Uno degli errori più comuni del principiante, nell'accostarsi ad una posizione di media o alta difficoltà, è quello di aggredire l'Asana quasi fosse una fortezza da espugnare. Nel caso di VṚŚCIKĀSANA, ad esempio, cercherà innanzitutto gli appoggi giusti con l'aiuto di un muro o del comodo divano del soggiorno, provando e riprovando fin quando, con una certa soddisfazione non riuscirà ad ottenere una certa stabilità, e trascurerà i gesti, ritenuti banali, o facili di "entrata" ed "uscita" dalla posizione. Assumere la posizione acrobatica è assai più gratificante che ascoltare la circolazione delle energie in ginocchio, o ruotare dolcemente le scapole per predisporle alla pratica.
Intendiamoci: non è che sia un male cercare di diventare fisicamente più forti ed abili, né usare dei sostegni.
Che nello hatha yoga ci sia una certa componente ginnica è fuori discussione.
Così come fuori discussione è il fatto che molti degli 84 Asana abbiano degli effetti positivi sulla salute.
Ma per avvicinarsi alla comprensione dello Hatha Yoga si dovrà tener conto, sempre, dell'aspetto rituale delgli Asana.
Un rito è scandito da cinque fasi (cinque è un numero tutt'altro che casuale):
-INIZIO-
-FASE DI AVVICINAMENTO-
-CULMINE-
-FASE DI ALLONTANAMENTO.
-FINE/RIPOSO-
La dinamica è, sempre e comunque, quella dell'Onda.
L'onda marina non nasce improvvisamente.
C'è un tempo di stasi o silenzio, più o meno breve, poi comincia ad innalzarsi, raggiunge la massima potenza e si scarica sullo scoglio o la spiaggia.
Poi, dolcemente, farà il percorso opposto, fino ad esaurire l'energia e fermarsi, prima che il desiderio della Terra la scuota nuovamente.
Desiderio è la parola giusta.
Il rito dell'asana deve essere come un bacio tra due che si amano da sempre.
Se guardo gli occhi e le labbra della donna che amo, nasce il desiderio del bacio.
Mi avvicino fino ad accostare le labbra e aspetto che le sue, di labbra, si schiudano dolcemente, godo del suo sapore, e mi ritraggo, fin quando il desiderio non mi spinge di nuovo al bacio.
L'asana, come il bacio, stimola delle secrezioni ormonali, ma , come per il bacio, il praticante deve essere prima, mosso dal desiderio, e poi riposarsi, un attimo, per ascoltare gli effetti della pratica.
Cinque è il numero degli elementi fondamentali.
L'INIZIO è l'infinita potenzialità dello SPAZIO.
L'AVVICINAMENTO è l'ARIA che per gli yogin corrisponde al MOVIMENTO e al TATTO.
Il Culmine è il FUOCO che genera Luce ed Energia.
L'ALLONTANAMENTO è l'ACQUA che trascina via le impurità e, grazie all'Energia del Fuoco, attiva il suo potere di generazione e trasformazione.
Il RIPOSO è infine la TERRA, la Manifestazione fisica dei processi innescati dal rito.
L'andamento dell'Onda, la ritualità, è più importante dell'Asana in sé.
Ogni volta che assumo una posizione ricreo una particolare forma della Manifestazione.
Ok, si dirà, assumere l'Asana dello Scorpione è un Rito, ma di che rito si tratta? Cosa porta, al praticante?
Nello straordinario Universo dei Veda tutto è connesso le stelle brillano fisicamente dentro di noi.
Assumere l'Asana dello scorpione significa diventare una parte di Cielo.
Basta un immagine per capire cosa intendo dire:
Non c'è bisogno di molta fantasia per comprendere di che genere di rito si tratta.
Se si confronta la posizione di Antares, una delle stelle più grandi dell'Universo, una supergigante Rossa, con la posizione della zona genitale in VṚŚCIKĀSANA, e si pensa che una delle caratteristiche più rilevanti della stella più luminosa dello Scorpione è il suo vento cosmico, una emissione di gas, particelle ed energia 10 milioni di volte superiore a quella del sole forse ci convinceremo che VṚŚCIKĀSANA non è una esibizione di di doti acrobatiche.
Commenti
Posta un commento