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LE ASTRONAVI DI SHIVA

Prima o poi, praticando e studiando yoga, arriva la fase dello stupore.
Asana, mudra, mantra cominciano a "funzionare" per davvero.
Il corpo si trasforma, la percezione della realtà pure.
E ci si comincia a chiedere da dove provenga questa scienza straordinaria: gli indiani di 5 o 10.000 anni fa, di certo, non avevano la nostra conoscenza dell'anatomia, della neurofisiologia, della fisica. dell'astronomia.
Eppure lo yoga funziona.
Incredibile.
Senza microscopi o telescopi,  senza raggi x e tac gli antichi yogin sembra quasi ne sapessero più di noi di ossa, ormoni e sistema nervoso.
Chissà come facevano...
Sarà la visione interiore, sviluppata con la pratica della meditazione?
Una serie di incredibili coincidenze?
No....la spiegazione più logica, in fondo, è l'intervento diretto del divino: nessuno meglio del creatore potrebbe sapere come siamo fatti, giusto?
Dio  che si manifesta con la pelle blu, cinque teste e sei braccia per insegnarci lo yoga attraverso la danza è, per noi, molto ma molto più credibile di un indiano dell'età del bronzo alle prese con un microscopio elettronico.
A dir la verità sorge spontanea una domanda: se Dio è ovunque, in ogni singola cellula del creato, che bisogno avrebbe di farsi vedere in una forma tanto stravagante?
Ma si sa, le vie del signore sono infinite e imperscrutabili e la mente raziocinante serve solo a seminare dubbi.
E poi, diciamoci la verità: se una cosa funziona perché mettersi a cavillare?






Ieri ho imparato una nuova definizione: Filtro Cognitivo.
Per gli scienziati è l'abitudine di scartare le anomalie, ovvero i dati che, non coincidono con la media dei risultati di una ricerca.
O meglio ancora non coincidono con la teoria che voglio dimostrare o con il sistema cui faccio riferimento.
Esempio:
I dinosauri sono scomparsi milioni di anni fa.
Faccio un viaggio in Sud America e mi trovo davanti un Brontosauro che bruca.
Non dirò che l'informazione " i dinosauri sono scomparsi milioni di anni fa"  è sbagliata, ma che si tratta di un'anomalia, e la comunità scientifica cercherà di comprendere i motivi dell'anomalia, senza che a nessuno venga in mente di dire -"Non è vero! I dinosauri non si sono istinti milioni di anni fa"-
Si tratta di un atteggiamento illogico, ma  comune a quasi tutti gli esseri umani civilizzati.
Se ci fosse un solo dinosauro vivente sulla terra la teoria comunemente accettata sull'estinzione dei grandi rettili in realtà sarebbe sballata.
Andrebbe rivista.
Ma il filtro cognitivo ci impedisce di dire la verità e, in molti casi, di vederla.
La mente tende ad eliminare i dati che non rientrano nei sistemi di riferimento comunemente accettati. In sostanza noi lo sappiamo benissimo come stanno le cose, ma rielaboriamo le informazioni in maniera da evitare degli shock informativi che turberebbero le credenze comunemente accettate.
Ignoranza consapevole.








Nello yoga, che si basa su una vastissima letteratura in sanscrito e in tamil, questo problema emerge in maniera eclatante.
La maggior parte dei testi oggi conosciuti sono stati tradotti dai missionari che arrivarono in Asia nel XVII secolo al seguito della Compagnia delle Indie.
I testi di base, i Veda, sono stati tradotti invece nell'ottocento da Max Mueller, un tedesco amico della regina Vittoria, e da Ralph T.H. Griffith, figlio di un pastore anglicano  e autore anche della prima traduzione del Ramayana.
Griffith, Max Mueller e i missionari, ovviamente erano portatori di un determinato sistema di riferimento basato sulla superiorità tecnica e morale dei moderni occidentali cristiani.
L'idea che gli indiani di 5 o 6.000  anni fa fossero più evoluti di un europeo del loro tempo non era neppure contemplata.
Poniamo che fossero tutti in buona fede, che non avessero, cioè, intenti manipolatori: se avessero trovato versi e parole che descrivevano velivoli in grado di volare o transatlantici che potevano trasportare fino a 1.000 viaggiatori, che avrebbero potuto fare, poveretti?



Per fare un esempio prendo alcuni termini e definizioni tratti dal Rig veda, il primo dei quattro libroni che rappresentano la summa del sapere indiano:
Rig Veda 3. 14. 1 - Tritala - macchina costruita per viaggiare nei tre elementi (terra, aria, acqua); 
Rig Veda 4. 36. 1 - Trichakra ratha - Macchina con tre ruote costruita per volare.
Rig Veda 5. 41. 6 - Vayu ratha - macchina volante che funziona a gas (attualmente è tradotto con aeroplano)
Rig Veda 6 .58.3 - Jalayan - macchina costruita per viaggiare sia nell'aria che nell'acqua.
Rig Veda 9. 14. 1 - Kara - macchina costruita per viaggiare sia sulla terra che nell'acqua.
Con i termini Kathasaritsagara, Rayyadhara e Pranadhara si indicano invece gli operai specializzati addetti alla costruzione e alla manutenzione delle grandi navi oceaniche e di quelli che oggi chiameremmo  mongolfiere (o dirigibili, viste le descrizioni), aerei e navi oceaniche.
Il buon Max Mueller, morto nel 1900, un anno prima dell'aerea performance dei fratelli Write, o Ralph th. Griffith, morto nel 1906, cosa avrebbero potuto fare di fronte alla descrizione di tecnologie per loro fantascientifiche?



    Vediamo che dice Griffith nella sua storica traduzione dei Veda, per esempio, del Trichakra Ratha, la nave volante con tre ruote:

    Rig Veda 4. 36. 1:
    " The car that was not made for horses or for reins, three-wheeled, worthy of lauds, rolls round the firmament"

    SORPRESA!  La traduzione è corretta.
    "Il carro che non è fatto per cavalli né redini, ha tre ruote, è degno di lode e ROTOLA INTORNO AL FIRMAMENTO " .
    Griffith descrive  perfettamente una navicella spaziale in orbita intorno alla terra.
    Lui dice ciò che è, siamo noi a leggere fischi per fiaschi!
    I filtri cognitivi, quasi fossero folletti dispettosi, ci nascondono alcune  frasi e parole, e  ne sottolineano altre, più comode e confortanti.
    Se leggessimo tutto per come "è", i nostri sistemi di riferimento svanirebbero come la rugiada del mattino.
    Gli indiani dei veda costruivano aerei, mongolfiere e navi oceaniche!
    E, a prender sul serio ciò che dicono i veda, le costruivano meglio di noi.
    Se facciamo finta che dicano la verità l'immagine di un indiano del'età del bronzo che usa un microscopio elettronico diventa plausibile..
    Ma... allora, se così fosse, quei signori con la pelle colorata e sei braccia chi erano?





     


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