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VANDE MATARAM - STORIA SEGRETA DELLO YOGA

Quello che segue è un estratto del primo capitolo di "STORIA SEGRETA DELLO YOGA - I Miti dello Yoga Moderno tra Scienza, Devozione e Ideologia", il libro che ho scritto questa estate in collaborazione con Andrea Pagano, Laura Nalin, Nunzio Lopizzo, Andrea Ferazzoli e Alex Coin. "Storia Sereta dello Yoga" è il frutto di una ricerca cominciata, a dir la verità, nel 2007 con Andrea Pagano e i "fratelli del Gruppo Yoga Vedanta". Il nostro intento era quello di far luce ad alcune incongruenza che avevamo notato nei nostri studi: strane lacune, date che non tornavano, maestri misteriosamente scomparsi dalle librerie e dalla memoria degli yogin. Ricordo ad esempio i nostri - miei e di Andrea - tentativi di recuperare i libri Goraksha, il maestro dei maestri quasi sconosciuto in Occidente, oppure la strana vicenda di Dattatreya, ufficialmente yogin mitico vissuto, forse, 12.000 anni fa e a quanto scoprimmo, maestro medioevale autore degli Yoga Shastra

L’ASHTANGA YOGA È YOGA (PUBBLICHE SCUSE).

1 Miniatura che illustra un brano del Malla Purana, testo brahminico conservato  nel Bhandarkar Oriental Institute (Oriental Research) di Pune (Maharashtra State) Qualche anno fa scrissi un articolo intitolato “ Ashtanga Yoga non è Yoga” . In pochi giorni ci furono, tra Blog e Facebook,più di 27.000 commenti, molti dei quali assai risentiti e polemici. Mi scrissero anche dall’India e dagli USA. La mia tesi era suffragata da una serie di osservazioni e da testi e da una serie di foto di inizio ‘900. In pratica affermavo:      1) Che il fine dello Yoga è la “Liberazione dalla catena delle rinascite” o Realizzazione, e che Pattabhi Jois, creatore dello Ashtanga Yoga, il suo maestro Krishnamacharya, Iyengar (cognato di Krishnamacharya) e Desikachar (figlio di Krishnamacharya) non avevano mai affermato di essere illuminati né avevano mai dichiarato che il loro yoga fosse finalizzato all’illuminazione;   2) Che lo Yoga di Krishnamacharya era ispirato dichiaratam

ŚIVA, AMON E IL RE DEI CERVI

Il calderone di Gundestrup è un manufatto celtico datato alla fine del II secolo a.C, ritrovato in Danimarca ma originario, probabilmente, del basso Danubio (odierna Bulgaria) La tecnica di lavorazione è riconosciuta come tracia, ma i motivi sono soprattutto celtici. Forse è finito a nord portato da chi fuggiva dalle invasioni romane. Nella foto è rappresentato il dio Cernunnos. Il suo nome deriva dalla radice proto-indoeuropea krno da cui derivano il latino cornu, l'antico irlandese cern, arrivando fino all'italiano corno/corna. Cerno-on-os sarebbe quindi una divinità maschile cornuta. Viene a volte definito “Signore degli animali e delle forze della Natura”. Questo invece è uno dei cosiddetti sigilli della Valle dell'Indo: Questi sigilli sono stati rinvenuti nei siti di Harappa e Mohenjo Daro (Pakistan) e sono datati dal 2300 al 1750 a.C. In questo qui è rappresentato secondo alcuni studiosi, Śiva Paśupati. Śiva lo conosciamo tutti, ma in questo ca

LO YOGA E LA TENDENZA ALL'INFELICITÀ

मैत्री   करुणा   मुदितोपेक्षाणांसुखदुःख   पुण्यापुण्यविषयाणां   भावनातः   चित्तप्रसादनम्   ॥३३॥ maitrī karuṇā mudito-pekṣāṇāṁ-sukha-duḥkha puṇya-apuṇya viṣayāṇāṁ bhāvanātaḥ citta-prasādanam  ॥ 33 ॥ [1]   33.  La purificazione della mente si realizza coltivando la cordialità, la compassione, la gioia e l’indifferenza nei confronti delle esperienze che provocano piacere o dolore, successo o fallimento. Yoga Sūtra I,33   Secondo Patañjali – e Buddha - per purificare la mente e avviarsi nel sentiero dell’illuminazione, è sufficiente coltivare la "Convivialità", la "Compassione", la "Gioia" e la tendenza a rimanere se stessi nel successo e nel fallimento. Non mi pare che siano istruzioni troppo complesse, anzi si tratta di un insegnamento chiaro, semplice e, soprattutto, alla portata di tutti. Ma allora perché non siamo tutti illuminati? Perché è così arduo imboccare, con sincerità e spontaneità, la via della Gioia e dell'Amore che n