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YOGA:: RICOMINCIAMO A PARLARNE SERIAMENTE?

Ieri  parlavo con il mio amico Gabriele Gailli della proliferazione di "maestri tarocchi" negli ultimi tempi. Conosciamo persone  che insegnano yoga senza avere né le basi fisiche, né quelle teoriche,  magari dopo aver fatto un corso on line di filosofia indiana, altre che arrivano a stamparsi i diplomi da soli e si inventano stili di yoga dai nomi esotici e insensati. E i vecchi praticanti magari perdono tempo a discutere tra loro su un'interpretazione di un versetto, sul nome di una posizione o sull'opportunità di far partecipare i loro allievi ad una gara senza far caso ai tarocchi, abilissimi a non entrare mai nelle discussioni accese, per non mettere a rischio l'immagine di guru tolleranti e benevoli che si sono costruiti con pazienza e abilità. I maestri tarocchi sarebbero facili da riconoscere, visto che in realtà parlano sempre delle solite cose, con parole semplici e digeribili: il qui ed ora, i pericoli dell'Ego e del possesso, la nece

LETTERA APERTA AD UN MAESTRO TAROCCO

Caro Maestro "X" -non preoccuparti, non dirò il tuo nome neppure sotto tortura - i due tizi della foto sono due saṃnyāsin appartenenti ad un antico lignaggio indiano, lo stesso del quale tu, con giustificato orgoglio, porti il nome. Quando, qualche anno fa ci siamo conosciuti,  il tuo aspetto da orsetto buono, il tuo calore umano e la semplicità del tuo linguaggio mi hanno fatto subito simpatia : -" ma guarda come è alla mano questo maestro " - dissi a Laura, la mia compagna - " è così simpatico e disponibile !". A dir la verità avevo notato delle strane lacune e delle incongruenze nel tuo dire - nomi di posizioni assai bizzarri, errori nella pronuncia del sanscrito - ma, sai com'è, mi hanno insegnato che la mente di un illuminato o di un grande iniziato è insondabile per noi semplici praticanti, per cui passai sopra a quelle che rispetto alle tue doti umane, consideravo delle inezie, E così, negli anni seguenti al nostro incontro, ho