Passa ai contenuti principali

IL FLUSSO DELLA MEDITAZIONE



Nello yoga si parla spesso di Nirodha. 
Anche perchè è parola presente nel secondo dei sutra di Patanjali , il più famoso, Quello che viene tradotto con : "Lo yoga è la soppressione delle modificazioni della mente" o qualcosa del genere. 
Le traduzioni dal sanscrito di solito si fanno confrontando tra loro altre traduzioni e/o facendo riferimento ad autori riconosciuti come attendibili. 
E' un buon metodo. 
Ma anche cercare di comprendere da soli, parola per parola, può essere interessante 
Leggendo Shankara in più parti ho trovato di riferimenti a Nirukta. 
Nirukta è un libro. 
Ed è un metodo di interpretazione dei testi e delle singole parole abbastanza singolare. 
Una specie di etimologia fantastica. 
Nirodha ad esempio solitamente si fa provenire da un verbo (credo niruddham) che significa frenare, arginare ecc. ecc. 
Corretto. 
Lasciando spazio alla fantasia, però. si fanno strada delle ipotesi che possono essere divertenti

निर nira, ad esempio, sta per condurre, portare. 


निरय niraya sta per inferno e sappiamo che nei mantra la sillaba YA indica il jiva individuato. 

Niraya potrebbe quindi indicare la pretesa dicondurre se stessi e quindi l'inferno inteso come catena delle rinascite. 

उद ud- sta per alzarsi, riferito agli astri da cuiउद- अय् ud- ay sorgere e ऊढ ūḍha guidato condotto. 
In sanscrito, inizialmente esistono solo le vocali A; U; I. 
le altre 11 vocali sarebbero derivazioni di queste tre. 
La O ad esempio è la modificazione di A ed U .
Per questo la AUM si trova spesso come OM. 
Nirodha si potrebbe anche leggere come NIRA UDHA
Un qualcosa, un flusso che conduce un qualcosa a sorgere come un astro o che fa sorgere un astro.... 

Un'altra parola interessante è Dhyana, che sta sia per rito che per meditazione. 
Pare sia un'abbreviazione. 
Il Termine esatto (cfr. Vedantasara di Sadananda) dovrebbe essere nididhyanasana.
Tradurlo con meditazione è limitativo, perchè ciò che la maggior parte di noi occidentali intende per meditazione è manana
La radice di nidhyasanam è dhyo– dhy che significa vedere, osservare ed è tradotto con Chan in cinese e con Zen in giapponese. 
आसन āsana significa postura, ma anche sedia o posizione seduta. 
In giapponese si può tradurre con sei za
Il termine giapponese ZA ZEN è la traduzione letterale di nidyhasanam 
nidi significa "brillare sopra", ma potrebbe essere una maniera per indicare sia il brahman sia (निधि nidhi ) un tesoro. 

Nididhyasanam potrebbe quindi significare "stare seduti ad osservare il tesoro". 
Questo tesoro consiste nel far convergere tutte le energie mentali in un flusso (प्रवाह pravāha o निर्झरी nirjharī 
Un flusso di energia che sorge senza l'intervento della volontà individuale. 
Come il desiderio. 
O un astro. 


NIRA UDHA 



Commenti

Post popolari in questo blog

IL TIZZONE ARDENTE

Mandukyakarika, alatasànti prakarana  45-50, 82 ; traduzione di  Raphael : "E' la coscienza - senza nascita, senza moto e non grossolana e allo stesso modo tranquilla e non duale - che sembra muoversi ed avere qualità Così la mente/coscienza è non nata e le anime sono altre-sì senza nascita. Coloro i quali conoscono ciò non cadono nell'errore/sofferenza. Come il movimento di un tizzone ardente sembra avere una linea dritta o curva così il movimento della coscienza appare essere il conoscitore e il conosciuto. Come il tizzone ardente quando non è in moto diviene libero dalle apparenze e dalla nascita, cosi la coscienza quando non è in movimento rimane libera dalle apparenze e dalla nascita. Quando il tizzone ardente è in moto , le apparenze non gli provengono da nessuna parte. Né esse vanno in altro luogo quando il tizzone ardente è fermo, né ad esso ritornano. Le apparenze non provengono dal tizzone ardente a causa della loro mancanza di sostanzialità. Anche nei confronti

IL FIGLIO DI YOGANANDA E L'INDIGESTIONE DI BUDDHA

YOGANANDA Quando nel 1996, pochi giorni prima del suo centesimo compleanno Lorna Erskine, si abbandonò al sonno della morte, Ben, il figlio, decise di rivelare al mondo il suo segreto i: Yogananda, il casto e puro guru, era suo padre. Ne uscì fuori una terribile, e molto poco yogica, battaglia legale a colpi di foto, rivelazioni pruriginose ed esami del DNA tra la Self Realization Fellowship,la potente associazione fondata dal maestro, e gli eredi di Lorna (che chiedevano un sacco di soldi...). Ad un certo punto vennero fuori altri tre o quattro figli di discepole americane, tutti bisogna dire assai somiglianti al Guru, . E venne fuori una storia, confermata da alcuni fuoriusciti dalla Self Realization Fellowship (e quindi... interessati) riguardante un gruppo di "sorelle dell'amore" giovani discepole che avrebbero diviso con Yogananda il terzo piano del primo centro californiano della S:R:F. Certo, per tornare a Lorna, che se una donna americana bianca e b

LA FILOSOFIA DELL'ONDA

  L'eleganza dello stato naturale, il  Sahaja , è la lenta spirale, verso terra, di una foglia stanca del ramo. I danzatori parlano di “presenza”. Quando c'è “presenza”, ogni gesto diventa facile. Quando “non c'è”, quando la mente non si discioglie nel corpo, si sente un che di artefatto, di meccanico, come se mancasse l'impulso vitale. Il “vero danzare” è arrendersi alla legge naturale, lo sanno bene, in Oriente. Sorridono i pescatori di  Hokusai,  trascinati dalla grande onda, più alta del monte  Fuji . Se remassero contro corrente, l'oceano spezzerebbe insieme la barca e l'illusione dell'agire. Se, per la fretta del coraggio o l'esitazione della paura, si lasciassero andare alla forza dell'onda nel momento sbagliato, si schianterebbero, di certo, sulla scogliera. Il loro gesto è perfetto. Danzano insieme al mare: giusta intensità, giusto ritmo, giusta direzione. L'onda esce dalle acque come un drago innamorato dell'alba. Si ferma, un istan