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ĀCĀRA - I LIVELLI COSCIENZIALI DELLO YOGA

Guru Dev - Shankaracharya Swami Brahmananda Saraswati   Andando in giro sui siti che parlano di Yoga, ho avuto l'impressione che, rispetto a dieci, quindici anni fa, si faccia un uso assai ridotto dei termini "tecnici". Spesso si usano delle parole inglesi o si inglesizzano le parole sanscrite, si parla ormai anche in Italia di ASANAS e śiva  ormai anche da noi è SHIVA (meglio allora sarebbe scrivere SCIVA, almeno il suono assomiglierebbe all'originale...). A volte si usano  i termini sanscriti, ma, col fatto che la new Age  ci ha insegnato ad affidarci al potere evocativo delle parole senza mai chiedercene il significato, non si sapiù di che si parla. L’inconscio lavora e ci si convince che una parola significhi ciò che desideriamo.  Cerchiamo conferme delle nostre credenze nell'uso fumoso ed inesatto di termini che hanno invece un significato precisissimo.  आचार्य ācārya ad esempio significa precettore, ma nella filosofia tradizionale indian

LO YOGA POST NEW AGE OVVERO L’INSOSTENIBILE PESANTEZZA DELL’APPROSSIMAZIONE

Non bisogna mai innescare polemiche, utili solo ad esacerbare gli animi. Non bisogna mai parlar male dei colleghi insegnanti di Yoga. Non bisogna mai innescare polemiche. N on bisogna mai parlar male dei colleghi. Non bisogna mai innescare polemiche. N on bisogna mai parlar male dei colleghi. Non bisogna mai innescare polemiche. N on bisogna mai parlar male dei colleghi...... Sì...sì...sì...no...no...non je la faccio. C'è così tanta approssimazione in giro che i miei buoni propositi mi hanno mollato da solo in casa per andare in una clinica di Varazze a disintossicarsi. Vedo insegnanti di hatha yoga che hanno l'artrosi alle ginocchia e dicono che praticare padmasana non è essenziale perché non ce la fanno ad assumerla.  Vedo persone che insegnano i mantra senza saperne il significato.  Vedo che si tirano per la giacchetta dei contenuti e delle credenze religiose per giustificare in qualche modo la voglia di parlare di yoga e di insegnare yoga.  Ma, si

SCRIVIMI ANCORA! L'OBLIO E LA PROIEZIONE DOPO IL RISVEGLIO DI KUNDALINI

Esattamente 10 anni fa, dopo un periodo assai intenso di pratiche, SVR. un mio allievo, visse delle esperienze che lui stesso definì "Risveglio di Kundalini". Il brano che segue è la trascrizione di un dialogo, anzi di una parte di un dialogo, che avemmo dopo il suo "risveglio". Fa parte de "Il Teatro della Memoria",il mio ultimo libro, e penso che il leggerlo possa essere utile, oltre che a me ed SVR, a  chi si occupa di Yoga e di Alchimia interiore, sia nel ruolo di aspirante/allievo che nel ruolo di istruttore. In molti luoghi si parla di Kundalini, di apertura dei Chakra, di "illuminazione", ma non so se si affrontano temi come quelli che , all'epoca, affrontavamo nel nostro gruppo di "ricercatori della Verità", come amavamo, presuntuosamente, definirci. La fase di evacuazione che precede certe esperienze, con  sgradevolissimi effetti psichici e fisici, e il fenomeno, apparentemente inspiegabile, della proiezion