
Melodie di strumenti a corde, melodie di Bansuri (Flauti).
Quinto livello spirituale
Sach Khand
Musica della Vīṇā (liuto) e della Titti (cornamusa).



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