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YOGA VERO O YOGA TAROCCO? MANUALE ON LINE PER ORIENTARSI NELLA GIUNGLA DELLE DISCIPLINE OLISTICHE

-" Voglio cominciare a fare Yoga ma non so quale stile scegliere. Tu cosa mi consigli? "- Vi hanno mai fatto domande del genere? A me si, e di solito non so  cosa rispondere.  Per me lo Yoga è YOGA.(punto), l'Arte dell'essere umano nata nel Sud dell'India, I cui principi fondamentali sono tramandati attraverso un numero, non elevatissimo, di testi scritti dal 1.500 a.C e il 1.800 d.C., ma risalenti secondo alcuni a tempi molto ma molto più antichi: Veda, Vedanga, Upaveda, Tantra, Purana e poemi epici. Che cosa potrei rispondere all'aspirante Yogin? Oddio, in realtà nei testi antichi si parla di varie qualificazioni e di quattro tipi diversi di praticanti, ma ci si riferisce a chi è già "sul cammino", insomma a chi è già imparato. Che potrei rispondere ad uno che vuole cominciare a praticare Yoga da zero e si trova a dover scegliere tra decine di etichette, stili e scuole diverse per finalità e tecniche operative? Quella delle discipline O

DICK PRICE, LO PSICOLOGO CHE REINVENTÒ LO YOGA

Nel 1956 a San Francisco, Richard "Dick" Price, un militare americano laureato in psicologia alla Standford University, ebbe una crisi psicotica dovuta forse all'assunzione di LSD. Fu ricoverato in varie cliniche, in California e poi nel Connecticut dove, in seguito ad una diagnosi di schizofrenia fu sottoposto ad una serie di trattamenti assai invasivi, dall' elettrochock, alle flebo di insulina (?). -" Poveretto! "- verrà da pensare a chi sta leggendo -" Ma che cosa c'azzecca con lo Yoga e la meditazione? ". Io invece credo  Dick Price c'azzecchi parecchio con tutto ciò che oggi chiamiamo Yoga, meditazione: è stato lui, insieme a Michael Murphy (anche lui laureato in Psicologia all'Università di Standford), a creare la "Religione non Religione" e lo "Yoga non Yoga"  che stanno alla base di molte, se non tutte, le discipline chiamate oggi Olistiche  (credo sia stato proprio  lui a inventare il neologism

CHI HA PAURA DELL'OSHO CATTIVO?

Non ho mai avuto troppo amore per Osho. Lui, a dire il vero non l'ho mai conosciuto di persona, ma alcuni dei suoi insegnamenti mi sono arrivati tramite dei samnyasin che ho frequentato tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli '80. Mi intrigava e mi divertiva, questo si, ma i suoi discepoli parevano, ai miei occhi di ventenne, un tantino arroganti e, a parer mio, un po' egotici: sembrava che il mondo dovesse girare intorno a loro e che i loro interessi personali  fossero, in fin dei conti l'unica cosa veramente importante. Quando venne fuori la storia della sua Comune, in Oregon,  un'orgia di tentati omicidi, truffe, violenze  scatenata dalla sua segretaria, Ma Sheela, e da un gruppo di discepoli infedeli, il mio non enorme interesse per  Bhagwan Shree Rajneesh , come si chiamava all'epoca, svanì come neve al sole. Gli Orange di Ma Sheela, a quanto si dice, tentarono di impossessarsi quasi militarmente della cittadina di Antelope  nella cont

KRISHNAMURTI, IL MESSIA INVENTATO, E LO YOGA-NON YOGA

Domenica scorsa, durante un residenziale, ho scoperto che molti yogin meditano, e insegnano a meditare, con gli occhi chiusi. La cosa mi ha sorpreso assai. Fermo restando che ognuno debba praticare come meglio gli aggrada, esistono, nello yoga come in ogni altra attività umana, dei "fondamentali", delle istruzioni di base che vengono impartite al primo incontro o alla prima lezione. Per ciò che riguarda la meditazione ho avuto degli istruttori  tibetani, giapponesi, cinesi e indiani e tutti, ma proprio tutti, mi hanno, insegnato che per meditare,bisogna  sedersi in una posizione comoda, ma con la schiena ben allineata, il sincipite (la parte più alta del cranio) "sospeso", il mento dolcemente rivolto verso il torace e gli occhi, socchiusi, rivolti verso la punta del naso. Gli occhi  "devono" essere socchiusi sia per una serie di motivi fisici (che qui non mi sembra il caso di approfondire) che per evitare che la mente venga distratta dagli oggetti