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LA TIGRE E IL SORRISO DI BUDDHA

"Tyger! Tyger! Burning bright in the forests of the night: what immortal hand or eye could frame thy fearful symmetry?"                                               William Blake Ci sono sguardi, tramonti, parole, che ti rimangono dentro. Te li porti dietro per anni, senza motivo. L'abitudine li veste  di grigio, li rende invisibili, a volte. Ma loro sono sempre lì, e d'un tratto, mentre ti fai la barba o fumi alla finestra, ti scoppiano nel cervello, come i fuochi di ferragosto. Ho conosciuto la " Tigre di Blake ", per caso, nel '74. Me la presentò "Fiore", un vecchio comunista. Era simpatico Fiore, aveva un libreria in una traversa di via Grande, a Livorno. Quando chiuse,  prese un carretto, un barroccino, e continuò a vendere libri girando per le strade. Diceva che la poesia è un'arma potente, più del Kalashnikov. Per fargli piacere copiai i versi sulla copertina di un quaderno a quadretti che  usavo