L'eleganza dello stato naturale, il Sahaja , è la lenta spirale, verso terra, di una foglia stanca del ramo. I danzatori parlano di “presenza”. Quando c'è “presenza”, ogni gesto diventa facile. Quando “non c'è”, quando la mente non si discioglie nel corpo, si sente un che di artefatto, di meccanico, come se mancasse l'impulso vitale. Il “vero danzare” è arrendersi alla legge naturale, lo sanno bene, in Oriente. Sorridono i pescatori di Hokusai, trascinati dalla grande onda, più alta del monte Fuji . Se remassero contro corrente, l'oceano spezzerebbe insieme la barca e l'illusione dell'agire. Se, per la fretta del coraggio o l'esitazione della paura, si lasciassero andare alla forza dell'onda nel momento sbagliato, si schianterebbero, di certo, sulla scogliera. Il loro gesto è perfetto. Danzano insieme al mare: giusta intensità, giusto ritmo, giusta direzione. L'onda esce dalle acque come un drago innamorato dell'alba. Si ferma, un istan
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