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Visualizzazione dei post da aprile, 2014

TE LO LEGGO NEGLI OCCHI

"Finirà, me l'hai detto tu,ma non sei sincera, te lo leggo negli occhi, hai bisogno di me. Forse vuoi dirmi ancora no, ma tu hai paura, te lo leggo negli occhi, stai soffrendo per me. E nei tuoi occhi che piangono,mille ricordi non muoiono. Perdonami se puoi e resta insieme a me. Tra di noi forse nascerà un amore vero" "Te lo Leggo negli Occhi", è il testo oscenamente sdolcinato, di una canzone degli anni '60. La cantava Dino, un tizio dall'occhio ceruleo di cui si sono perse le tracce da decenni. -"Però le parole arrivano"- mi ha detto A. un amico musicista. Il messaggio è chiaro e semplice. Chiunque ascolta la canzone la interpreta nello stesso modo. In altre parole il pensiero e l'emozione che voleva esprimere l'autore della canzone, che credo sia Sergio Endrigo, attraverso l'interprete "arrivano", inalterati, all'ascoltatore. Si, qualcuno sbadiglierà, altri si commuoveranno pensando ad amori lontani, altri ancora s

TRADIMENTI

Sono con Ivana. La mia amica di sempre. La ascolto. Racconta ad altri di quando mi ha incontrato, 35 anni fa. Un deficiente boccoluto che se ne andava in giro con un flauto di canna, seguito da un codazzo di ragazze. 35 anni sono tanti. Un deficiente. Pensavo di essere Krishna all'epoca. Ridiamo. Ivana è brava a raccontare. Me lo vedo davanti il deficiente con la faccia da surfista. Che buffo. Poi viene la malinconia. No, non è la nostalgia della giovinezza, è qualcosa di diverso. L'umore si fa nero. Torniamo a casa e accendo il pc. Oh! Il forum di Yoga! Leggo gli ultimi interventi, verbosi, colti. Discussioni sugli scopi della vita, dello yoga, sui rapporti tra pensiero occidentale e pensiero indiano. Fino a poco tempo fa mi sarei fregato le mani e mi sarei buttato come un falco sulle colte citazioni, le perifrasi ad effetto e gli involontari strafalcioni degli altri falchi. Adesso gli onorevoli duelli filosofici alla ricerca della verità ontologica mi paiono insensati.

UDDIYANA BANDHA - IN VOLO VERSO LE STELLE

" Come l'uccello vola nel cielo, così l'uomo, come un leone su un elefante, mostra la sua vittoria sulla morte, grazie alla vitalità acquisita con Uddiyana Bandha " Yogacudamani Upanishad  In questo video mostro una parte della mia pratica di Uddiyana bandha e Nauli Kriya.  Non ho aggiunto spiegazioni, perché penso che i bandha, per come li intendo io, siano una questione delicata, e che possano essere appresi solo direttamente.  Ma volevo condividere le mie riflessioni e gli effetti che la pratica ha su di me. La prima riflessione l'ho fatta sul nome. uḍḍīyana. A dir la verità a volte si trova scritto anche in maniera diversa, uḍḍiyāna, ma credo che quest'ultima parola indichi una particolare Mudra, un gesto. Dunque uḍḍīyana significa: alzarsi in volo/elevarsi/librarsi/ergersi/sali re alle stelle. Ovviamente il pensiero va subito al diaframma toracico, che viene spinto verso l'alto. Ma se invece quell'alzarsi in volo o sali

PIEDE DI TIGRE E LA DANZA DELL'UNIVERSO

Un giorno, nella Foresta di Thillay, Vyaghrapada ( व्याघ्र vyāghra =Tigre,  पाद pāda =Piede) trovò uno Shiva lingam. Si dirà che oggi di Shiva Lingam, la pietra a forma di uovo venerata come pene di Shiva, se ne trovano a bizzeffe, di ogni materiale, foggia e dimensioni, ma all'inizio quel nome era riservato ai frammenti di  una stella caduta nel fiume Narmada migliaia e migliaia di anni fa. Pietre rare, insomma. Vyaghrapada lo prese come un segno divino Per celebrare l'evento miracoloso ci voleva dell'acqua e guarda caso proprio lì vicino c'era una fonte. Ci volevano anche dei fiori e la foresta ne era piena, ma quando cercò di raccoglierli migliaia e migliaia di api si gettarono su di lui. Le api indiane sono assai selvagge, e grosse come dita. Spaventato dai ronzii "Piede di Tigre" optò per una fuga onorevole. Ma non si diede per vinto: era uno Yogin. Si mise seduto, calmò il respiro e la mente e cominciò a recitare il mantra di Shiva: "OM

LOGICA CORPOREA - LA SPACCATA FRONTALE

Molti praticanti, e alcuni insegnanti che conosco, hanno difficoltà ad assumere le posizioni come Upavishta Konasana, con le gambe in apertura, Si arriva a dire che non sono essenziali per la pratica dello Hatha Yoga o che l'apertura è roba da ballerini e che dipende da una predisposizione naturale. In realtà l'apertura è essenziale per uno Hatha Yogin, se non si padroneggiano le "spaccate, sarà difficile assumere correttamente Padmasana o Siddhasana. E per ciò che riguarda la predisposizione naturale, a parte i casi di patologie più o meno gravi, basta osservare i bambini nei primi anni di vita: per loro Mandukasana o Upavishta Konasana sono posizioni normali. Alcuni ci si addormentano, suscitando i gridolini di incredulità di adulti con il bacino contratto e le lombari accartocciate. Per poter assumere le posizioni fondamentali dello Hatha Yoga, per prima cosa occorre prendere coscienza dei fantastici giochi di specchi costruiti dalla mente. Nella n

IL MISTERO DELLE LETTERE SCOMPARSE

"The Purloined Letter", la Lettera Rubata, è un racconto di Edgar Allan Poe.  La trama è banale: l'investigatore August Dupin si mette alla ricerca di una lettera "compromettente", rubata a fini ricattatori, da un ministro francese. Il documento sembra svanito nel nulla, fin quando l'astuto Dupin non ha una specie di illuminazione: "niente è meno visibile di ciò che è esposto agli occhi di tutti". La lettera non è mai stata nascosta: è nello studio del Ministro, sullo scrittoio. Questa storiella apparentemente idiota, ha ispirato e continua ad ispirare, filosofi, psicologi e romanzieri, da Freud a Lacan, da Derrida a Baudelaire, da Sciascia a Proust. L'incapacità di vedere ciò che è evidente è uno dei problemi principali dell'uomo moderno. Siamo sempre alla ricerca di misteri, di nascondigli, di "Codici da Vinci" e non vediamo quello che abbiamo sotto il naso. Il pensiero obliquo, la necessità di trovare delle segrete motivaz

L'AMORE CHE MUTA LO SPAZIO - L'ARTE DELLA VIBRAZIONE

Ho passato una notte agitata. Dormo tre, quattro ore, di solito, e bene. Questa notte no. Mi rotolo nel letto, mi assopisco, mi risveglio intronato da visioni, più che da sogni, e ripiglio a litigare col lenzuolo. Per gli Hindu era  Rama Navami,  ultima delle nove notti di Durga, e a un certo punto ho  pensato che la Dea fosse venuta a farmi visita. Per tutta la mattina ho avuto le gambe molli, anzi mi pareva proprio di non averle le gambe. Non mi sono preoccupato. Sono stati  di alterazione che conosco bene. L'importante è far finta di niente.  Vediamo...Chiacchiero con la suora in autobus (Roma è piena di suore) "Ma Papa Francesco è straordinario!", fingo di leggere i messaggi al cellulare, rovisto nella borsa del pc in cerca di chissà che. La suora mi sorride e una bimba con le lentiggini mi chiede se ho perso qualcosa.  E vai! sembro normale o quasi. Scendo e faccio un tratto a piedi, si fa per dire. Sentirsi un fantasma è una roba strana. Mi

IL TEATRO DELLA MEMORIA: L'APERTURA DEL CUORE, IL RICORDO, LE EMOZIONI

    A che serve lo Hatha Yoga?                                   Un  Mantra, una Mudra, un Asana vibrano. Vibrano n ella pelle, nella carne, nelle ossa, e “dentro” c'è qualcosa che risponde, un'eco lontana, un' onda che risciacqua la memoria e fa tornare in gola i ricordi. .. -” Il puzzo di fritto dei mercatini di Livorno... gli ori delle donne ebree... Irish, il mio boxer bianco che sbava sulle mani di mio nonno... ”- Sbavano i boxer, ma sono belli. Se ne sono andati d'estate, insieme. I cani se ne vanno sempre con le persone amate, forse hanno paura che si perdano.  Da bambino pensavo che i morti se li portava via il libeccio.  La risacca si lascia dietro un sacco di cose, mucchi di alghe, corde, ossa di pesce scolorite, che sole e salmastro incollano agli scogli. Al tramonto si fanno facce, alberi o draghi antichi. Sembrano lì da sempre. Quasi ci si affeziona a quei guardiani scolpiti dal mare. L'onda del libeccio li strappa via. Resta solo lei

IL RITO DELLO SCORPIONE

Uno degli errori più comuni del principiante, nell'accostarsi ad una posizione di media o alta difficoltà, è quello di aggredire l'Asana quasi fosse una fortezza da espugnare.  Nel caso di VṚŚCIKĀSANA, ad esempio, cercherà innanzitutto gli appoggi giusti con l'aiuto di un muro o del comodo divano del soggiorno, provando e riprovando fin quando, con una certa soddisfazione non riuscirà ad ottenere una certa stabilità,  e trascurerà i gesti, ritenuti banali, o facili di "entrata" ed "uscita" dalla posizione.  Assumere la posizione acrobatica è assai più gratificante che ascoltare la circolazione delle energie in ginocchio, o ruotare dolcemente le scapole per predisporle alla pratica.  Intendiamoci: non è che sia un male cercare di diventare fisicamente più forti ed abili, né usare dei sostegni.  Che nello hatha yoga ci sia una certa componente ginnica è fuori discussione.  Così come fuori discussione è il fatto che molti degli