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SILENZIO, NOSTALGIA, TENEREZZA

Silenzio, nostalgia, tenerezza. Non c'è molto altro da dire. Suda Sindur Madyee Suravitha Pivaadi Parivruthe Manidvipe Nipopa Vanavathi Chinthamani Gruhe Sivakaare Manje Paramasiva Paryanka nilayaam Bhajanti Tvaam Danyaaha Katichanna Chidananda Laharim  (Le rare persone che ti adorano, Madre divina, sono veramente fortunate Tu ci travolgi con la tua coscienza benedetta Fondata sulla gloria di Shiva, il Supremo Nella stanza dei gioielli che esaudiscono i desideri Nel giardino dei piaceri Situato nell'isola delle gemme Circondata da filari di sacri alberi kalpaka ondeggianti Che galleggia nell'oceano del nettare divino)  SHANKARA BHAGAVADPADA Silenzio,Nostalgia,Tenerezza. La suprema esperienza nello yoga è il riconoscimento dell'identità con l'assoluto, con shiva. Lo shiva dell'Isola della Gemme è Sakala shiva, rappresentato nell'atto di risvegliarsi da un sonno snza tempo. Ciò che lo risveglia è il desiderio: E' la sua "potenza" che danza sopra

MA CHI ERA LA MOGLIE DI CAINO?

L'etichetta "Sacro" attribuita ad un testo, sia questo la Bibbia, i Veda o i Papiri egizi, porta immediatamente il lettore ad interpretare. Per ogni libro, verso o sutra ci sono decine di  interpretazioni teologiche, allegoriche, esoteriche, spesso in contrasto tra loro. Tutte interessanti, tutte con un loro senso ed una loro dignità. Tutte basate su un'interpretazione non letterale del testo. Si dà per scontato che gli autori abbiano celato dietro metafore e giochi di parole delle verità da non divulgare perché pericolose o troppo difficili per l'uomo comune. Può essere. Anzi DEVE essere così, visto che la maggior parte dei maestri, dei prof. universitari, dei saggisti scarta le interpretazioni letterali perché troppo facili o troppo assurde. Però....però a volte mi vengono dei dubbi. Cosa vorrà dire, ad esempio, Patanjali, quando parla della possibilità, data dallo Yoga (vedi Yogasutra, III Pada) di diventare piccoli come un unghia o grandi come mon

UESHIBA E L'ASCOLTO SENZA SCELTA

Ieri sera Angelo, il Maestro di karate della mia palestra, si allenava in canotta. Cosa non usuale, per lui. Sul braccio sinistro ha un bel tatuaggio di Ueshiba.  " Muramuko ", come lo chiamavano gli iniziati del Koto Dama, lo shintoismo esoterico.  Muramuko è una spada, anzi la Spada, uno dei tre simboli del Giappone assieme allo Specchio e alla collana di Giada. Per i giapponesi Ueshiba era una spada. Questo vuol dire due cose: la prima è che la spada, per loro, ha vita, vita propria. La seconda che Ueshiba era uno strumento, non proprio un essere umano. Per praticare davvero lo Ai Ki Do (e il Qi Gong  e lo Yoga) bisogna metter da parte l'ego e connettersi con l'Universo. Bisogna "a scoltare e ubbidire ". Per noi non è facile da capire. I valori fondanti della  nostra società sono la volontà individuale, l'autostima,  la  determinazione, la ricerca del successo personale. In  tempi  in cui anche gli uomini di lettere, i pitt

PATANJALI E IL POTERE DELL' EVOCAZIONE

Con il Potere dell'Evocazione lo Yogin può creare interi Universi, risvegliare le divinità assopite nel suo corpo carnale, trasmutare la materia. La capacità di evocare è il frutto   della profonda concentrazione senza pensieri e del desiderio senza desideri.  Chi ha amato anche una sola volta come sanno amare gli adolescenti sa, deve sapere, il potere dell'evocazione.  Basta ricordare.  L'Amore che nulla pretenbde se non il donarsi  trasforma magicamente l'amata (l'amato).  I suoi occhi si fanno più brillanti,  la pelle più luminosa, i  gesti più aggraziati.  La vita vibra in ogni cellula, a frequenze sempre più alte. Poi è l'amante a trasfigurarsi:il suo corpo assume la stessa   luminosità, la grazia, la bellezza dell'amata   Luminosità, grazia , bellezza che egli stesso ha evocato con la profondità della concentrazione senza pensieri.  L' AMOR CHE A COR GENTILE RATTO S'APPRENDE e l'AMOR CH'A NULLO AMATO AMAR PERDONA di Dant

IL FLUSSO DELLA MEDITAZIONE

Nello yoga si parla spesso di Nirodha.  Anche perchè è parola presente nel secondo dei sutra di Patanjali , il più famoso, Quello che viene tradotto con : " Lo yoga è la soppressione delle modificazioni della mente " o qualcosa del genere.  Le traduzioni dal sanscrito di solito si fanno confrontando tra loro altre traduzioni e/o facendo riferimento ad autori riconosciuti come attendibili.  E' un buon metodo.  Ma anche cercare di comprendere da soli, parola per parola, può essere interessante  Leggendo Shankara in più parti ho trovato di riferimenti a Nirukta.  Nirukta è un libro.  Ed è un metodo di interpretazione dei testi e delle singole parole abbastanza singolare.  Una specie di etimologia fantastica.  Nirodha ad esempio solitamente si fa provenire da un verbo (credo niruddham) che significa frenare, arginare ecc. ecc.  Corretto.  Lasciando spazio alla fantasia, però. si fanno strada delle ipotesi che possono essere divertenti .  निर nira , ad esempio, sta per c

LO YOGA DEL RIPOSO

" Yoga Sutra " di  Patanjali  è  uno dei testi più studiati e citati della letteratura Yoga Si tratta di un testo sorprendente: ogni volta che lo sfoglio mi sembra di trovare nuovi significati e nuove indicazioni, tra virgolette, "operative.  P atanjali (con la coda di serpente) e  Vyaghrapada (con le zampe di tigre)  al tempio di Chidambaram Navigando per il web e per scuole non virtuali, mi sono fatto l'idea che di solito se ne leggano solo alcune parti. Il "praticante medio" sa che ci sono gli otto " anga"  (Yama, nyama ecc. ) di derivazione Jainista e buddista, sa che "LO YOGA E' LA SOSPENSIONE DELLE MODIFICAZIONI DELLA MENTE", ma se chiedi delle  siddhi  (poteri paranormali) e della maniere di ottenerle o del rapporto tra  Kshana  (istante) e  Krama  (successione di "quadri evento"), che pare siano importanti (tanto importanti!) per  Patanjali , fa scena muta, o quasi. Secondo me varrebbe la pena di leg

LA CASTAGNA D'ACQUA

  "Liberarsi dai vincoli" è un bello slogan. Ma per uno yogin potrebbe essere qualcosa di più. Se riuscissimo a togliere di mezzo le pastoie dei "sistemi culturali" forse potrebbe cominciare a comprendere davvero gli insegnamenti dello yoga. Cosa sono i Sistemi Culturali? Sono le creazioni della mente umana, i tentativi di far rientrare tutti i fenomeni in un terreno delimitato dalle credenze religiose, le idee filosofiche e le teorie pseudoscientifiche. Se riuscissimo a leggere i testi di hatha Yoga facendo pulizia delle idee pregresse, senza tentare di trovare dei collegamenti con Platone e  Jung,  San Paolo  e Freud, Di Caprio ed Blavatsky forse i misteri della meravigliosa Arte dello Hatha Yoga ci apparirebbero molto meno misteriosi. La parola chiave dovrebbe essere semplicità. Sembra facile! La nostra mente quando si legge un testo antico che  ha una qualche  attinenza con la filosofia e la religione, va in automatico e aggiunge una marea di contenuti e rife

LA MADRE DEI VENTI

“...Nel suo profondo vidi che s'interna, legato con amore in un volume, ciò che per l'universo si squadema: sustanze e accidenti e lor costume quasi conflati insieme, par tal modo che ciò ch'i' dico è un semplice lume...” [Dante – Paradiso ] Ero un bambino quando ho cominciato a fare i conti con gli stati di alterazione, le visioni e i sogni premonitori. Per un periodo ho persino pensato di essere Shiva. Capita. Quando ho lavorato con monaci Gelugpa  avevo già trentasei anni. Non ero buddista e né lo sono adesso. Non ho mai aderito a nessun credo religioso, se devo dire la verità, e non ho mai cercato Dio, pensavo fosse ovunque, qui ed ora. Non ho nemmeno mai cercato un guru. In fin dei conti non ho mai cercato niente. E mi sono sentito raramente “a casa”. Quella di essere altro da me o di essere stato altro da me, è una sensazione che mi accompagna da sempre, ma non mi piace parlare di reincarnazione. Spesso chi è insoddisfatto della propria