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LA NASCITA DELLO YOGA (SECONDO I SIDDHA DI CHIDAMBARAM)

Un giorno, nella Foresta di Thillay,  Vyāghrapāda  ( व्याघ्र  vyāghra =Tigre,  पाद  pāda =Piede) trovò uno Śiva Liṅga. Si dirà che oggi di Śiva Liṅga, la pietra a forma di uovo venerata come pene di Śiva, se ne trovano a bizzeffe, di ogni materiale, foggia e dimensioni, ma all'inizio quel nome era riservato ai frammenti di una stella caduta nel fiume Narmada migliaia e migliaia di anni fa. Pietre rare, insomma. Vyāghrapāda lo prese come un segno divino e per celebrare l'evento miracoloso pensò di celebrare un rito. Ci voleva dell'acqua e guarda caso proprio lì vicino c'era una fonte. Ci volevano anche dei fiori e la foresta ne era piena, ma quando cercò di raccoglierli migliaia e migliaia di api si gettarono su di lui. Le api indiane sono assai selvagge, e grosse come dita. Spaventato dai ronzii "Piede di Tigre" optò per una fuga onorevole. Ma non si diede per vinto: era uno guerriero! Si mise seduto, calmò mente e respiro e cominci

PILLOLE DI ZEN: IL MAESTRO DI SPADA E L'INSEGNAMENTO DELL'OTTAVA

NON MENTE NON PENSIERO "Sebbene nel suo compito non ponga attenzione,  Sui piccoli campi di montagna,  Lo spaventapasseri non è posto invano". Bukkoku Kokushi Il maestro di spada non brandisce le armi.  Sacralizza lo spazio, le forme, i colori.  Lo spadaccino brandisce la spada, il maestro coglie il giusto intervallo di tempo e spazio.  Il maestro di spada immagina che la vita sia sogno.  Per lui forme e misure sono per lui sacre. Il maestro di spada non fa esercizi per riscaldare braccia e polsi: le "sacralizza". Poggiare la spada per terra con la stessa grazia con cui una farfalla si posa su un fiore.  Il maestro di spada cerca l’identità con la natura, è questo che definisce “sacro”.  Non c'è differenza tra il suo roteare la lama e il turbine del vento.  Poggiare la spada a terra è come pregare. La creazione del mondo avviene attraverso misure, nomi e forme. Misure nomi e forme sono sacre.  INSEGNAMENTI

YOGA E QI GONG - L'ALCHIMIA DELLE MANI

Si racconta che le " Mani di Buddha " o "  dodici posizioni di Da Mo ", siano il primo esercizio insegnato dallo  Yogacharya Bodhidharma  ( Da Mo  in cinese) ai monaci del monastero di  Shaolin . Si tratta di un esercizio apparentemente semplice che ha lo scopo di insegnare a percepire e utilizzare la circolazione delle energie sottili, articolato in una sequenza di dodici diverse posture in piedi in cui cambiando la posizione delle dita, delle mani, delle braccia e visualizzando il  Qi  come una corrente che esce dal palmo delle mani e/o dalle dita, si attivano i cosiddetti " 8 canali straordinari".                                                          Gli effetti dell'esercizio, soprattutto se rapportati alla relativa semplicità delle posizioni e dei movimenti di passaggio, sono impressionanti. Bodhidharma , 28° patriarca del buddismo cinese o  C han   (Zen in giapponese) rappresenta un po' l'anello di congiunzione tra lo yo