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TANTRISMO E ADVAITA VEDANTA

“ messo sotto controllo il fiore di loto del cuore, si raggiunge Bhumi e attraverso la via mediana che porta verso l'alto, dopo aver posto Prana tra le sopracciglia, si raggiunge lo splendente Purusha che emana luce” Shankara Bhagavadpada – commento alla Bhagavad Gita VIII, 9,10 .   Il 1° febbraio del 2007, giorno del mio compleanno, mi arrivò, dono inaspettato, una cassa di libri, quasi tutti traduzioni di testi di Shankara e di altri autori di quella che allora mi sembrava una scuola filosofica: l'Advaita Vedanta, o vedanta non duale.  Tra le pagine della Bhagavad Gita c'era un biglietto: “Caro fratello ti prego di accettare questi libri. Sono sempre appartenuti a te.....”.  Bello.  Cominciai a studiare come un forsennato, andavo anche al bagno con i libri di Shankara, mi sembrava di “essere tornato a casa”.  Un giorno, dopo un paio d'anni , Shankara mi apparve.  Lo so che sembra strano, ma praticando Yoga ho vissuto spesso stati di alterazione percettiva con allucina

SHANKARA E IL TANTRISMO

Il "Libro  dei Libri " del mantra yoga è il  saundaryalaharī सौन्दर्यलहरी  di Shankara Bhagavadpada (Adi Shankara),  un libricino (100  śloka  o versetti) diviso in due sezioni: la prima formata da 41 versetti (35 secondo alcuni commentatori) è chiamata ānandalaharī  ("Onda di Beatitudine") ed è la cronaca della realizzazione di Shankara attraverso la pratica degli insegnamenti orali e scritti* ( *il  Subha Godaya Stuti  in cui si descrive la pratica del "Kadi Mantra" e dello Sri Yantra ) ricevuti dal suo maestro Gaudapadacharya.  La seconda sezione, la  saundaryalaharī  vera e propria ("Onda di Bellezza") formata da 59 versi (65 secondo alcuni) è invece il resoconto del cambio di  percezione della realtà  che fa seguito alla realizzazione, lo stupore che nasce dalla visione della Dea, ovvero dalla trasfigurazione dell'intera manifestazione in Bellezza.  Ma perchè questo libro è così importante?  Per capirlo occorre cominciare

I CINQUE TIBETANI E LO YOGA TAROCCO - seconda parte

L a genesi dei Cinque tibetani è affascinante. Non sto ironizzando. Un soggetto cinematografico rifiutato dagli Studios di Hollywood, diviene un romanzetto d'avventura di scarso successo. Dopo sessant'anni il frutto della fantasia di un'oscuro sceneggiatore cinematografico si fa realtà, l'elisir di lunga vita da lui immaginato, cinque esercizietti facili facili messi in serie senza nessuna logica, viene bevuto da milioni di persone, pronte a testimoniare la validità del metodo, i positivi effetti sulla salute e sulla psiche, le esperienze trascendentali innescate dalla pratica assidua. I segreti del successo dei Cinque Riti Tibetani sono la facilità e l'immediatezza. Il titolo è uno slogan pubblicitario di sicuro effetto: "The Five Tibetan Rites of Rejuvenation". La lingua con cui è scritto è semplice e diretta, senza fronzoli e senza riferimenti a complicati concetti filosofici. La sequenza di esercizi si impara in un quarto d'ora e non nec

IL SIGNORE DEL TEMPO - LE PAROLE SEGRETE DI BABAJI, IIa PARTE

Nel " Gorakhvani " ("I SEGRETI DI GURU GORAKHNATH" - J.Amba edizioni) Babaji di Hairakhan insegna lo Yoga dei Nath. Il  Gorakhvani , tenendo conto della semplicità del Babaji "pubblico", è decisamente strano. E' pieno zeppo di citazioni delle scritture indiane ( Veda  e  Purana ), metafore tipiche del tantrismo e riferimenti alla numerologia. Ogni parola sembra contenere un insegnamento e il testo lo ribadisce spesso: " Ascolta Kamalo [....]Le mie parole sono i miei grandi Mantra. "  Alcune frasi sono ripetute in maniera quasi ossessiva, secondo la tecnica dei cantastorie e dei poeti "a braccio". Ce ne è una in particolare, che riecheggia quasi in ogni pagina: " Gorakhnath ha ottenuto la vittoria sul sonno ". Non è difficile intuire che si tratta di un espediente per portare l'attenzione del lettore/ascoltatore sul tema fondamentale dell'opera. E' una cosa comune nella filosofia indiana. Nelle tecn