Passa ai contenuti principali

Post

HAṂSA, L'OCA COSMICA

I versi dei Veda, dei Purāṇa, del Mahabharata sono poesia e scienza insieme, il che può forse apparire strano per noi abituati, erroneamente, a pensare che la scienza sia una roba fredda, razionale in antitesi con la passione creativa dell'artista. La poesia è rivelazione e può permettersi, oggi come cinquemila anni fa, di viaggiare oltre i confini della logica, in quegli spazi infiniti ai quali la mente, attonita, non può che arrendersi. Una delle immagini poetiche più ricorrenti nei testi vedici è quella del Cigno [1] immerso in un fiume o in un Oceano di latte (vedi ad esempio Atharva Veda, XI,4,21 ). Significa tante cose il Cigno: è una delle costellazioni più luminose della Via Lattea (l'Oceano di Latte!), sicuro riferimento per gli antichi naviganti; è un asana dello Haṭhayoga; è l'uomo universale (il “Puruṣā”) ed è il Brahmān, l’Assoluto. Ma è anche la paura, l'ansia di incompiutezza che spinge l'essere umano a cercare delle stelle con cui

I VELI DELLA DEA - IL PARADISO DI TRISHANKU

Tratto da "ONDE DI LUCE - Iniziazione di uno Yogin occidentale" - libro in pubblicazione. “Felice e beatissimo, sarai dio invece che mortale.   Agnello caddi nel latte.   Chi sei? Da dove sei?   Sono figlio della Terra e del Cielo stellato”.   Frammenti Orfici, fr. 32 Kern. Lo yoga ci dice che siamo angeli caduti. O dei annichiliti. La liberazione, o la salvazione, della religione e della filosofia, è il ricordo di sé. È l'attimo in cui si è abbagliati dal riflesso della luce originaria che, da qualche parte, dentro di noi, continua a risplendere. Si dicono le stesse cose in Oriente, come da noi, ma se il Dio creatore dei cristiani invia il proprio figlio a morire sulla croce per i peccati dell'umanità e a spargere la grazia come fosse un profumo di cui, in fin dei conti, non si può fare a meno di godere, quello degli indiani dorme il sonno dei giusti, sulle acque scure dell'oceano dell'inizio. Non c'è nessun popolo eletto, per il sap

GESTI DIVINI E DANZE SCONOSCIUTE

“Senza paura, senza scopo, senza sforzo,  dallo Spazio vuoto lascia sgorgare gesti divini e danze sconosciute”. Tantra della Ruota dei Tempi. Per noi occidentali è difficle comprenderlo, ma nello Yoga le  m udrā, esattamente come   gli     āsana e le sequenze , non dovrebbero essere eseguite volontariamente, ma  "dovrebbero insorgere come un fiore che sboccia". Sentire le mani che si muovono da sole, animate da una volontà altra, è stravagante: danzano e l'energia che le muove è la stessa che spinge un fiore a sbocciare, inaspettato, su uno scoglio. Le Mudrā , i gesti che le mani, e a volte la lingua o il corpo intero, assumono nelle danze e nelle posizioni, non possono essere imitati, devono insorgere, come il desiderio. - Si danza con la vagina - diceva Marta Graham. Non è elegante, ma rende bene l'idea. Jinpa ci disse che o gnuna delle dita ha un suo significato, un carattere e una qualità diversi. Come i cinque elementi. In sanscr

IL SATSANG DEL GIOVEDÌ - YOGA E ALCHIMIA

Ieri sera, nel consueto "Satsang del Giovedì" insieme a  Nunzio Lopizzo, Gabriele Gailli e Antonio Favuzzi, abbiamo parlato del "Terzo Occhio", la discussione si è allargata al rapporto tra Alchimia, Astrologia e Yoga e sono venuti fuori, secondo me,  spunti per riflessioni assai interessanti che, nei  prossimi incontri mi piacerebbe trattare in modo  specifico. Come sempre chiunque abbia voglia e tempo di esprimere le proprie idee in proposito è più che bene accetto. Nella speranza di accendere una discussione in proposito ho buttato giù un po' di riflessioni sull'alchimia. Un sorriso,  P. IL PAVONE Il pavone è presente come simbolo nell'induismo, nel taoismo,nel buddismo zen e nell'alchimia occidentale. Scrive un alchimista del '500,Gerhard Dorn “ Questo uccello vola durante la notte senza ali. Alla prima rugiada del cielo, dopo un ininterrotto processo di cottura, ascendendo e discendendo, dap