Molti dei testi filosofici indiani, che siamo abituati a ritenere antichi o antichissimi, sono in realtà di epoca relativamente moderna. Alcuni di essi sono stati scritti addirittura da occidentali, come il “ Thembavani”, libro sacro in lingua Tamil scritto dall'italiano Costanzo Breschi nel XVIII secolo. Altri sono stati falsificati con tale abilità da renderli indistinguibili dagli originali. Un esempio di questa – molto probabile - manipolazione è il Bhaviṣya Purāṇa , uno dei diciotto “ Purāṇa” maggiori. Il Bhaviṣya Purāṇa, viene attribuito a Vyāsa, il mitico autore del Mahābhārata, e contiene una sezione dedicata alle “profezie” detta “ Pratisargaparvan ”, in cui sono descritti eventi come l’invasione, islamica, la nascita della religione Sikh, la dominazione britannica e, appunto, la comparsa di Cristo in India [1] . La lettura delle “Profezie di Vyāsa” - risalenti secondo gli studiosi del primo '900 almeno a 1.000, 1.500 anni prima di Cri
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