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ADVAITA VEDANTA: LA LEGGE DEL CINQUE

Una parola che ho incontrato spesso nei testi indiani è  विस्मय  vismaya. Vuol dire "stupore", "meraviglia", "restare attoniti" ed è lo stato d'animo di chi comincia ad approfondire la via dello yoga. -"  vismayo yogabhūmikāḥ  "- si legge negli Shiva Sutra, ovvero lo stupore pervade il cammino [ " bhūmikā" significa "step", "parti", "terreno "] dello yoga, e devo ammettere che più pratico e studio e più provo meraviglia. L'impianto teorico dello yoga, è pazzesco: ogni gesto corrisponde ad un'energia del cosmo, ogni  asana  ad una costellazione, ogni parte del corpo ad un suono e ad un elemento della natura, ma ancora più pazzesco è scoprire che queste corrispondenze sono reali, sperimentabili, oggettive. Nei testi vedantici, ad esempio, si parla di cinque azioni fondamentali associate ai cinque elementi:  1) afferrare - Aria; 2) muoversi - Fuoco;  3) parlare - Etere; 4) defecare - Te

ADVAITA VEDANTA: IL SAMADHI

Il samadhi è strumento di conoscenza, Pensarlo come un punto d'arrivo si dice sia un errore abbastanza comune, tanto  che in alcune scuole sia visto come realizzazione. Patanjali nel libro terzo degli yoga sutra, chiarisce che il  Samadhi  è  परिणाम pariṇāma , parola che significa cambio, modificazione, alterazione. Ma cosa è il  samadhi ?  Meditiamo su un punto di luce. All'inizio si avranno tutta una serie di pensieri che riguarderanno sia il punto di luce che eventuali stimoli esterni. Poi, piano piano la mente porterà la totale attenzione sul punto di luce e si trasformerà, apparentemente , nel punto di luce. Supponiamo che questa apparente trasformazione si esprima con la visione di una specie di uovo luminoso e palpitante che emerge dall'oscurità. Se osservo l'uovo palpitante che emerge dallo spazio si tratterà di una " meditazione con seme" . Ci sarà un soggetto percepente (io che guardo) e ci sarà l'oggetto percepito (l'uovo). Ad un t

ADVAITA VEDANTA: LO YOGA SENZA SOSTEGNI (ASPARSA)

Qualche giorno fa a Cisternino, vicino all'Ashram di Babaji ho partecipato ad un incontro conferenza di Avasa, un maestro che mi è stato presentato come un illuminato advaitin, cioè di qualcuno che avrebbe realizzato la condizione di annichilimento dell'ego e di identità con l'Assoluto descritta dal filosofo indiano Shankaracharya nel Vivekacudamani . uno dei testi fondamentali dell'Advaita Vedanta. Avasa è un omino molto affascinante, dotato probabilmente di poteri psichici, ma sentendolo parlare mi sono chiesto cosa diavolo c'entri il suo lavoro con l'Advaita Vedanta. Mi è venuto in mente che forse la maggior parte delle persone non sa veramente cosa sia l'Advaita Vedanta ed allora, con l'umiltà di chi sa di non essere un illuminato e la presunzione di chi ha studiato e praticato advaita Vedanta per anni,ho deciso di mettere per scritto un po' di notizie e riflessioni. In questo secondo articolo sull'Advaita vorrei introdurre l'Asparsa

ADVAITA VEDANTA?

Quest'anno prima al Sand di Titignano,poi al Festival Vegano di Sarzana e poi a Cisternino, in Puglia, ho ascoltato delle cose bizzarre sull' advaita vedanta . Diciamo che è un termine che oggi, soprattutto in america, va assai di moda, ma le elucubrazioni di molti degli studiosi, maestri e filosofi che ho conosciuto mi pare che abbiano un po' poco a che vedere con la filosofia di Shankara Bhagavadpada,padre riconosciuto dell'Advaita Vedanta. Alcuni lo trasformano in una specie di nichilismo idealista, per cui niente di ciò che si vede e si tocca ha esistenza propria, tutto è un'illusione ecc. ecc. Altri, suggestionati forse da alcune teorie del  buddismo theravada , considerano il corpo un inutile involucro pieno di sangue, urina e feci e finiscono per  trasformare la filosofia di Shankara, in una specie di regno della logica contrapposto al mondo della materia, brutto sporco e cattivo. Ovviamente non mi sento il portatore della verità Advaita, nè uno strenuo dife

GORAKSHA, IL MAHANATH

La mia fissazione per Babaji e il Gorakhvani ["I  segreti di Guru Gorakh "- un libriccino di qualche decina di pagine edito da J.Amba editrice ] è cominciata nel luglio 2012, quando sono entrato per la prima volta nell'Ashram Bhole Baba, a Cisternino (nella Val d'Itria). Appena mi ha visto Rupchand, uno dei discepoli storici di Babaji di Hairakhan (uno di coloro che ne ha ascoltato direttamente gli insegnamenti per intenderci), mi ha guardato negli occhi e, praticamente senza dire una parola, si è alzato ha preso un libro dallo shop dell'Ashram e me lo ha regalato.  II libro era, appunto, il Gorakhvani, resoconto scritto delle istruzioni impartite da Babaji a Shri Shastri Vishnu Datt.  Secondo me si tratta di un testo straordinario, che descrive il percorso della realizzazione secondo gli insegnamenti Nath, attraverso una serie di simboli presi dai Veda, dai Purana, dal kundalini yoga, dal tantrismo tibetano... Dopo qualche giorno, Rupchand mi ha presentat