“ messo sotto controllo il fiore di loto del cuore, si raggiunge Bhumi e attraverso la via mediana che porta verso l'alto, dopo aver posto Prana tra le sopracciglia, si raggiunge lo splendente Purusha che emana luce” Shankara Bhagavadpada – commento alla Bhagavad Gita VIII, 9,10 . Il 1° febbraio del 2007, giorno del mio compleanno, mi arrivò, dono inaspettato, una cassa di libri, quasi tutti traduzioni di testi di Shankara e di altri autori di quella che allora mi sembrava una scuola filosofica: l'Advaita Vedanta, o vedanta non duale. Tra le pagine della Bhagavad Gita c'era un biglietto: “Caro fratello ti prego di accettare questi libri. Sono sempre appartenuti a te.....”. Bello. Cominciai a studiare come un forsennato, andavo anche al bagno con i libri di Shankara, mi sembrava di “essere tornato a casa”. Un giorno, dopo un paio d'anni , Shankara mi apparve. Lo so che sembra strano, ma praticando Yoga ho vissuto spesso stati di alterazione percettiva...