" Gli indiani non pregano, praticano ", mi diceva Balasundaram Sonam, un maestro di Kathakali con cui ho lavorato venti anni fa, e credo che dovremmo tener conto di questa frase ogni volta che ci accingiamo a praticare un mantra o ad interpretare un immagine sacra hindu - dipinta o scolpita - che solitamente è l'immagine fisica del mantra. Prendiamo il mantra più famoso dello yoga ॐ नमः शिवाय Nella traslitterazione in caratteri latini OM NAMAḤ ŚIVĀYA Il recitarlo 108 o 1008 volte non è pregare, ma affrontare una pratica di alchimia interiore. Innanzitutto occorre sapere cosa significa: ॐ innanzitutto è il प्रणव praṇava , che,a prescindere dalla valenza che gli viene attribuita generalmente - dio, il nome di dio, la vibrazione universale ecc. - non è né una parola né una sillaba dell'alfabeto sanscrito, ma è un bija mantra , un suono senza nessun significato nella lingua parlata che ha la caratteristica di essere tripartito nel s
Formazione, Promozione e Divulgazione dello Yoga