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I 16 ĀDHĀRA - TECNICHE OPERATIVE DELLO HAṬHAYOGA

I manuali  dello  haṭhayoga medioevale descrivono tecniche operative finalizzate alla produzione e all'utilizzazione di una sostanza chiamata  अमृता am ṛ tā,  सोम soma  o raramente, nei testi più influenzati dallo  āyurveda,  कुण्डली ku ṇḍalī  . La produzione di  am ṛ tā, fine ultimo della pratica di  āsana, bandha, mudr ā, mantra ecc., porterebbe alla longevità alla salute del corpo, all'insorgere di poteri psichici -  सिद्धि siddhi - e, in ultima analisi, alla "liberazione" o  मोक्ष mokṣa . Una di queste tecniche operative riguarda la meditazione sui 16 आधार ādhāra, una pratica che, a quanto so - ma potrei sbagliare - non rientra quasi mai nei programmi di studio dei corsi di formazione per insegnanti yoga o dei corsi settimanali per praticanti, e questo è un vero peccato, almeno secondo  Gorak ṣ a, il padre riconosciuto dello    haṭhayoga. Si legge nel versetto 12 del  primo śataka (gruppo di 100 versi) del Gorak ṣa Yogaśāstra: षट्चक्रं षोडशाधारं द्विलक्ष्

LA PRATICA DEL SAMADHI E LO YOGA DEI SUFFISSI

  Al giorno d'oggi il termine  Yoga è usato spesso come suffisso. C'è una parola, qualche volta in inglese, raramente in italiano molto spesso in qualche lingua orientale, che precede "Yoga". Soprattutto quando si usano dei termini in sanscrito, cinese o giapponese, viene da pensare che si tratti di discipline antiche o antichissime, ma di solito si tratta di tecniche moderne che possiamo dividere, grosso modo, in due categorie:  1) Sistemi di "integrazione psicofisica" che nascono dalla combinazione di elementi effettivamente appartenenti alla tradizione indiana, con pratiche occidentali, come la danza contemporanea, la bioenergetica, la fisioterapia  e la ginnastica dolce novecentesche; 2) Metodi di rilassamento e conoscenza di Sé derivanti dalla personale esperienza di un caposcuola, solitamente carismatico. Molte delle nuove/antiche discipline caratterizzate dal suffisso Yoga sono Brand, etichette protette da un copyright, e questo potrebbe far storcere

YOGA TRADIZIONALE? IL MISTERO DI VIJAYANAGARA

L'immagine che ho postato rappresenta uno   h aṭhayogin i mpegnato in una variante della verticale sulle braccia, tecnicamente  baddha konasāna adho mukha    vṛkṣāsana. si tratta di una delle posture  di Haṭḥayoga scolpite sulle colonne dei templi e degli edifici civili di Hampi , la capitale del mitico impero di Vijayanagara. L’Impero di Vijayanagara, che univa gli attuali territori del Karnataka, dell’Andhra Pradesh, del tamil Nadu e del Kerala, fu fondato nel XIV secolo dai fratelli Bukka raya I e Harihara I, sotto la guida dello yogin advaitin Vidyāraṇya [1] e raggiunse il suo massimo sviluppo tra il XV e il XVII secolo . A giudicare dai racconti dei viaggiatori europei di quel tempo - come Duarte Barbosa [2] , Fernao Nuniz [3] , Niccolò de’ Conti [4] - e dei diplomatici islamici, come l’ambasciatore persiano Adul al Razz ā q Samarqand ī [5] , , la capitale dell’Impero, Hampi oltre ad essere una città di incredibile bellezza e ricchezza, era nota per la politica illumi