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LASCIARE LA PRESA - ARTE DELLA RIGENERAZIONE

Illustrazione di Laura Nalin "Lasciare la presa, cioè l'impugnatura della spada, ha vari significati. Può voler dire vincere senza la spada. Può voler dire essere incapaci di vincere senza la tachi, è difficile descrivere questa tecnica."  Il dodicesimo giorno del quinto mese del secondo anno dell'era Shoho Shinmen Musashi  La  giusta azione  è "lasciare la presa" . Difficile da comprendere. Una storia che mi affascina e che forse può aiutare a capire cosa significhi "lasciare la presa"  è quella del "Nano cosmico" (  l'ho letta per la prima volta in un libro di Zimmer, " Miti e Simboli dell'India ") il nano cosmico, nato  dalla madre degli Dei, Aditi,  è  Vamana , quinto avatar di  Vishnu.   Nei Purana si  racconta che, un giorno, il "Narayana" viene svegliato dal suo sonno sul mare nero dell'inizio. Un  Asura,  un malvagio Re del Mondo, dopo aver  spodestato  gli dei  si sta appropriando dell&

I TRE TESORI E IL BAMBINO DIVINO

Tratto da: "Hathayoga - la lingua perduta dei Veggenti", Aldenia Edizioni; parte prima capitolo III Fig. 3 Golfo di Baratti-lezioni di Yoga sulla spiaggia Su internet gira un video degli anni ’30 in cui si vede Krishnamacharya (il padre dello yoga moderno, maestro di Iyengar, Desikachar e Phattabi Jois) eseguire alcune sequenze tradizionali di Haṭhayoga. L’eleganza, la morbidezza e la fluidità dei suoi movimenti, sono così lontane dalla rigidità di alcuni yogin contemporanei da far pensare a due discipline diverse. Il fine dello Yoga è quello di restituire all’essere umano la dignità del suo Stato Naturale[3], una condizione nella quale il corpo libero da blocchi e contrazioni si muove come si muoveva Krishnamacharya, con l’eleganza del felino, la fluidità del serpente, la leggerezza di un gabbiano che si fa cullare dal vento. Una condizione impossibile da raggiungere se non si fanno i conti con le proprie emozioni e con i propri meccanismi mentali. 

LA LINGUA PERDUTA DEI VEGGENTI

HATHAYOGA - LA LINGUA PERDUTA DEI VEGGENTI- Aldenia Edizioni. Prefazione di Malcolm Bilotta, foto di Francesca Proietti, copertina di Roberto Rizzotto (Photo Riz) Tra pochi giorni uscirà nelle librerie il mio secondo libro : " HATHAYOGA-La lingua perduta dei veggenti ", edito da Aldenia. Devo ammettere che sono un po' emozionato. Il libro che ho pubblicato lo scorso anno, " La via del sesso ", che prendeva le mosse dalla mia esperienza personale, era fondamentalmente un libro tecnico, che partiva dall'analisi dei testi e dei simboli tradizionali. In questo racconto innanzitutto la storia del mio rapporto d'amore con lo yoga e di come, negli ultimi dieci anni, le mie idee, la mia maniera di affrontare la realtà, la mia Vita, siano mutate profondamente. Una rivoluzione a dir la verità. Il libro è diviso in quattro parti:  nella prima parlo delle mie origini, di Yoga.it (il luogo virtuale che ha inciso non poco sulla mia pratica e sulla mia

LA MEDITAZIONE E LA FONTE DELLA VITA

Illustrazione di Laura Nalin A che serve la meditazione? Si è vero, scimmiottando i monaci zen si dice spesso che non serve a niente, anzi che non deve servire a niente, ma una finalità la dovrà pure avere, altrimenti tutti coloro che si iscrivono ad un corso di meditazione, o acquistano un manuale di meditazione dovrebbero essere dei deficienti. Se spilucchiamo un po' trai testi di yoga, Yoga Sutra ad esempio, si scopre che prima di meditare bisogna purificare una roba detta चित्त citta , oppure che meditare è lo stato in cui चित्त citta è purificata. Mappatura delle aeree celebrali durante la meditazione Volendo sapere a che serve la meditazione , il primo passo sarà, ovviamente, scoprire cosa significa citta. Usualmente viene tradotto con  "mente",  ma visto che io preferisco  trovare i significati da solo ( non perché non mi fidi, per carità, ma perché cercare di capire una cosa da soli può essere un buon metodo per allontanarsi dal pericolo dei

UOMINI E DEI - IL GRANDE INGANNO

Illustrazione di Laura Nalin Si dice spesso che l'Uomo è un Angelo caduto, o un Dio annichilito. Su questo tema affascinante si elaborano dottrine, si scrivono migliaia di libri, si fanno convegni e dibattiti. E se fosse il contrario? Se gli dei di cui ci raccontano i Veda e, in genere, tutti i libri cosiddetti sacri dell'umanità, fossero degli esseri in carne ed ossa? Un anno fa, più o meno, ho scoperto, per caso, che la maggior parte delle posizioni dello yoga, gli asana, sono in realtà costellazioni e asterismi. L'asana di Shiva Nataraja, ad esempio, indicherebbe la costellazione di Orione, o qualcuno, qualcosa, che secondo gli indiani era "disceso" da Orione. Procedendo ho fatto altre singolari scoperte. e mi sono convinto che la conoscenza dell'anatomia, della neurofisiologia, dell'astronomia dei creatori dello yoga fosse assai superiore alla nostra e quei creatori/inventori, non fossero esseri divini come li intendiamo noi, ma pe

VAYU, I CINQUE SOFFI VITALI

"....segue il prana che diviene: pràna, apàna, vyàna, udàna, samàna secondo le molteplici funzioni loro inerenti o secondo le modificazioni che subisce, come avviene per l'oro o per l'acqua." Samkara , vivekacudamani 95. Per pranayama (pranasamyama) di solito si intende una serie di esercizi di respirazione, ma non è proprio vero. Il Pranayama è una pratica alchemica. Ci sono 5 tipi di "venti" o "soffi vitali" dette pràna o vayu (dieci in verità, cinque minori e cinque maggiori, e ma qui tratteremo solo dei secondi) ognuno con proprie funzioni, ritmo e direzione. Vayu, il Dio vedico dei Venti Il "Vento" chiamato Pràna "domina" la zona che va dal naso al cuore ed è in rapporto con la parola ,il cuore ed i polmoni. E' caratterizzato da un ritmo alternato, una specie di doppia spirale su un piano orizzontale facilmente sintonizzabile con il ritmo respiratorio. Una delle sue funzioni è appunt

IL VENTO DEL DESIDERIO

Secondo lo Yoga i "GRANTHI", o "NODI DELLA CONOSCENZA", sono i punti di incontro dei principali canali energetici (NADI). Lo scioglimento o risoluzione di ognuno di questi nodi conduce ad una diversa consapevolezza del corpo e della realtà esterna. Per consapevolezza si intende l'identificazione dello yogin in una delle "GUAINE" (Kosha) che compongono il corpo umano. La risoluzione del primo nodo, Brahma Granthi (identificato con il glande/clitoride e riferito alla zona che va dal perineo all'ombelico) fa accedere alla consapevolezza della guaina delle energie o PRANOMAYAKOSHA La risoluzione del secondo nodo, o Visnù Granthi (identificato con il centro del petto e riferito alla zona che interessa Cuore, Polmoni, Timo) fa accedere alla consapevolezza della guaina della mente o MANOMAYAKOSHA. La risoluzione del terzo nodo Rudra Granthi (identificato con il punto tra le sopracciglia e riferito alla zona del tronco encefalico) fa accedere alla