Ci sono corsi e scuole di Yoga. Ci sono chiese e istituzioni in cui si parla di Dio, di Essere e di ricerca della verità. Ci sono poi dei gruppi ristretti di praticanti, che si rifanno a questo o a quel maestro, in cui spesso vige la regola della riservatezza o addirittura della segretezza. A volte non parlare all'esterno è una forma di snobismo, altre un tentativo di creare un alone di mistero, sempre utile alle dinamiche del potere. Altre ancora la riservatezza è una necessità perché ciò che si insegna e si sperimenta all'interno di quei gruppi riguarda, anche, una serie di stati particolari, di alterazioni percettive, che pur facendo parte dello Yoga (anzi ne sono un aspetto fondamentale) sono viste da molti come fumo negli occhi. Quello che segue è il resoconto fedele di un dialogo avvenuto in uno di quei gruppi. Nel pubblicarlo non violo nessun vincolo di segretezza, quello che chiamavo, all'epoca, il mio "Riferimento", mi esortò a trascrive
Formazione, Promozione e Divulgazione dello Yoga