LE MILLE TRADUZIONI DELLA BHAGAVADGĪTĀ E I FILTRI COGNITIVI – CONFESSIONI DI UNO HAṬḤAYOGIN IGNORANTE N.2.
Il mio ultimo post sul sanscrito – “ Confessioni di uno Haṭḥayogin ignorante” – ha suscitato un acceso dibattito, e visto che confronti e condivisioni, secondo me, per un ricercatore sono indispensabili stimoli, ho pensato di scriverne la seconda parte. Tanto per chiarire la mia intenzione non è certo quella di insegnare il sanscrito ai sanscritisti: sarebbe come rubare in casa dei ladri! È come se un illustre linguista venisse ad insegnare bandha e mudr ā ai miei allievi quasi tutti istruttori e praticanti esperti: sarebbe ridicolo! Esattamente come sarei ridicolo io se volessi insegnare le regole del sandhi ad un gruppo di eruditi sanscritisti. I miei sono semplici tentativi di collegare due ambiti che, nonostante l’apparente vicinanza, mi pare che, a volte, facciano fatica a comunicare tra loro. Le difficoltà di comunicazione – ribadisco che è una mia opinione e non un fatto acclarato – secondo me dipendono da quelli che ai miei tempi venivano chiamati “fil...