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TANTRA E CRISTIANESIMO (Prima Parte)

Nella conferenza di venerdì scorso (12 giugno) a Spazio Interiore,organizzata da Giovanni Picozza, abbiamo fatto delle considerazioni  sulle analogie tra la rappresentazione artistica della Pietà cristiana e la raffigurazione tantrica dell'Isola delle Gemme, uno dei simboli più importanti del tantrismo   ma non si tratta di un caso isolato. A ben cercare la somiglianza di simboli e concetti è imbarazzate.Scrive Jacopone da Todi (Donna di Paradiso, 100-125):  "...Figlio de mamma scura[....] figlio de la smarrita, figlio de la sparita, figlio addossecato! Figlio bianco e vermiglio, figlio senza simiglio, figlio, e a ccui m'apiglio? ..." Se immaginiamo per un istante di essere dei tantrika e di non saper niente della simbologia cristiana, non faremmo fatica a riconoscere nella MAMMA SCURA la Madre Divina, kali , la nera;  nella SMARRITA e nella SPARITA Maya lasciata a se stessa regina dell'illusione;  nel FIGLIO ATTOSSECATO lo Shiva dal collo blu per aver assorbi

ORO DAL PIOMBO - LA PRATICA DELLA TRASFORMAZIONE DELLE EMOZIONI NEGATIVE

L'Evacuazione è una delle cinque azioni fondamentali dell'essere umano. Ci sono cinque azioni, collegate ai cinque vayu, ai cinque elementi ecc. ecc. La prima legata allo spazio, è l'azione dell'ESPRIMERE. La seconda è l'azione dell'AFFERRARE. La terza l'azione del MUOVERSI. La quarta l'azione del GENERARE. La quinta l'azione dell'EVACUARE. Ogni azione, gesto dell'essere umano è il frutto del combinarsi delle cinque azioni fondamentali. Se io mangio significa che dentro di me è nata la necessità del cibo. Con pensieri, parole o gesti ESPRIMO, a me stesso e agli altri, l'idea/necessità del cibarmi.  Cerco quindi di AFFERRARE quell'idea o fisicamente di AFFERRARE qualcosa che soddisfi il desiderio del cibo. Mi MUOVO quindi o verso il cibo o per portare il cibo alla bocca. GENERO energia positiva (che mi dà vita) traendo sostanze nutrienti dal cibo e GENERO sensazioni positive derivanti dall'aver soddisfatto un desiderio. EVACUO l

TRASFORMAZIONE DELLE EMOZIONI NEGATIVE - IL SADHANA TANTRICO

L'addestramento tantrico ( sādhana ) è un viaggio attraverso cinque diversi luoghi o città, cinque tappe, Iṣṭadevatā, Maṇḍala, Mudrā, Pūja, Mantra , per giungere, infine , alla realizzazione, Samudācāratā ( gnyis la yongs su rgyu ba med pa ) La prima ( Iṣṭadevatā, y-dam in tibetano) è la pratica dell'evocazione. Si visualizza nel cuore, sulla testa, dinanzi a sé, una delle forme della divinità. Quella che fa risuonare le corde misteriose dell'inconscio. È qui che l' āsana insorge, come un fiore che sboccia, dicono i poeti indiani, o il desiderio, improvviso, che trasfigura gli amanti. Il Maṇḍala ( dkyl-'khor ) delimita lo spazio sacro. A dir la verità la divinità è illimitata, per definizione. Ma come può la mente umana figurasi un qualcosa di così illogico (alogico, diceva Avalon)? Un mare senza sponde, una montagna senza fine, un pozzo senza fondo non riusciamo nemmeno a immaginarceli. Il Dio, di Nicola Cusano, dei taoisti e degli yogin, centro e circonferenza

I TIPI UMANI E LE QUATTRO CLASSI DEI TANTRA (Le famiglie Mistiche parte seconda)

Quando si parla di corda coscienziale o di nota fondamentale dell'individuo, non si fa riferimento ad un qualcosa di generico, ma un insieme di contenuti psichici che, se stimolati, producono quel processo che viene definito samadhi, il riconoscimento di uno stato "Altro da sé.  Il samadhi è la visione di Dio, o della verità.  La visione, come dice Plotino, " è già un'opera personale di colui che ha voluto contemplare" , ciò significa che la Verità è un'opera d'arte, ovvero una creazione al contempo individuale e universale.  Un pittore usa la propria tecnica, i suoi pennelli, la sua tela, il suo talento.  Può generare opere di una certa bellezza o opere mediocri.  Talvolta crea un qualcosa che esula dalla sfera soggettiva e si pone come verità universale.  Ispirazione divina e capacità individuali si combinano per creare l'opera "oggettivamente" bella.  Stessa cosa avviene con il samadhi.  In questo caso i pennelli, la tela, il talento

IL VIANDANTE DI BASHO

"Ho soltanto due desideri: trovare un buon rifugio per la notte e sandali che si adattino ai miei piedi. Il mio umore cambia di ora in ora, di giorno in giorno i miei sentimenti si rinnovano.  Provo un'infinita gioia quando incontro un viandante che abbia, sia pur in limitata misura, eleganza d'animo. Fosse anche uno che solitamente eviterei detestandone le idee antiquate e la rigidità spirituale, se l'incontro lungo un sentiero di campagna camminiamo fianco a fianco conversando, e se lo scopro in una capanna ricoperta di mugura, provo un'indicibile gioia, come se scoprissi una gemma tra i sassi oppure oro nel fango.  E annoto l'incontro ripromettendomi di riferirne in seguito in modo più esteso: questa è una delle delizie del viaggiare". ( Basho, Piccolo manoscritto nella bisaccia)