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IL RITO DELLO SCORPIONE

Uno degli errori più comuni del principiante, nell'accostarsi ad una posizione di media o alta difficoltà, è quello di aggredire l'Asana quasi fosse una fortezza da espugnare.  Nel caso di VṚŚCIKĀSANA, ad esempio, cercherà innanzitutto gli appoggi giusti con l'aiuto di un muro o del comodo divano del soggiorno, provando e riprovando fin quando, con una certa soddisfazione non riuscirà ad ottenere una certa stabilità,  e trascurerà i gesti, ritenuti banali, o facili di "entrata" ed "uscita" dalla posizione.  Assumere la posizione acrobatica è assai più gratificante che ascoltare la circolazione delle energie in ginocchio, o ruotare dolcemente le scapole per predisporle alla pratica.  Intendiamoci: non è che sia un male cercare di diventare fisicamente più forti ed abili, né usare dei sostegni.  Che nello hatha yoga ci sia una certa componente ginnica è fuori discussione.  Così come fuori discussione è il fatto che molti degli

IL TEMPO DEGLI AMANTI: KRAMAMUDRA

Kramamudrā   è una delle tecniche  segrete dello yoga tantrico. Oddio..."segrete" non è la parola giusta, non ci sono segreti nello yoga. A pensarci bene non è neppure una tecnica, ma un qualcosa che avviene, mentre si fa l'amore. Qualcosa di strano. Il ventre della Yogini,  sulla linea che va dall'ombelico alla vagina (una linea detta in sanscrito  कालक kālaka, come la pupilla, e il corvo femmina) comincia a vibrare, anzi a pulsare. Una pulsazione regolare e , ben distinta dal battito cardiaco o dal ritmo della respirazione che scuote le gambe, le braccia, il collo e risuona, infine, nel pene e nel ventre dell'amante. I due corpi si fanno uno e quell'uno inizia a muoversi come "un pesce appena pescato". Questa danza involontaria scatena un'onda sottopelle, una curiosa sensazione di effervescenza, come se dai pori uscissero milioni di bollicine di champagne. Se si riesce a "vedersi visti", ad ascoltare  l'ener

HATHA YOGA: FAR SBOCCIARE IL LOTO

" Far sbocciare il loto dai mille petali " suona bene.  In genere si pensa sia la poetica metafora di un particolare "stato coscienziale", quella non ben definita condizione di beatitudine, distacco e conoscenza intuitiva,  che viene chiamata da alcuni Realizzazione. Una roba vaga, la Realizzazione, un enorme contenitore  in cui, ai nostri tempi, si ficca di tutto, dalle crisi mistiche, alle alterazioni percettive causate da squilibri ormonali.  Nella piacevole nebbiolina che avvolge il mondo dello Yoga, del Tai Ji Quan e della Post New Age, le definizioni vaghe aiutano a creare vecchi/nuovi miti in grado di soddisfare il desiderio di sovrannaturale dell'uomo bambino. Il "quotidiano" è noioso, e crudele, a volte, così  si sceglie il sovrannaturale inteso come qualcosa di più vero del vero, quale via di fuga dalla grigia realtà: le favole sono sempre (o quasi) più belle della vita vissuta. Sovrannaturale (o soprannaturale) è un fenomeno che va o

STELLE, PERLE E VELENI: LA PRATICA DELL' YDAM

” Se l' uomo vedesse le stelle una volta ogni cento anni conserverebbe il ricordo della città di Dio ”. L'ho letto da qualche parte, una trentina di anni fa. Lo stupore svela la bellezza, la consuetudine la rende invisibile. Da bambino, al tramonto, mi chiedevo cosa sarebbe successo se il sole si fermava, un attimo prima di sciogliersi nel mare d'oro. La meraviglia del principio si sarebbe presto fatta panico. Astrologi e profeti avrebbero gridato alla fine del mondo o all'arrivo di alieni dalle mani appiccicose, i padroni avrebbero donato soldi e gioielli ai servi, i timidi gridato il loro amore in piazza e mia mamma sarebbe andata a Venezia. Poi, pian piano, il tempo avrebbe dipinto il prodigio di normalità. Si abitua a tutto l'essere umano. Dopo duecento anni mezzogiorno sarebbe stato un ricordo antico e chi avesse parlato di notti stellate un pazzo. Solo ciò che si trasforma ci interessa: la bellezza dell'eterno, sempre u

IL SEGRETO DEGLI AMANTI DIVINI

Le rappresentazioni pittoriche dell'"Isola delle Gemme" sono sempre descrizioni dello Sri Yantra. Quella che pubblico sotto è particolarmente interessante: Ritrae sri bhagavatī (DURGA) e il suo sposo, sri bhagavat (SHIVA) che, muniti entrambi di archi e frecce, siedono tranquillamente su un cadavere. La prima cosa su cui soffermarsi, secondo me, è il significato della parola bhavagat. Di solito viene tradotto con "BEATO", ma anche con "ASSOLUTO", "DIO", "VENERABILE", "GLORIOSO". Il suo significato letterale è un po' diverso: वत् vat significa "COME", "IDENTICO A..." oppure, alla fine di una frase, "PIENO DI...". भग bhaga invece vuol dire, senza ombra di dubbio, "VAGINA". Bhagavat è quindi "COLUI CHE E' PIENO DI VAGINA/E" o che è "COME UNA VAGINA". Di fatto ci troviamo di fronte ad un ritratto del SIGNOR PIENO DI VAGINE e della sua consorte. Potrebbe s

KUNDALINI, LA MADRE DEI VENTI

“ ...Nel suo profondo vidi che s'interna, legato con amore in un volume, ciò che per l'universo si squadema: sustanze e accidenti e lor costume quasi conflati insieme, par tal modo che ciò ch'i' dico è un semplice lume...” [Dante – Paradiso ] Ero un bambino quando ho cominciato a fare i conti con gli stati di alterazione, le visioni e i sogni premonitori. Per un periodo ho persino pensato di essere Shiva. Capita. Quando ho lavorato con Jinpa e Dhosam , i monaci che mi hanno iniziato al mantra yoga, avevo già trentasei anni. Non ero buddista e né lo sono adesso. Non ho mai aderito a nessun credo religioso, se devo dire la verità, e non ho mai cercato Dio, pensavo fosse ovunque, qui ed ora. Non ho nemmeno mai cercato un guru. In fin dei conti non ho mai cercato niente. E mi sono sentito raramente “a casa”. Quella di essere altro da me o di essere stato altro da me, è una sensazione che mi accompagna da sempre, ma non mi