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NARA E NĀRĀYAṆA: YOGIN, ERUDITI E INCARNAZIONI PARZIALI

Qualche giorno fa ho letto un post su “ nara e nārāyaṇa ” del mio amico Diego Manzi – leggo i suoi articoli sempre molto volentieri, Diego è uno studioso brillante - e nel mio unico neurone si è accesa una lampadina rossa. Scriveva Diego: “ Qual è secondo la tradizione indiana, il grande “privilegio” umano rispetto agli altri abitanti dei mondi? नरो नारायणो बुभूषति naro nārāyaṇo bubhūṣati l’uomo (nara) desidera diventare dio (nārāyaṇa)” Non ho motivi per dubitare della correttezza della traduzione a livello grammaticale – Diego è molto preciso di solito – e, non essendo un sanscritista non ne ho nemmeno gli strumenti. Il motivo per cui mi si è accesa la lampadina rossa è un altro e credo che potrebbe essere lo spunto per un dibattito assai interessante. Il campo di pertinenza dell’erudito e quello dello yogin si sovrappongono spesso, ma non coincidono perfettamente, e le interpretazioni di testi, aforismi e frasi, fatte da un sans

LA SCIENZA DELLO YOGA - PRĀṆĀYĀMA

Cosa è il prāṇāyāma? La maggior parte dei praticanti risponderà che il prāṇāyāma una serie di esercizi basati sul controllo delle tre fasi della respirazione, ovvero: -  Pūraka inteso come inspirazione; -  Recaka , inteso come espirazione; -    Kumbhaka , inteso come apnea; Ma è veramente così? Veramente i testi classici dello yoga parlano di pūraka , recaka e kumbhaka come delle tre fasi della respirazione ordinaria? Anche se può sembrare strano le cose stanno in maniera un po’ diversa (se sbaglio ovviamente sono gradite le correzioni) in sanscrito: 1.  “Inspirazione” non si dice si dice pūraka , ma आन āna o  अन a na ; 2.  “Espirazione” non si dice recaka ma पान pāna o एतन etana; 3.  “Apnea” non si dice kumbhaka ma श्वासरोध śvāsarodha. E allora cosa significano pūraka , recaka e kumbhaka? पूरक Pūraka   letteralmente indica l’atto di “riempire”, “completare”, “soddisfare” - e quindi come “inspirazione” ci potrebbe anche stare