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Visualizzazione dei post da aprile, 2019

CHIDAMBARAM, LO SPAZIO DELLA COSCIENZA

Mi affascina il potere delle  parole, lo ripeto spesso. A volte la consuetudine, o l'ignoranza, ne nasconde il significato originale, ma prima o poi il senso nascosto fa capolino, come un affresco antico che rinasce alla bellezza tra le crepe dell'intonaco. Prendi " afrore ": "odore acuto e penetrante, come quello del mosto in fermentazione o del sudore del cavallo", dice il dizionario, ma basta una goccia di fantasia per vedere il bosco di Afrodite, e la corsa folle della Dea, le cosce snelle insanguinate dai rovi, ad abbracciare Adone, ferito a morte. Afrore è l'odore acre del cinghiale assassino. Afrore è il profumo del muschio su cui giace l'Amato. Afrore è il sudore della Dea impazzita, che volle farsi Donna. Il profumo della Dea, in fondo questo significa " afrore ". Anche la parola indiana Chidambaram potremmo tradurla con "Profumo della Dea" (vedo già i miei amici sanscritisti sobbalzare sulla sedia...)

LA GINNASTICA YOGA, L'AVIDYĀ E L'IGNORANZA ORDINARIA

Il fuocherello delle  polemiche che si è acceso dopo la decisione dello CSEN di organizzare delle gare di "Ginnastica Yoga" mi sta divertendo assai. Mi è venuta in mente una frase del mio "alter-ego" Ryu no Kokyu:  -"Nella pratica Yoga l primo ostacolo da affrontare non è  l'Avidyā, ma l'ignoranza ordinaria"- L' a vidyā è l'ignoranza metafisica, lo "scambiare la corda per il serpente" (mi raccomando,  अविद्या   a vidyā, con l'accento diacritico sulla seconda "a", se no vuol dire "stupido") e spesso moltissimi yogin più o meno eruditi (me per primo) si lanciano in lunghe discussioni sulle modalità di bruciare i  saṃskāra (in sanscrito "sacramento" o "purificazione", ma nel gergo vedantico "semi dell'ignoranza") o risolvere i  kañcuka,  i "Veli della Dea", senza rendersi conto che in molti casi sia  gli astanti  sia, a volte, loro stessi (noi s

SHANKARA, ARISTOFANE, ESIODO: LA NASCITA DELLA COSCIENZA NELLO YOGA E NELLA FILOSOFIA GRECA

Nel "Simposio", Socrate citando Aristofane, parla dell'Amore e di Efesto ( Il fabbro divino) che propone di "saldare l'amato con l'amante". E parla degli amanti che altro non desiderano che di essere uniti per l'eternità. Simposio 189 c-193: "[...] da un tempo così remoto, dunque è connaturato negli uomini l'amore degli uni per gli altri; esso ricongiunge la natura antica, e si sforza di fare, di due, uno, e di guarire la natura umana. ciascuno di noi quindi è un complemento di uomo, in quanto è stato tagliato, come avviene ai rombi, da uno in due; ciascuno dunque cerca sempre il suo complemento [...]" L'uomo, secondo Aristofane, in origine era uno e poi, chissà perché, è stato diviso in due. Questa unità originaria per lo yoga è lo stato naturale ( सहज sahaja ) e la maniera per ritrovare lo stato naturale è समरस samarasa che vuol dire " medesimo sapore ", e indica l'orgasmo, contemporane

LO YOGA, L'AUTO-STIMA E IL MITO DEL 10%

Il potere delle parole mi ha sempre affascinato, ne basta una, pronunciata in un certo modo,in un determinato momento per cambiare la vita di una persona, di una famiglia o di una nazione. Pura magia. A volte per determinare il corso della storia basta la sua assenza. Ricordo ad esempio uno studio, di Noam Chomsky sulla lingua cinese all'epoca dei mandarini. Pare che contadini e allevatori, tartassati dai nobili e umiliati dalle loro angherie,  se la passassero assai male in quei tempi, ma, stranamente, nelle cronache non c'è traccia di disordini e tentativi di rivolte. La spiegazione, secondo Chomsky, era da ricercarsi nell'assenza di una parola che significasse " ribellarsi contro l'ordine costituito ". I contadini stavano male, sapevano che la colpa era dei loro governanti, ma non avevano gli strumenti linguistici per esprimere il loro dissenso e,quindi,per trasformarlo in azione. I napoletani ai tempi di Masaniello potevano dire -"S tiamo