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Visualizzazione dei post da ottobre, 2014

IL SAMADHI IN PATANJALI

Le disquisizioni tecniche, storiche o filologiche sui testi base dello Yoga, spesso annoiano. Un tempo, durante gli stage e le lezioni, parlavo spesso delle scritture, dei significati letterali delle parole, delle loro interpretazioni in base alla fantasiosa etimologia indiana (Nirukta),  ma ho scoperta che la maggior parte degli ascoltatori si annoiava, si distraeva. finivo per fare inutili monologhi che puzzavano di erudizione. Col tempo la percentuale  di chiacchiere più o meno erudite è diminuita fino ad arrivare al minimo indispensabile. Lo yoga è essenzialmente pratica. Meglio, mille volte meglio  far sperimentare uno stato psicofisico anziché passar le ore a parlare di sesso degli angeli e a cercare perifrasi ad effetto per risvegliare un auditorio semiaddormentato. Pure ogni tanto credo sia  bene puntualizzare qualche concetto di base,  rinfrescare un po' i fondamentali, che a lungo andare si rischia di dimenticare chi siamo e dove si va a parare. Un sorriso, 

NON RIFIUTARE MAI L'OFFERTA D'AMORE: COSI' DICE LA LEGGE

Stamattina, appena sveglio, ho aperto a caso una raccolta di Upanishad.  Un giochino che facevo spesso, tempo fa.  Ho aperto il libro e poi, ad occhi chiusi, ho puntato l'indice.  Stamattina ho trovato il canto d'Amore della Chandogya Upanishad (Tredicesimo Khanda).  Ho tradotto io, canto d'Amore, in realtà si chiama Sāman Vāmadevya.  So che le disquisizioni sui termini sanscriti e sui loro vari significati annoiano parecchio e da un po' di tempo, scrivendo di yoga, tento di parlare come mangio (esercizio di purificazione dai mirabili effetti, che consiglio vivamente...), ma in questo caso una disgressione piccola piccola, priva di pretese, forse potrebbe avere una sua qualche utilità.  Sāman  significa melodia, abbondanza, felicità, tranquillità.  Vāmadevya , se non sbaglio, vuol dire "riferito a  Vamadeva " che dovrebbe essere una delle cinque facce di Shiva, quella dolce e poetica che i rishi associavano all'Acqua e gli yogin tibetani al vento e