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PATAÑJALI, LA PRATICA DEL SAMADHI

Tutti i lunedì sera, nella sede  di Madreterra a Padova, Laura ed io facciamo degli incontri di approfondimento  sugli Yoga Sutra insieme agli allievi della scuola di formazione Hathayoga&Mindfulness Citra che dirigo insieme a Chiara Mancini. Esperienza molto interessante, non credevamo che analizzare dei versetti in sanscrito  e discutere delle sottigliezze della filosofia indiana suscitasse tanto entusiasmo. Quello che segue è parte del materiale che abbiamo distribuito per il secondo incontro.   Un sorriso,  P. IL SAMADHI (I,17) Yoga Sutra I,17: “ Vitarka vichara ananda asmita rupa anugamat samprajnatah “ Traduzione di Raphael:  “La condizione di conoscenza è quella accompagnata dall'argomentazione, dalla deliberazione, dalla beatitudine dal senso dell'io sono.   Traduzione nostra: “[Quella particolare] condizione di coscienza/conoscenza ( saṁprajñāta [1] ) [che dà la possibilità di comprendere e trasformare] la forma materiale ( rup

IL KARMA, IL RETTO AGIRE E LA LEGGE DELL'INERZIA

Può essere interessante notare come, talvolta, ciò di cui  si parla o si scrive (o si pensa) si fa profezia della vita, e  ci si sorprende nel riconoscere, nelle azioni altrui e nelle nostre, negli eventi casuali che trasformano la nostra esistenze, le conferme a teorie di cui si è discusso in un passato più o meno recente. L' agire e il non agire sono alla base di quello che qui chiamiamo Yoga.  Paradossalmente, nello Yoga,  per azione si intende l'essere agiti .  Nel senso che normalmente si crede di agire ma, essendo sottoposti alla Legge Naturale  (chiamiamola così) senza "conoscerla" siamo in realtà agiti dagli impulsi e dalle impressioni che insorgono come reazione agli stimoli esterni. Nell'agire siamo sottoposti alla legge, e  quando si incontrano degli ostacoli ci fermiamo ad analizzarli con la mente raziocinante.  Soffriamo quando non li superiamo e gioiamo quando li evitiamo o riusciamo a proseguire un cammino prefissato. 

SATYA, LA LUCE DEVASTANTE DELLA VERITÀ

Domenica, al corso di Formazione di Citra Yoga, abbiamo fatto un approfondimento su uno dei cinque Yama di  Patañjali, Satya. Di solito si traduce con verità, ma penso che abbia sfumature diverse. Per introdurne il concetto di Satya ho scelto la definizione di una maestra indiana, Vimala Thakar : "Satya è essere coerenti con la verità che si è compresa.  Comunicare i fatti senza colorare le parole con motivazioni proprie" Per Vimala, Satya è ciò che Svami Vivekananda negli Ispired Talks definiva " assenza di malizia ". Le reazioni e le riflessioni di alcuni allievi mi hanno colpito assai per laloro profondità (è bellissimo scoprire quanto si possa imparare insegnando...). Penso che il merito sia della chiarezza di Vimala. La frase "Satya è comunicare i fatti senza colorare le parole con motivazioni proprie" difficilmente si può prestare a interpretazioni  filosofiche, allegoriche o teologiche; è auto-evidente e, se riportata all'

VṚŚCIKĀSANA: LO SCORPIONE E LE CINQUE FASI DEL RITO

Uno degli errori più comuni del principiante, nell'accostarsi ad una posizione di media o alta difficoltà, è quello di aggredire l'Asana quasi fosse una fortezza da espugnare. Nel caso di VṚŚCIKĀSANA, ad esempio, cercherà innanzitutto gli appoggi giusti con l'aiuto di un muro o del comodo divano del soggiorno, provando e riprovando fin quando, con una certa soddisfazione non riuscirà ad ottenere una certa stabilità, e trascurerà i gesti, ritenuti banali, o facili di "entrata" ed "uscita" dalla posizione. Assumere la posizione acrobatica è assai più gratificante che ascoltare la circolazione delle energie in ginocchio, o ruotare dolcemente le scapole per predisporle alla pratica.  Intendiamoci: non è che sia un male cercare di diventare fisicamente più forti ed abili, né usare dei sostegni.  Che nello hatha yoga ci sia una certa componente ginnica è fuori discussione.  Così come fuori discussione è il fatto che molti degli 84 Asana abb