I versetti da 3.8 A 3.10 chiariscONO, secondo me, un concetto molto usato - e forse abusato - nello yoga moderno: il concetto di flusso. Il termine che troviamo nello Yoga Sutra è praśānta-vāhitā, che si può tradurre, forse, con "flusso di quiete", ma praśānta nello Yoga assume un significato preciso che va oltre, secondo me, e comunque integra il suo significato letterale. Si legge in Śivapurāṇa 2.2.22: " Così disse Śiva - [...] O mia amata [...] le nuvole non raggiungeranno il luogo dove preparerò la [nostra]dimora. [...] Là sull'll'Himalaya anche le bestie feroci sono in quiete (praśānta). È la dimora di molti saggi e asceti. È la dimora dei Deva , e molti sono i cervi che vi si trovano”. Praśānta è quindi un qualcosa che assomiglia alla quiete dello "stato naturale" - Sahaja - , una "energia" legata, concettualmente, alla contemplazione della natura e alla rarefazione dell'aria sulle vette dell'Himalaya (dove non arrivano l
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