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ॐ नमः शिवाय - IL SIGNIFICATO DEL "MANTRA DELLE CINQUE SILLABE"

  ॐ   नमः   शिवाय  -  oṃ namaḥ śivāya Ogni simbolo, mantra o sequenza tradizionale si rivolge a quattro diversi piani coscienziali definiti nella filosofia e nella teologia occidentale  Letterale ,  Allegorico ,  Morale  e  Anagogico . Il piano letterale è quello della comprensione, per esempio, delle singole parole i un mantra e di una scrittura, del riconoscimento dei simboli e della giusta maniera di assumere una posizione. Si tratta di quella che potremmo definire conoscenza eruditiva. Nel caso dello śiva  pañcākṣara  (il mantra delle cinque sillabe, OṂ NAMAḤ ŚIVĀYA) la comprensione letterale consisterà, ad esempio, nella conoscenza della giusta pronuncia (OMNG NAMÀHA SCIVÀ YA) e nella traduzione, appunto, letterale, che in questo caso potrebbe essere “Io saluto/invoco il Benefico (Śiva)”. Andando avanti, sul piano “Letterale” posso raccontare ai discenti che il mantra compare per la prima volta nello  Yajurveda  (TS 4.5.8.1), in un inno dedicato a  रुद्र  rudra, il “Terribile”,

Storicità di Patañjali secondo gli studiosi indiani.

    Vorrei segnalare una curiosità: A quanto ho capito, almeno secondo  il “ Catalogus Catalogorum ” dell’Università di Madras [vedi: V.Raghavan e altri autori; New catalogus catalogorum, 11.  Madras, Universiti of Madras, 1968. Pagg. 89-90 ] ci sono stati nella storia dell’India ben dieci autori che rispondono al nome di  Patañjali , a quattro dei quali vengono attribuite opere di grande rilievo:   -           Il primo in ordine di tempo è l’autore del  Ma ̄ ha ̄ bhasya , un testo così importante da essere chiamato semplicemente “Grande Commento” un trattato di grammatica basato sullo  Aṣṭa ̄ dhya ̄ yi ̄   di  Pa ̄ ṇini  che gli studiosi sia occidentali sia indiani fanno risalire al I-II secolo a.C. Da più di duemila anni il  Ma ̄ ha ̄ bhasya  di “questo”  Patañjali  è considerato un classico della grammatica e della linguistica, sia in ambiti hindu, sia buddhisti, sia jainisti e il suo successo non è mai venuto meno. -           Il secondo, sempre in ordine di tempo è il 

GORAKHNATH E IL RE DEL MONDO - LE POSSIBILI ORIGINI NON HINDU DELLO HATHAYOGA (1)

  il "Beahmino di Karasahar" -  Museo di Arte Indiana di Berlino. - Fonte:  https://www.theweek.in/leisure/society/2020/01/18/in-search-of-agnidesa.html  Il fondatore dello  Haṭḥayoga,  Goraknāth [1] – detto anche Gorak ṣ anātha , Gorak ṣ a o Gorakhnātha – è ricordato per le gesta guerriere: sarebbe stato lui, riconosciuto come il creatore delle arti marziali indiane del Nord, a fermare le prime invasioni islamiche. I temibili Gurka nepalesi, le forze speciali dell’esercito britannico, affermano di discendere direttamente da lui e ancora oggi si gettano in battaglia gridando il suo nome: “ Guru Gorakhnāth ki jai! Jaya Mahakali, Ayo Gorkhali!” [2] Ovvero:   “Lunga vita a Guru Gorakh! Gloria alla grande Kālī , Stanno arrivando i Gurka!” Secondo la maggior parte degli studiosi Gorakhnāth (è il nome di uno yogin vissuto in un periodo compreso tra l’VIII e il XII secolo nel Bengala . Allievo di Matsyendranāthnāth , è considerato fondatore dell’ordine di yogin guerrieri c