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DEDICATO AGLI ALLIEVI DI CITRA YOGA : L'INSOSTENIBILE PESANTEZZA DELL'APPARIRE

Il primo biennio di Citra Yoga Padova si avvia alla conclusione. Il prossimo fine settimana e il week end del 1° dicembre saranno gli ultimi due incontri prima dell'esame finale, due incontri fondamentali. Per me sarà emozionante e, per certi versi, doloroso. Il rapporto tra insegnante e allievo è anche, e soprattutto, un rapporto d'amore. Già per cosa si insegna Yoga se non per amore? Nessuno, a parte pochissime eccezioni, è mai divenuto ricco insegnando Yoga. Si insegna per condividere le proprie esperienze, la propria idea del mondo e della natura. Si insegna convinti, anche quando si sbaglia, di agire " per il bene degli esseri senzienti ". Il tema di base dei due workshop sarà la pratica della serie Rishikesh, la sequenza di dodici posizioni resa famosa da Swami Shivananda, ma in realtà si tratta di molto di più. Personalmente, cercherò, con tutti i miei limiti di conoscenza e di comunicazione, di trasmettere agli allievi quella che se

LO YOGA È UN’ARTE

"Un'opera, una volta terminata, mi deve sorprendere e rimandarmi più energie di quante ne ho impiegate per realizzarla.  L'opera in questo modo è anti-entropica e contraddice il secondo principio della termodinamica, e si riappropria così del problema della morte e dell'immortalità del corpo senza delegarlo alla scienza". "Oggi, tra i tanti 'rovesciamenti', si perpetua anche nell'arte una percezione del tempo rovesciata; l'arte e gli artisti contemporanei infatti si considerano e sono considerati moderni, mentre venendo dopo tutto ciò che li precede dovrebbero sapere di essere più antichi". (Gino De Dominicis)   Fine d’anno col botto per Citra Yoga Padova, il corso di formazione di Haṭhayoga e Mindfulness che conduco assieme a Chiara Mancini e alla mia compagna, Laura Nalin. Gli week end del 17-18 novembre e del 1-2 dicembre avremo gli ultimi stage del primo biennio, dedicati entrambi, oltre che al Mindful yog

LA VERA STORIA DEI CINQUE TIBETANI

Ricostruzione in studio dell'Himalaya per il film "The Razor's Edge". La prossima settimana  dovrebbe essere disponibile su Amazon il mio nuovo libro dal titolo "BABAJI e I CINQUE TIBETANI -  IL SONNO DELLA TRADIZIONE NEL MERCATO DELLA SPIRITUALITÀ ". Come si comprende dal titolo l'argomento è lo Yoga Tradizionale, ma la prima parte è dedicata agli esercizi per la salute chiamati appunto "Cinque Riti Tibetani". Non è la prima volta che me ne occupo, ma in precedenza ne avevo scritto solo sul blog o su forum di Yoga. Un libro ovviamente ha un respiro diverso, cosa che mi ha dato la possibilità di trattare l'argomento con più accuratezza.  Spero che la lettura possa essere stimolante sia per coloro che praticano e insegnano i "Cinque Riti", sia per coloro che ne sentono parlare per la prima volta. Un sorriso, P. LA FONTE DELL'ETERNA GIOVINEZZA Dopo l’enorme successo di “Orizzonte Perduto” gli St

COINCIDENZE (NON) SIGNIFICATIVE: DHAMMAPALO E IL RACCONTO DELL'ESPERIENZA

Domenica scorsa è cominciato il nuovo biennio di formazione di Citra Yoga (www.madreterraitalia.it). Arrivato a casa ho trovato un messaggio del mio vecchio amico Bhante Upali, oggi Dhammapalo. Non lo sentivo da anni, pensavo che fosse in Sri Lanka, invece ho scoperto che molto probabilmente,tra breve. verrà in Veneto, a Padova o Venezia. Bhante Upali è l'artefice di una delle esperienze più bizzarre (leggi straordinarie) della mia vita. Era il 2012 (credo) e stavo andando a Rivoli per far visita ai miei genitori , entrambi malati. Alla stazione arriva mia sorella, trafelata come suo solito che mi dice " dai ti porto a Collegno, ci sono i monaci tibetani e so che sono tuoi amici ". In realtà si trattava di una manifestazione inter-religiosa presentata da un monaco Theravada, Bhante Upali appunto. Per un'ora fu una noia mortale, poi ci permisero di avvicinarci ad uno stand in cui erano esposte le "reliquie sacre", una serie di palline di sostan

IL PENSIERO DEBOLE, LA CENSURA E ALTRE STRANEZZE

Negli ultimi giorni mi sono accadute delle cose divertenti, sciocchezzerie , come le chiamavo un tempo, ad indicare una serie di eventi, per lo più futili, che si collegano l'un l'altro assumendo significati impensabili, per noi e gli altri,  ad insegnarci quanto la vita,  sia dominata dalle coincidenze e, se esiste un senso o un disegno del destino, questo non sia alla portata delle nostre menti limitate. Il termine  sciocchezzeria faceva parte della "Teoria della Balla Cosmica" che, tra il serio e il faceto, avevo messo a punto negli anni '90 insieme ad un amico pittore, U-Box. La nostra idea, nata sulle spiagge oziose d'agosto, ad Ansedonia, si basava su un unico postulato: "Le credenze filosofiche e religiose dell'uomo nascono da un evento mal interpretato o da una  balla colossale ("cosmica") che passando di bocca in bocca acquisiscono, inspiegabilmente, autorevolezza e, quindi, la patente di veridicità".  Si trattava