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YOGA SUTRA - ASANA E PRANAYAMA

  Esamineremo in questo articolo, i versetti da 2.46 a 2.51, che riguardano la pratica degli āsana e la pratica del p rāṇāyāma . स्थिरसुखमासनम् ॥२.४६॥ in caratteri latini: sthirasukhamāsanam ||2.46|| ovvero: sthira-sukham āsanam. Esaminando parola per parola avremo: sthira , aggettivo, radice verbale " sthā " (in piedi), ha il significato di "stabile"; sukham, nominativo neutro singolare, dal prefisso " su " che significa "buono", "piacevole", godibile" e dal sostantivo neutro " kha ", che significa "vuoto", "cielo"," foro", mozzo della ruota" e, nel tantra il "vuoto creativo della vagina della Dea", ha il significato di "piacevole", "che provoca godimento"; āsanam , nominativo singolare, formato dalla radice verbale " ās " che significa "sedersi" e dal suffisso " ana " che è un suffisso neutro " Kr̥t " (o qualcos

Gli Asana nello Yoga Sutra

  2.46, è uno dei tre versetti dello Y.S.- gli altri sono 2.47 e 2.48 - nei quali si descrive la maniera corretta di assumere un asana. Al contrario di molti altri versetti dello Yoga Sutra, il 2.46 è unestremamente semplice e comprensibile. Cominciamo con il testo originale: स्थिरसुखमासनम् ॥२.४६॥ in caratteri latini: sthirasukhamāsanam ||2.46|| ovvero: sthira-sukham āsanam. Esaminando parola per parola avremo: sthira , aggettivo, radice verbale " sthā " (in piedi), ha il significato di "stabile"; sukham, nominativo neutro singolare, dal prefisso " su " che significa "buono", "piacevole", godibile" e dal sostantivo neutro " kha ", che significa "vuoto", "cielo"," foro", mozzo della ruota" e, nel tantra il "vuoto creativo della vagina della Dea", ha il significato di "piacevole", "che provoca godimento"; āsanam , nominativo singolare, formato dalla radic

Patañjali e i Nuovi Profeti dello Yoga

  Qualche giorno fa discutevo, qui su FB, con l'amico Massimo Takai Celentano , dell'entusiasmo con cui alcuni appassionati di yoga, giovani dal punto di vista della pratica, abbracciano una particolare interpretazione dello Yoga Sutra senza tener conto delle spiegazioni di Vyasa, Shankara o Vachaspati, e, convinti di aver finalmente compreso ciò per cui altri, per secoli magari, si sono inutilmente o quasi, scervellati, si propongono di diffondere la propria vera o presunta conoscenza, a tutti, magari anche a chi non è assolutamente interessato a ricevere tale dono. In realtà guardo con simpatia a questi eccessi, perchè credo che siano mossi da ingenuità e generosità, e forse chissà, perchè in passato anch'io ho rischiato di essere colpito dalla sindrome del profeta. Comunque sia mi permetto di dare dei consigli, anche se non richiesti, a tutti coloro che intendano muoversi da inesperti, nel periglioso mondo dell'interpretazione del Sutra. Punto primo: Studiatevi il

Hathayoga - La Grotta delle Api

  Il Joga Pradīpikā , pubblicato nel 1737, è un manuale di Haṭhayoga scritto in un antico dialetto Hindi,in cui forme e vocaboli delle lingue conosciute come Braj Bhasa e Khari Boli si fondono con alcuni elementi di sanscrito [1] . Il cammino dello Yoga, nella  Joga Pradīpikā   viene diviso in sette parti o branche - सप्ताङ्ग Saptāṅga - che risultano sostanzialmente diverse da quelle descritte nello अष्टाङ्ग aṣṭāṅga di Patañjali: 1. षटकर्म ṣaṭkarma (le “sei purificazioni” ovvero purificazione delle narici, del tratto digerente, dell’addome, del colon, del cranio e degli occhi); 2. मुद्रा mudrā (intesi come “bandha” e non come gesti delle mani. Joga Pradīpikā ne elenca 24); 3. आसन āsana (nel testo vengono citate 84 posture spesso diverse nei nomi e nella descrizione dagli āsana dello Yoga moderno); 4. प्राणायाम prāṇāyāma (inteso come “sospensione” o कुम्भक kumbhaka; il joga Pradīpikā ne elenca 8); 5. मन्त्र mantra (inteso come recitazione e visualizione del