Il calderone di Gundestrup è un manufatto celtico datato alla
fine del II secolo a.C, ritrovato in Danimarca ma originario, probabilmente, del
basso Danubio (odierna Bulgaria) La tecnica di lavorazione è riconosciuta come
tracia, ma i motivi sono soprattutto celtici. Forse è finito a nord portato da
chi fuggiva dalle invasioni romane. Nella foto è rappresentato il dio
Cernunnos.
Il suo nome deriva dalla radice proto-indoeuropea krno da cui
derivano il latino cornu, l'antico irlandese cern, arrivando fino all'italiano
corno/corna. Cerno-on-os sarebbe quindi una divinità maschile
cornuta. Viene a volte definito “Signore degli animali e delle forze della
Natura”. Questo invece è uno dei cosiddetti sigilli della Valle dell'Indo:
Questi sigilli sono stati rinvenuti nei siti di Harappa e Mohenjo Daro
(Pakistan) e sono datati dal 2300 al 1750 a.C.
In questo qui è rappresentato secondo alcuni studiosi, Śiva Paśupati. Śiva
lo conosciamo tutti, ma in questo caso è forse più corretto parlare di proto-Śiva.
Paśupati è epiteto che sta per "signore del bestiame". Le
similitudini tra le due immagini sono sono incontestabili.
Sono molti coloro che si sorprendono dell’affinità tra le due immagini, ma
basta allargare un po’ la visuale per trovare altre prove di un antica
condivisione di simboli e credenze o addirittura, come si sussurra nelle scuole
tantriche indiane (esperienza personale) di una antica cultura che dall’India
si estendeva sino all’Egitto, alla Grecia e addirittura al Nord Europa.
Scrive ad esempio il vescovo Eusebio (praep. evang. 3, 11, 45, 3, ss.)
riportando e forse banalizzando un testo di Porfirio:
“Il demiurgo, che gli Egiziani chiamano
Kneph, ha figura umana, ma la sua pelle è di colore blu scuro. Tiene in mano il
segno geroglifico della vita ed uno scettro; sulla testa porta una corona di
piume.
C’è la figura di una piuma sulla sua testa
perché il Logos è difficile da trovare, è nascosto, invisibile; perché il dio
produce la vita ed è re, perché si muove con raziocinio (Nous). Si dice che
abbia emesso un uovo dalla bocca, dal quale sarebbe nato un dio che essi
chiamano Phtha, ma i Greci Hephaistos (Efesto/Vulcano): interpretano inoltre
l’uovo come l’universo. L’ovino è consacrato a questo dio perché gli antichi
bevevano latte. Gli Egiziani hanno dato questa forma plastica all’universo: la
statua ha forma umana, con i piedi in movimento; un mantello variopinto la
avvolge da capo a piedi. Sulla testa c’è una sfera d’oro, che allude alla natura”.
Il testo si riferisce al dio km... ,nome che significa "colui che ha completato il suo tempo"
conosciuto anche come Amun o Amon. La rappresentazione a cui si riferisce Porfirio
è probabilmente questa:
In apparenza non ha niente a che vedere con il Sigillo della Valle dell’Indo
e con il Calderone danese, ma se si osserva con attenzione potremmo
avere delle sorprese.
Nell'immagine egizia il dio ha la testa di ariete e una corona sulla testa
le cui "piume" (due per Porfirio che era allievo dell'egizio
Plotino) una per Eusebio, sono in realtà due corna multicolori.
Dal disco
d'oro sotto le corna esce un Cobra, mentre sulla fronte della divinità
femminile dietro di lui spicca un avvoltoio.
Davanti c'è un altro dio con quattro corna e due serpenti in fronte, uno
decorato con il simbolo della fertilità femminile (il ricciolo del cordone ombelicale e dei canali ovarici) e l'altro con il simbolo della fertilità maschile (forse
il timo).
Passiamo alle somiglianze:
1) tutti e tre gli dei hanno un copricapo con le corna.
2) il dio del calderone nella mano destra ha un bracciale, ma se
si osserva la forma avambraccio/bracciale si vedrà che ricordano la croce della
vita stretta nella mano destra di Amon.
3) nella mano sinistra il dio del calderone stringe un serpente
ed Amon un bastone con la testa, credo, di gru.
L'analogia serpente-bastone sacerdotale non è certo una novità tra gli
egizi, basti pensare alle gesta di Mosè:
4) gli animali del Calderone e del Sigillo di sono disposti nella
stessa maniera, con gli erbivori a destra del dio e i carnivori alla sinistra,
e i due primi carnivori sono rivolti nella stessa direzione (quello in alto
volge le spalle alla divinità e quello in basso è rivolto verso di lui) .
Apparentemente, a parte i serpenti decorativi e la testa d'ariete del dio Amon, nella raffigurazione egizia non ci sono animali, ma basta portare lo
sguardo sugli ideogrammi per vedere, leoni, uccelli e persino insetti in grande
quantità.
Sulla testa del dio di Harappa e sulla testa di Amon ci sono dei pittogrammi,
probabilmente la spiegazione/descrizione dell'immagine. La scrittura di
Harappa è assai simile ai geroglifici egizi…Nella raffigurazione del Dio
del calderone non ci sono però né pittogrammi, né le figure
antropomorfe che sono presenti invece nel sigillo di Harappa e nella
raffigurazione di Amon.
Ma in realtà basta girare il calderone:
Le figure a cavallo portano elmi decorati con un aquila (o un avvoltoio),
un cinghiale, due corna e quella che pare una rappresentazione del cielo. Sulla
destra di chi guarda ci sono poi tre personaggi intenti probabilmente a suonare
degli strumenti a fiato la cui bocca è decorata a forma di drago o di altro
animale e che a me ricordano i bastoni sacerdotali egizi.
Anche il copricapo della figura gigantesca sulla sinistra (sempre di chi
legge) ricorda un po' quello della seconda figura maschile, intenta ad offrire
due vasi ad Amon/Km, della rappresentazione proveniente dalla cella del tempio
di Abu Simbel :
Ruotando ancora il calderone si trova la rappresentazione della
dea "Maeve":
La Dea è Circondata da un lupo, due chimere o grifoni alati e due a me
pare, elefanti.
Non so se in Danimarca, dove è stato trovato il calderone, o in
Bulgaria dove si dice sia stato creato, nell'Età del Ferro ci fossero elefanti,
ma, ad occhio, mi pare una cosa bizzarra.
Sia la raffigurazione Egizia che quella celtica danno grande importanza al
femminile.
Quella di Harappa no. Ma basta prendere un altro sigillo per trovare Śiva
che, appena smontato da un toro , si prostra ai piedi di una dea provvista anch'essa di corna (La sua sposa, immagino):
Secondo me lo Śiva di Harappa, l'Amon di
Abu Simbel e il Dio dei cervi celtico sono la stessa “persona”. E le
raffigurazioni sono descrizione di pratiche che forse non è esatto definire
cultuali o religiose, ma hanno a che vedere con quella che un tempo era Arte, o
Scienza e descrivono tecniche operative legate alla Dottrina delle Vibrazioni.
Si tratta ovviamente di una semplice
ipotesi, ma sarebbe bello poterla approfondire.
Un sorriso,
P.
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