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VINYĀSA - L'ARTE DELLA SEQUENZA

Vinyāsa (in sanscrito विन्यास ) è un termine assai popolare nelle nostre scuole di yoga. Di solito viene tradotto con “sequenza” o con stile degli “ āsana in movimento”, e viene contrapposto allo Haṭḥayoga che sarebbe lo “yoga degli āsana immobili”, ma sono definizioni – completamente o in parte – inesatte. Tecnicamente, nello yoga odierno, la parola vinyāsa indica sia i movimenti di transizione compiuti da uno yogin per passare da una posizione all’altra sia l’insieme di posizioni e passaggi eseguiti praticando una sequenza di āsana , ma se si tiene conto della tradizione artistica e filosofica indiana vedremo, che si tratta di qualcosa di molto più profondo e complesso. In epoca moderna il primo a descrivere i vinyāsa e ad inserirli in un sistema di insegnamento fu Krishnamacharya , che nei suoi libri “Yoga Marakanda” (1934) [1] e, soprattutto “ Yogasanagalu ” (1941) [2] descrive un certo numero di posizioni e di sequenze. Si tratta di testi assai interes

OM NAMAḤ ŚIVĀYA - IL MANTRA COME PRATICA ALCHEMICA

" Gli indiani non pregano, praticano ", mi diceva Balasundaram Sonam, un maestro di Kathakali con cui ho lavorato venti anni fa, e credo che dovremmo tener conto di questa frase ogni volta che ci accingiamo a praticare un mantra o ad interpretare un immagine sacra hindu - dipinta o scolpita - che solitamente è l'immagine fisica del mantra. Prendiamo il mantra  più famoso dello yoga ॐ नमः शिवाय Nella traslitterazione in caratteri latini OM NAMAḤ ŚIVĀYA Il recitarlo 108 o 1008 volte non è pregare, ma affrontare una pratica di alchimia interiore. Innanzitutto occorre sapere cosa significa: ॐ  innanzitutto è il  प्रणव   praṇava , che,a prescindere dalla valenza che gli viene attribuita generalmente - dio, il nome di dio, la vibrazione universale ecc. - non è né una parola né una sillaba dell'alfabeto sanscrito, ma è un bija mantra , un suono senza nessun significato nella lingua parlata che ha la caratteristica di essere tripartito  nel s

IL "VIGYANA" BHAIRAVA TANTRA E LE TRADUZIONI BALLERINE

Nella pratica dello yoga arriva un momento in cui insorgono delle domande sulla validità della ricerca personale e degli insegnamenti ricevuti. Si tratta di una fase che attraversano – quasi – tutti ,anche coloro che, seguendo la via della devozione, sono abituati a prendere le parole del maestro – di carta o in carne ed ossa che sia -   come verità assoluta. Credo che sia legittimo cercare di approfondire, anzi credo sia una necessità. Fingiamo di essere un praticante medio: Sento i miei insegnati o qualche praticante esperto, parlare del “ Vijñana Bhairava Tantra ” . Si tratta di testo del IX-X secolo d.C. che gode in occidente di una grande reputazione, almeno dagli anni ’80, quando Osho dichiarò di essersi illuminato grazie alla sua lettura. Cosa faccio? Innanzitutto comincio a ricercare su internet le traduzioni dei maestri più famosi, giusto? Anzi, per scrupolo, visto che sono pignolo, vado sui siti specializzati indiani e cerco la versione in sanscrito.