Nella cultura post new age la ghiandola pineale viene identificata con il terzo occhio delle divinità hindu e si ritiene che la sua “attivazione” porterebbe all’emergere di particolari poteri psichici ed alla cosiddetta “illuminazione”. Questa credenza, alimentata da una folta letteratura pseudoscientifica, nasce dalla errata interpretazione e dalla rielaborazione di teorie già ritenute infondate da Galeno [1] nel II secolo della nostra era. Galeno, riconosciuto come uno dei padri della medicina moderna, descrive la ghiandola pineale nel testo “ De usu partium ”, dove spiega, tra l’altro che il suo nome deriva dalla somiglianza, per forma e dimensioni, con un pinolo, e la riconosce come una delle ghiandole che, secondo le sue teorie, avevano la funzione di sostenere i vasi sanguigni. Prima di Galeno si credeva invece che la pineale regolasse il flusso dello “ spirito ”, ovvero ciò che oggi chiamiamo liquido cerebrospinale e che all’epoca si reputava essere una sostanza gassosa.
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