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LA GRAZIA DELLA DEA E IL VELENO DELLA MORTALITÀ

" Non c'è più giorno per me, né notte. Ho ridato il sonno a Colei cui apparteneva. Ho mandato il sonno a dormire per sempre. Amo la Tua oscura bellezza il battito del Tuo cuore, i capelli arruffati, Ti amo e ti venero "                  (Ramprasad Sen) Il sorriso della Dea è la GRAZIA, l'energia sottile che muta la percezione. Ciò che vedi lo vedi con gli occhi della Dea.  Ascolti con le Sue orecchie.  Senti con la sua pelle. Il tuo corpo cambia, e così lo spazio. Ogni gesto si fa danza. Pare più morbido il corpo, fluido. Come acqua che scorre. Ogni gesto, ogni  āsana   sono preghiere dedicate alla Dea. La dimensione del Tantra è tattile.  Una carezza interiore, un fremito sotto-pelle. Abhinavagupta parla di effervescenza, la sensazione che milioni di bollicine di champagne tentino di uscire dai pori della pelle. Sensazione  tattile, ma dal tatto, dall'aria, Il sorriso della Dea si diffonde nel corpo e nella mente e s

I VELI DELLA DEA

   (tratto d:"I VELI DELLA DEA - Iniziazione di uno yogin occidentale"; libro in preparazione) “Felice e beatissimo, sarai dio invece che mortale.   Agnello caddi nel latte.   Chi sei? Da dove sei?   Sono figlio della Terra e del Cielo stellato.”   (Frammenti Orfici, fr. 32 Kern) Lo yoga ci dice che siamo angeli caduti. O dei annichiliti. La liberazione, o la salvazione, della religione e della filosofia, è il ricordo di sé. È l'attimo in cui si è abbagliati dal riflesso della luce originaria che, da qualche parte, dentro di noi, continua a risplendere. Si dicono le stesse cose in Oriente, come da noi, ma se il Dio creatore dei cristiani invia il proprio figlio a morire sulla croce per i peccati dell'umanità e a spargere la grazia come fosse un profumo di cui, in fin dei conti, non si può fare a meno di godere, quello degli indiani dorme il sonno dei giusti, sulle acque scure dell'oceano dell'inizio. Non c'è nessun popolo eletto

PHURO! LA FASCIA OSCURA DI MAHAKAAL

Baul Non limitarti a praticare l'Arte: scardinane i segreti. Solo così otterrai la conoscenza per sfiorare il divino ". Ludwig van Beethoven Devi scardinare i segreti dell'Arte per avvicinarti al divino, dice Beethovan. Strano verbo scardinare, I segreti  di solito, si svelano, si sussurrano, si confidano. Scardinare ha qualcosa un  Appena ho letto la frase di beethoveen sullo Scardinare i segreti mi è venuto in mente il  Phuro mantra  della tradizione Nath. I  Phuro  sono Mantra "violenti", immediatamente realizzativi. Anzi  Phuro  (o Furo!) è di per se un mantra realizzativo,  Babaji di Haidhakhan lo recitava spesso. Il  Phuro  mantra più potente, a detta dell'Acharya Sri Shastrji Vishnu Datt Mishra, è  Pinda Kacha Shabda Sacha .  Shastriji Tutto l'insegnamento del  Sanatana Dharma , la "Filosofia perenne" che sta alla base dello Yoga, sarebbe racchiuso in queste quattro parole che solitamente vengono tradotte così: &q

ELOGIO DELLA GINNASTICA YOGA

Credo che dal prossimo anno presenterò tutte le mie lezioni,corsi e seminari sotto l'etichetta " Ginnastica Yoga ". Si tratta di una definizione che ha il merito di essere semplice e sincera. Lo yogin è un Gymnosofista (così veniva definito lo Yoga nel secolo scorso, " Gymnosophia ") e visto che nel mercato della spiritualità esistono ormai centinaia di Yoga diversi, spesso in contraddizione tra loro, il ritorno alla chiarezza e alla semplicità mi pare cosa buona e giusta. Lo Yoga, l'Arte dell'Essere Umano, applicazione pratica degli insegnamenti del   Sanātana Dharma (la Filosofia Perenne indiana), si è trasformato in una desinenza, o, talvolta, in un suffisso che ha lo  scopo di attrarre nuovi potenziali consumatori del lucroso mercato della spiritualità. Negli anni '70 era accaduto con la parola zen : ce  n'era per tutti i gusti, dai motociclisti, ai tennisti, ai teatranti, agli aspiranti scrittori...tutti facevano, a loro d

DEDICATO AGLI ALLIEVI DI CITRA YOGA : L'INSOSTENIBILE PESANTEZZA DELL'APPARIRE

Il primo biennio di Citra Yoga Padova si avvia alla conclusione. Il prossimo fine settimana e il week end del 1° dicembre saranno gli ultimi due incontri prima dell'esame finale, due incontri fondamentali. Per me sarà emozionante e, per certi versi, doloroso. Il rapporto tra insegnante e allievo è anche, e soprattutto, un rapporto d'amore. Già per cosa si insegna Yoga se non per amore? Nessuno, a parte pochissime eccezioni, è mai divenuto ricco insegnando Yoga. Si insegna per condividere le proprie esperienze, la propria idea del mondo e della natura. Si insegna convinti, anche quando si sbaglia, di agire " per il bene degli esseri senzienti ". Il tema di base dei due workshop sarà la pratica della serie Rishikesh, la sequenza di dodici posizioni resa famosa da Swami Shivananda, ma in realtà si tratta di molto di più. Personalmente, cercherò, con tutti i miei limiti di conoscenza e di comunicazione, di trasmettere agli allievi quella che se