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GANESHA IL SIGNORE DELLE SCHIERE E DELL'ALCHIMIA

Aum shrim hrim klim glaum gam ganapataye vara varada sarva janamme vashamanaya svaha Si dice spesso che le tecniche operative dello yoga, ovvero le pratiche potenzialmente in grado di trasformare Corpo, Parola e Mente, siano segrete o nascoste. Certo, non è impossibile che in qualche tempietto sperduto sulle montagne del Nepal o tra le foreste del Tamil Nadu ci siano dei libri o degli oggetti in grado di dare poteri incredibili a chi li legge o possiede, come le pietre di Shankara dei film di Indiana Jones, ma a volte penso che sia tutto scritto a chiare lettere e che la segretezza o l'esoterismo dipendano dalla nostra incapacità di vedere e dalla nostra ignoranza. Spesso, negli ultimi anni, ho rintracciato insegnamenti alchemici creduti perduti in testi facilmente reperibili nelle libreria e nelle scuole di yoga. Prendiamo ad esempio un versetto dello Hathayogapradipika, il 27° del IV capitolo: मूर्छ्छितो हरते वयाधीन्मॄतो जीवयति सवयम | बद्धः खेछरतां धत्ते रसो व

APPUNTI DI ALCHIMIA OPERATIVA - IL PAVONE ED ALTRE STORIE

IL PAVONE Il pavone è presente come simbolo nell'induismo, nel taoismo,nel buddismo zen e nell'alchimia occidentale. Scrive un alchimista del '500,Gerhard Dorn “ Questo uccello vola durante la notte senza ali. Alla prima rugiada del cielo, dopo un ininterrotto processo di cottura, ascendendo e discendendo, dapprima prende la forma di una testa di corvo, poi di una coda di pavone; le sue piume diventano bianchissime e profumate, e finalmente diviene rosso fuoco, mostrando il suo carattere focoso " Il pavone rappresenta i mille colori che appaiono ad un certo punto della pratica. si tratta di una delle fasi che l'alchimista incontra nella ricerca della pietra filosofale. Nell'alchimia se ne individuano 5 simboleggiate da 5 animali (dalla gallina alla fenice) . Il pavone è la fase dei colori. Alcuni lo identificano con un samadhi savikalpa . Gli oggetti esterni ci paiono essere più luminosi, i colori più vivi, le piante sembrano crescere più velocemente e semb

AMRITABIJA, IL SEME DELL'IMMORTALITA'

 l'Amṛtabīja  è il terzo Brahman unito con la quattordicesima vocale e con colui che viene alla fine del signore delle vocali". Parātrīśikāvivāraṇa 9;10 Le sedici sillabe iscritte nei  sedici petali del chakra della gola sono associate a dee dai nomi imbarazzanti ( come "VAGINA INGHIRLANDATA" o " VAGINA DI FUOCO").  Gli stessi nomi vengono associati ad alcune delle forme dello Sri Yantra, mostrando così l'esistenza di un rapporto diretto tra i plessi energetici del corpo e la "Mappa dell'Universo). Approfondendo lo studio dello Sri yantra si scopre che c'è una dea (o un gruppo di Dee) in ogni triangolo, linea, punto dello Sri yantra. Il fiore di loto ad 8 petali ad esempio (il III circolo, essendo il I  le "mura quadrate" e il II il loto a sedici petali) è dedicato ad un gruppo di dee chiamate  anaṅga , che letteralmente significa"SENZA MEMBRA" (spirito incorporeo) appellativo del Dio del Desiderio,  kāma

LE 8 "PICCOLE MADRI" DELLO SRI YANTRA

I quattro  Veda  sono   una descrizione in versi dello  Sri Yantra , che è. insieme, la rappresentazione dell'Universo e delle leggi che lo regolano, e un manuale d'istruzione per raggiungere l'identità con il  Brahman . Lo  Sri Yantra  o  Sri Cakra , è il  monte Meru. In Tibet viene chiamato " Chorten " o " Stupa ": Si dice che i primi sri yantra risalgano all'era preistorica e se ne trovano di varie fogge e colori. Spesso sono usati come amuleti o oggetti di culto, ma io credo che  lo Sri Yantra abbia poco a che fare con la devozione e la fede: lo Sri yantra è uno strumento, tre virgolette,  scientifico . Se osserviamo la sua immagine bidimensionale (è facile trovarla nei libri di filosofia orientale e appesa alle pareti di scuole e centri di yoga) per prima cosa rimaniamo colpiti dalla sua complessità: L'incrocio dei triangoli, nella parte centrale della figura, è apparentemente inestricabile e pare difficile