Ieri ho ripreso la spada che conosco. Ne ho sette, di spade. Dall'ultimo trasloco, il quarto, forse il quinto degli ultimi anni di nomadismo estremo, le tenevo sotto il letto, avvolte in un sacco nero della spazzatura. Poi, ieri, le ho tirate fuori, le ho riportate alla luce, ad una ad una con l'ipocrita lentezza di chi cerca, in foto ingiallite o nel fondo del suo cuore, il sapore di un bacio antico o di un sorriso perduto. Ne ho sette di spade, ma una mi piace più delle altre. No, mi piace non è la parola giusta, diciamo che la conosco, la so. E' una spada giapponese, una katana. Il fodero è di legno, laccato nero. La vernice qua e là è scrostata, ma non è male, gli dà un'aria vissuta Una volta durante una dimostrazione Haruiko con un colpo staccò la parte finale, una specie di tappo metallico. Allora l'ho sigillato con un nastrino che mi aveva regalato Puntsok Dhosam: ci sono dei disegni con i 5 colori dei tibetani, bianco,giallo
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