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Visualizzazione dei post da giugno, 2016

LASCIARE LA PRESA - ARTE DELLA RIGENERAZIONE

Illustrazione di Laura Nalin "Lasciare la presa, cioè l'impugnatura della spada, ha vari significati. Può voler dire vincere senza la spada. Può voler dire essere incapaci di vincere senza la tachi, è difficile descrivere questa tecnica."  Il dodicesimo giorno del quinto mese del secondo anno dell'era Shoho Shinmen Musashi  La  giusta azione  è "lasciare la presa" . Difficile da comprendere. Una storia che mi affascina e che forse può aiutare a capire cosa significhi "lasciare la presa"  è quella del "Nano cosmico" (  l'ho letta per la prima volta in un libro di Zimmer, " Miti e Simboli dell'India ") il nano cosmico, nato  dalla madre degli Dei, Aditi,  è  Vamana , quinto avatar di  Vishnu.   Nei Purana si  racconta che, un giorno, il "Narayana" viene svegliato dal suo sonno sul mare nero dell'inizio. Un  Asura,  un malvagio Re del Mondo, dopo aver  spodestato  gli dei  si sta appropriando dell&

I TRE TESORI E IL BAMBINO DIVINO

Tratto da: "Hathayoga - la lingua perduta dei Veggenti", Aldenia Edizioni; parte prima capitolo III Fig. 3 Golfo di Baratti-lezioni di Yoga sulla spiaggia Su internet gira un video degli anni ’30 in cui si vede Krishnamacharya (il padre dello yoga moderno, maestro di Iyengar, Desikachar e Phattabi Jois) eseguire alcune sequenze tradizionali di Haṭhayoga. L’eleganza, la morbidezza e la fluidità dei suoi movimenti, sono così lontane dalla rigidità di alcuni yogin contemporanei da far pensare a due discipline diverse. Il fine dello Yoga è quello di restituire all’essere umano la dignità del suo Stato Naturale[3], una condizione nella quale il corpo libero da blocchi e contrazioni si muove come si muoveva Krishnamacharya, con l’eleganza del felino, la fluidità del serpente, la leggerezza di un gabbiano che si fa cullare dal vento. Una condizione impossibile da raggiungere se non si fanno i conti con le proprie emozioni e con i propri meccanismi mentali. 

LA LINGUA PERDUTA DEI VEGGENTI

HATHAYOGA - LA LINGUA PERDUTA DEI VEGGENTI- Aldenia Edizioni. Prefazione di Malcolm Bilotta, foto di Francesca Proietti, copertina di Roberto Rizzotto (Photo Riz) Tra pochi giorni uscirà nelle librerie il mio secondo libro : " HATHAYOGA-La lingua perduta dei veggenti ", edito da Aldenia. Devo ammettere che sono un po' emozionato. Il libro che ho pubblicato lo scorso anno, " La via del sesso ", che prendeva le mosse dalla mia esperienza personale, era fondamentalmente un libro tecnico, che partiva dall'analisi dei testi e dei simboli tradizionali. In questo racconto innanzitutto la storia del mio rapporto d'amore con lo yoga e di come, negli ultimi dieci anni, le mie idee, la mia maniera di affrontare la realtà, la mia Vita, siano mutate profondamente. Una rivoluzione a dir la verità. Il libro è diviso in quattro parti:  nella prima parlo delle mie origini, di Yoga.it (il luogo virtuale che ha inciso non poco sulla mia pratica e sulla mia