"Tyger! Tyger! Burning bright In the forests of the night: What immortal hand or eye Could frame thy fearful symmetry?" Mi sono portato dietro questi versi di William Blake per anni. Intendo fisicamente: l'avevo scritta sulla prima pagina di un quadernino a quadretti che usavo per prendere appunti. Erano i miei primi anni di studio dello haṭhayoga e, con l'entusiasmo tipico dei neofiti, praticavo tre, quattro ore al giorno. Mi svegliavo all'alba, doccia fredda ed esercizi di scioglimento, poi meditavo una mezz'oretta e andavo a scuola. Il pomeriggio mi dedicavo agli āsana e alle sequenze. Ricordo che per "far mia" la posizione dello Scorpione ci ho messo un estate intera. Se penso alle polemiche attuali sulla Ginnastica Yoga e alle divisioni attuali tra "Yoga Fisico" e "Yoga Spirituale" mi viene da ridere: per noi yogin degli anni '70 la pratica fisica, lo studio dei testi e la pratica meditativa andavano d
Formazione, Promozione e Divulgazione dello Yoga