Non bisogna mai innescare polemiche, utili solo ad esacerbare gli animi.
Non bisogna mai parlar male dei colleghi insegnanti di Yoga.
Non bisogna mai innescare polemiche. Non bisogna mai parlar male dei colleghi. Non bisogna mai innescare polemiche. Non bisogna mai parlar male dei colleghi. Non bisogna mai innescare polemiche. Non bisogna mai parlar male dei colleghi......
Sì...sì...sì...no...no...non je la faccio.
C'è così tanta approssimazione in giro che i miei buoni propositi mi hanno mollato da solo in casa per andare in una clinica di Varazze a disintossicarsi.
Vedo insegnanti di hatha yoga che hanno l'artrosi alle ginocchia e dicono che praticare padmasana non è essenziale perché non ce la fanno ad assumerla.
Vedo persone che insegnano i mantra senza saperne il significato.
Vedo che si tirano per la giacchetta dei contenuti e delle credenze religiose per giustificare in qualche modo la voglia di parlare di yoga e di insegnare yoga.
Ma, signori miei, mi dite Cosa è lo Yoga?
Già, perché mi pare che ognuno faccia quel che più gli piace e lo definisca yoga.
In buona fede per lo più.
E va pure bene così.
Ma io mi perdo un pò.
Come fa un'insegnante di yoga che non sa stare seduto a gambe incrociate a insegnare a meditare a gambe incrociate con la schiena diritta? Si...è roba che ho visto qualche giorno fa.
Già, perché mi pare che ognuno faccia quel che più gli piace e lo definisca yoga.
In buona fede per lo più.
E va pure bene così.
Ma io mi perdo un pò.
Come fa un'insegnante di yoga che non sa stare seduto a gambe incrociate a insegnare a meditare a gambe incrociate con la schiena diritta? Si...è roba che ho visto qualche giorno fa.
Poi,in rapida sequenza, ho assistito ad una lezione aperta di una mia collega, ho letto un articolo scritto da un altro mio esimio collega e ho guardato su You Tube il video intervista di una terza esimia collega.
Ciò che ho visto e ascoltato mi ha fatto rizzare in testa l'unico capello che mi è rimasto.
Devo dire che non è che abbiano detto cosa particolarmente gravi, ma evidentemente il vaso della mia tolleranza era pieno....
La prima (chiamiamola XXX,non farò i nomi neppure sotto tortura) diceva che per recitare i mantra non importa sapere cosa significano né importa curare la pronuncia e la metrica "ciò che è veramente importante è il cuore"
Il secondo (chiamiamolo YYY) diceva che da quando ha scoperto (dopo vent'anni che pratica!!! Ma se c'è scritto anche sul manuale delle giovani marmotte!) ) che negli asana ci si ferma per contare i tempi la sua pratica ha raggiunto livelli impensati, perché ripetere i numeri è come recitare i mantra o pregare....
La terza (chiamiamola ZZZ) parlava del "Primo Sloka(!!!) di Patanjali", Atha yoga anushasanam, e, trasformando patanjali in Eckart Tolle si lanciava in una ardita speculazione sulla parolina Atha dicendo che significa "qui ed ora, l'eterno istante, il flusso del divenire" ecc. ecc.
Il poveretto (il capello) si è innalzato di colpo,poi si è irrigidito, è sbiancato d colpo ed è caduto al suolo "come corpo morto cadde".
Lo yoga di Shankara, di Gorakhnath, di Boghanathar, è la pratica del samadhi.
Lo yoga è un percorso per realizzare la vicinanza, la presenza, l'unione e in fine l'identità con l'Assoluto, Universo, Dio, Shiva o Brahman che lo si voglia chiamare.
Lo yoga è ciò che è definito in maniera molto chiara in una serie limitata di testi.
Quando ne parlo, mi è successo un mesetto fa a proposito dei lavori di Gorakhnath, mi guardano come un alieno.
Quando ne parlo, mi è successo un mesetto fa a proposito dei lavori di Gorakhnath, mi guardano come un alieno.
"Gorakhnath? Chi era costui?"
Cavoli! ma se è stato il primo ad usare la parola Hathayoga!
Il più grande guru del millennio, considerato Mahasiddha o santo da monaci tibetani, guerrieri nepalesi, tantrici buddisti e dervishi roteanti!!!
Forse sono stupido, ma mi chiedo, se uno sta per prendere una medicina, legge le istruzioni o no?
Tutta questa storia dei testi tradizionali che sono infiniti, che non si possono leggere tutti è un po' una scusa per pigri.
Il sapere dei mantra, il significato la maniera di pronunciarli, ad esempio, ecc, è scritto in una sezione (una!) dell'atharvaveda ed è ripreso dai testi del mimansa.
Avalon (La Ghirlanda delle Lettere) e Coomaraswamy, ne hanno fatto traduzioni in inglese. Mi pare.
Basta cercare e si trova.
Mi chiedo: se uno vuole praticare ed insegnare dei mantra perché non si mette a studiare per comprenderne il significato?
I mantra non sono numeri, YYY, e vanno imparati a memoria, compresi, recitati (in maniera sonora, bofonchiata o mentale).
Poi si devono mettere in pratica le arti tradizionali dell'ascolto, dell'accordo, dell'accelerazione delle vibrazioni e dell'evocazione.
Quella dei mantra è una scienza.
Si chiama Mantra Vidya.
Perché avvicinarcisi con approssimazione?
Fin quando non si è ottenuta una "mente informale" non bisogna lasciare dormire la mente raziocinante.
Altrimenti ci si perde nella sfera della suggestione, della fantasia, della mitologia individuale.
L'approssimazione new age, quella roba che fa associare agli asana e ai mantra la cristalloterapia, la lettura dei fondi caffè, i racconti delle fate, e le terapie anti-influenzali dello zio Giusva che si massaggiava l'ano con l'urina di cavallo, può darsi che sia utile, ma è Yoga?
L'approssimazione è utile per mantenere un piacevole fumo, una vaghezza in cui ognuno si possa sentire a casa.
Ma si corre il rischio che si smetta di studiare ed approfondire.
Si corre il rischio di perdere il succo, la susta dello yoga.
E siccome ho un neurone solo mi sto un pochino...perdendo.
Problemi miei naturalmente.
Ma, non essendo ancora giunto al sano distacco, non riesco a non stupirmi nel vedere così tanti riferimenti allo yoga in discipline che con lo yoga di cui si legge nella sruti e nella smrti non hanno niente a che vedere.
Basta cercare e si trova.
Mi chiedo: se uno vuole praticare ed insegnare dei mantra perché non si mette a studiare per comprenderne il significato?
I mantra non sono numeri, YYY, e vanno imparati a memoria, compresi, recitati (in maniera sonora, bofonchiata o mentale).
Poi si devono mettere in pratica le arti tradizionali dell'ascolto, dell'accordo, dell'accelerazione delle vibrazioni e dell'evocazione.
Quella dei mantra è una scienza.
Si chiama Mantra Vidya.
Perché avvicinarcisi con approssimazione?
Fin quando non si è ottenuta una "mente informale" non bisogna lasciare dormire la mente raziocinante.
Altrimenti ci si perde nella sfera della suggestione, della fantasia, della mitologia individuale.
L'approssimazione new age, quella roba che fa associare agli asana e ai mantra la cristalloterapia, la lettura dei fondi caffè, i racconti delle fate, e le terapie anti-influenzali dello zio Giusva che si massaggiava l'ano con l'urina di cavallo, può darsi che sia utile, ma è Yoga?
L'approssimazione è utile per mantenere un piacevole fumo, una vaghezza in cui ognuno si possa sentire a casa.
Ma si corre il rischio che si smetta di studiare ed approfondire.
Si corre il rischio di perdere il succo, la susta dello yoga.
E siccome ho un neurone solo mi sto un pochino...perdendo.
Problemi miei naturalmente.
Ma, non essendo ancora giunto al sano distacco, non riesco a non stupirmi nel vedere così tanti riferimenti allo yoga in discipline che con lo yoga di cui si legge nella sruti e nella smrti non hanno niente a che vedere.
E nei momenti di solitudine, quando il rimpianto diventa abitudine mi viene voglia di gridare, con sofferenza (ma anche no) a XXX, YYY e ZZZ maddechèaho!
Perché infilare la parola sloka in una lezione se non sai cosa vuol dire?
Basta andare su wikipedia eleggere che lo śloka (devanāgarī: श्लोक; s.m.; pronunciato ˈɕloːkə; spesso anglicizzato in shloka; "inno", "stanza", "metro epico", dalla radice śru, orecchio[1]) è un termine sanscrito che indica una categoria di versi della metrica vedica detta anche anuṣṭubh. Rappresenta la base della poesia epica indiana e può essere considerata la forma del verso hindū per eccellenza, dal momento che è quella più frequentemente usata nella poesia classica in lingua sanscrita[1]. Il Mahābhārata e il Rāmāyaṇa, per esempio, sono composti quasi esclusivamente in śloka.
Sutra sempre da wikipedia, è invece: sūtra (सूत्र, pāli sutta), in sanscrito significa letteralmente filo (dalla radice indoeuropea *syū-, la stessa del latino suere, cucire), nel suo senso originale indica una "breve frase", un "aforisma". Usato nella cultura indiana per significare un insieme di insegnamenti sapienziali espressi in modo breve e sintetico, con i secoli ha ampliato il suo senso sino ad indicare componimenti molto estesi ed articolati, perdendo, in parte, il senso originale di 'componimento breve' o 'aforisma'. Nell'ambito del buddhismo il termine è tradotto in cinese con jīng (經T, 经S), in coreano gyeong (경?, kyŏngMR), in lingua giapponese con kyō (経?) e in tibetano con mdo (མདོ).
E perché ZZZ parli del primo sutra di Patanjali senza sapere quello che dice?
Nella traduzione in livornese Atha yoga anushasanam significa "Boia deh bimbi, ora ve lo di'o io che cos'è lo yoga".
Si tratta di una formula assai comune nei trattati vedantici: "Ora ti dico cosa è lo Yoga", "ora ti dico cosa è il Pranayama" ecc.ecc.
E mi viene voglia di dire: perché visto che c'è questo strumento demoniaco e meraviglioso insieme che è internet, non verificate con un clicckino le cose di cui non siete sicuri prima di dire delle castronerie?
Perché è vero che sono castronerie veniali, ma a son di ripeterle si fanno verità (vox populi....) e si diventa , senza volere, complici di questa ondata di approssimazione che non sembra finire mai.
Un clicckino,colleghi....
Scrivi sloka su Google e ti vengono millemila definizioni, il 99% corrette.
Un clicckino,colleghi....
Scrivi sloka su Google e ti vengono millemila definizioni, il 99% corrette.
Che ci vuole....
So che non è importante, e che l'importante, come dice XXX è l'energia, l'importante è il cuore e tutta quella roba lì con cui la Profezia di Celestino, i Cinque Riti Tibetani che nessun tibetano ha mai visto, lo yoga sauna, e le sirenette lycrate di yoga fitness body pumping journal continuano propinare ai quattro angoli dell'universo.
Ma uno sforzino, un piacerino ad un uomo di mezza età pelato che ha avuto la sventura di occuparsi di yoga sin da bambino e, affetto da senilità precoce o da un inizio di aterosclerosi, ha degli sbalzi di pressione quando legge certe castronerie dette con la sicumera dell'uomo che non deve chiedere mai o della donna che donnaseiinognicosachefai.
Nessuno vi obbliga, colleghi yogin e yogini, ma in fondo... un clicckino.... che male vi può fare...dai....
Sempre coerente ciò che scrivi. Ti ammiro e ti leggo volentieri perché mi sembra di trovare, come dire, una linea "purista" nei tuoi articoli. Ad esempio io mi chiedo come sia finita, dai miei primi approcci con lo Yoga e dalla lettura di Patanjali, a parlare di luce, di cuore, di creare la realtà col pensiero..... Ciò che accade nell'unico corso che ho trovato più comodo per i miei orari/luoghi di vita. Mi faccio la pratica di asana e pranayama, giusto per avere una supervisione e cerco di ignorare la serie infinita di sproloqui che, nella mia ignoranza in materia yogica, percepisco comunque estremamente lontani da quello Yoga che amo.
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