Dopo la pubblicazione del mio post sul prā ṇ asa ṃ yama - LA SCIENZA DELLO YOGA (1) - ho avuto uno scambio di opinioni con un altro insegnante, M.T. Dalla nostra discussione mi è parso di capire che molti di coloro che parlano di energie sottili - kuṇḍalinī, vāyu , prāṇa – in realtà non le hanno mai percepite. Ciò che definiamo “energia sottile” non è la vaga sensazione o l’onnipresente, e non descrivibile, energia cosmica della new age, ma un qualcosa di reale, oggettivo, che sta alla base della pratica dello haṭhayoga. Senza la percezione delle energie sottili diventa difficile, se non impossibile, comprendere pienamente la pratica degli āsana e delle mudrā, perché la “valenza operativa” dello yoga consiste sulla possibilità di intervenire sul sistema linfatico, il sistema circolatorio, il sistema nervoso e il sistema endocrino, per mezzo di una serie di tecniche che necessitano, appunto della percezione e dell’utilizzazione delle energie sottili.
Formazione, Promozione e Divulgazione dello Yoga