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DEFINIZIONE E SCOPO DELLA MEDITAZIONE - Lezione On Line dell'11 maggio 2011

A che serve la meditazione? Di Solito scimmiottando i monaci zen si dice che non serve a niente, anzi che non deve servire a niente, ma una finalità la dovrà pure avere, altrimenti tutti coloro che si iscrivono ad un corso di meditazione, o acquistano un manuale di meditazione dovrebbero essere dei deficienti. Se spilucchiamo un po' trai testi di yoga, Yoga S ū tra ad esempio, si scopre che per  meditare bisogna purificare una roba detta  चित्त  citta ,  oppure che  meditare è lo stato in cui  चित्त  citta  è purificata. Viene da pensare che per sapere a che serve la meditazione, dovremo scoprire innanzitutto cosa significa  citta. Usualmente viene tradotto con  "mente"  ma non sarebbe errato tradurlo con   “scopo”, “desiderio”, “intelligenza”, “conoscenza”, “cuore”, “memoria” ecc. Si potrebbe dire che   C itta  è l'insieme delle facoltà che chiamiamo pensare, volere, sentire... La parola  cittacaura  (si pronuncia  cittaciaur ) nel linguagg

LA MANIPOLAZIONE DI PATAÑJALI - UNA DIMOSTRAZIONE PER ASSURDO

Qualche giorno fa, prendendo spunto da una sommaria analisi del Bhaviṣya Purāṇa, o “Purāṇa di Gesù”, testo falsificato, nemmeno troppo abilmente, all’inizio del XX secolo, abbiamo formulato l’ipotesi – che abbiamo definito assurda – della manipolazione di molti dei testi di yoga che oggi definiamo “tradizionali”, primo tra tutti gli Yoga Sūtra di Patañjali, la cui più antica versione esistente risulterebbe essere quella del   1874 il cui autore risulta essere tale “Jibananda Vidyasagara”. Ipotesi, ripetiamo assurda, ma visto che ci piace giocare cercheremo di dimostrarne la infondatezza – o al contrario la fondatezza – con l’arma della “reductio ad absurdo”. La reductio ad absurdo è un divertente tipo di dimostrazione logica che, partendo dalla negazione della tesi che vogliamo sostenere, arriva logicamente – tramite presentazione di prove, indizi e ragionamenti logici – a conclusioni incoerenti e contraddittorie. Per cominciare a giocare definiamo prima la tesi

E SE GLI YOGA SŪTRA FOSSERO UN FALSO DEL XIX SECOLO? - STORIA SEGRETA DELLO YOGA (2)

Molti dei testi filosofici indiani, che siamo abituati a ritenere antichi o antichissimi, sono in realtà di epoca relativamente moderna. Alcuni di essi sono stati scritti addirittura da occidentali, come il “ Thembavani”, libro sacro in lingua Tamil scritto dall'italiano  Costanzo Breschi nel XVIII secolo. Altri sono stati falsificati con tale abilità da renderli indistinguibili dagli originali. Un esempio di questa – molto probabile - manipolazione è il Bhaviṣya Purāṇa , uno dei diciotto “ Purāṇa” maggiori. Il Bhaviṣya Purāṇa, viene   attribuito a Vyāsa, il mitico autore del Mahābhārata, e   contiene  una sezione dedicata alle “profezie” detta “ Pratisargaparvan ”, in cui  sono descritti eventi come l’invasione, islamica, la nascita della religione Sikh, la dominazione britannica e, appunto, la comparsa di Cristo in India [1] . La lettura delle “Profezie di Vyāsa” -  risalenti secondo gli studiosi del primo '900 almeno a 1.000, 1.500 anni prima di Cri