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QUATTRO CHIACCHIERE SUL SAMKHYA - STORIA SEGRETA DELLO YOGA

Quando ho cominciato a praticare e studiare yoga –sto parlando dei primi anni ’70 – in genere si dedicava molto tempo allo studio dei “25 principi” e, in alcune scuole, gli allievi erano tenuti ad imparare a memoria l’enumerazione del sāṅkhya e a ripeterla come si faceva con le tabelline. Mi pare – ma forse sbaglio - che oggi questa abitudine si sia un po’ perduta. Nell’epoca post new age in molte scuole di yoga e gruppi di studio si fa un gran parlare di abbandonare il senso di “Io” e “Mio” (magari rifacendosi a particolari interpretazioni del XVIII capitolo della bhagavadgīt ā), annichilire l’ego (inteso come ahaṅkāra ) e uccidere il manas . Si tratta, in genere, di semplificazioni ad uso di allievi non particolarmente versati nella filosofia indiana, ma, se le esaminiamo prendendo come riferimento il Sāṅkhya darśana – “l’Enumerazione dei Principi” - da cui procedono le concezioni sia dello Yoga sia dello Āyurveda frasi come “annichilire l’ego” e “uccid