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Essere, Individuo e Persona. Lo Yoga ai Tempi di Instagram

Nel mondo virtuale ai maestri e agli insegnanti di filosofia e di yoga, si sono sostituiti i meme  di Facebook e di Instagram e i post, necessariamente brevi e conditi di immagini accattivanti e di perifrasi ad effetto, pubblicati da influencer(s) della spiritualità, che assumono rilevanza non per quanto dicono e scrivono ma per il numero dei follower(s). Non è una critica, la mia, ma semplicemente una constatazione. Il dare credito a questo o a quell'insegnamento scovato su internet porta da un lato all'aumento delle possibilità di informarsi - nel senso che proprio grazie ad internet se trovo una perifrasi ad effetto, ad esempio Sadhguru che racconta di un improbabile incontro tra Eraclito e Aristotele (vedi:  https://isha.sadhguru.org/us/en/wisdom/article/stop-thinking-life ) ho la possibilità con un semplice click di andare a cercare notizie sui due filosofi greci - dall'altro porta ad un impoverimento del linguaggio e ad una banalizzazione del "Sapere". Un e

Kalari Yoga (1) - Breve Storia del Kalaripayattu

Il kalaripayattu, che potremmo tradurre con “allenamento” ( payattu) alle arti del “campo di battaglia ” (kalari) è una antica arte marziale del Kerala strettamente connessa con lo yoga, lo ā yurveda – la medicina indiana - e le arti performative del sud dell’India. In Occidente il kalaripayattu è conosciuto almeno dal XIX secolo, quando l’esploratore portoghese Duarte Barbosa , nei suoi diari di viaggio, descrisse in toni entusiastici le abilità marziali degli abitanti del kerala da lui chiamati “ Nayar ” [1] : La maggior parte di Nayar – sia maschi che femmine -, quando hanno sette anni, vengono mandati nelle scuole (di arti marziali) dove vengono insegnati molti trucchi di agilità e destrezza; lì si insegna loro a ballare, a girare su se stessi e a contorcersi per terra; a fare salti di ogni genere e questo   lo imparano due volte al giorno e quando i bambini e diventano così sciolti ed elastici da far girare e piegare   i loro corpi avanti e indietro in modi contrari alla nat

Il MANTRA OṂ NAMAḤ ŚIVĀYA NELL'ICONOGRAFIA TRADIZIONALE DEL NATARAJA

  Nell'osservare  una statuetta di   Śiva, il नटराज naṭara ̄ ja ("Re della Danza") possiamo assumere almeno tre diversi atteggiamenti, o modalità: 1. L'atteggiamento del devoto, che considera l'immagine come un oggetto di culto, al pari di una santa reliquia o, per un cattolico, del crocifisso; 2. L'atteggiamento dello scienziato o dello storico dell'Arte, che cerca di inserire l'opera in un contesto storico e di sviscerarne i significati;    3. L'atteggiamento dello  haṭhayogin, che considera l'immagine come una possibile indicazione di una tecnica operativa, atta a trasformare il corpo e la mente. Per quanto riguarda la prima modalità, non mi pronuncio  il devoto si muove nella dimensione della Fede e la Fede è caratterizzata, per definizione, dall'accettazione di una verità di origine misteriosa e dall'assenza di dubbi e non avendo, personalmente,  mai avuto il dono della fede mi parrebbe di cattivo gusto commentare in tal senso. N