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La Via del Tantra: il Ruggito dello Yogi

  Per il Tantra, la ricerca compulsiva di un oggetto di piacere per soddisfare i propri desideri e la repressione dei desideri sono entrambe dei vincoli, delle catene che rendono schiavo l'essere umano. L'effervescenza dell'energia sessuale, che produce lo stato definito “ il ruggito dello yogin ”, può nascere solo dalla libertà.  Il tantrico non ricerca il piacere, ma ne viene sorpreso.  Con l'animo del fanciullo, o dell'artista, scopre la bellezza di un suono, di un colore, del volo di un gabbiano in maniera “tattile” e se ne stupisce.  Questa specie di sinestesia e il divertito distacco che la accompagna, sono trai sintomi di quella che viene chiamata Ascesa di Kuṇḍalinī , Il suono dei cembali durante la meditazione o una pietanza gustosa vengono "sentiti" come una carezza o un soffio di vento.  Probabilmente la danza e i corpi dei danzatori sono così frequenti nelle rappresentazioni pittoriche, nelle sculture e nella simbologia tantriche perché rendono

Kalari Yoga: L'insegnamento del Combattimento Scenico

  Il Kalari Yoga, si ispira alla millenaria arte marziale del Kalaripayattu, ma, è bene ribadirlo, non è uno sport da combattimento. È una disciplina che ha come obiettivo principale la salute psicofisica attraverso, come direbbero gli yogi tibetani, l’integrazione di Corpo, Parola e Mente. Le sequenze di combattimento ritualizzato, oltre ad avere la funzione di sviluppare la concentrazione, la flessibilità, il rapporto con lo spazio e la coordinazione occhio mano, sono delle coreografie, in cui l’accento è posto sull’aspetto spettacolare. Nella mia esperienza, più che ventennale di coreografo di combattimenti per il cinema, teatro e televisione - durante la quale ho collaborato con artisti come Richard Buckingam Clark, Haruiko Yamanouchi e Wu hsing kuo, alla Scala di Milano, al Teatro dell’Opera di Roma e alla Brooklin Academy of Music di New York – ho avuto modo di verificare gli effetti positivi, sia fisici, sia psicologici, della pratica del Combattimento Scenico, una disciplina ch

Consapevolezza della Vacuità

Si parla spesso, nel nostro ambiente, di "consapevolezza" ( awareness )  e sembra di capire che ci vuole un percorso di pratica e di studio per ottenerla. A chi non si occupa di Yoga ecc. la cosa parrà strano, perchè letteralmente la consapevolezza è la "conoscenza degli stimoli percettivi e della risposta che diamo a tali stimoli", per cui, sempre letteralmente, solo chi è incosciente dovrebbe essere completamente inconsapevole., per cui ad occhio, la consapevolezza di cui si parla nel nostro ambiente deve essere una cosa diversa.  A volte, nei corsi di Yoga e meditazione, si insegna ad essere "consapevoli" del respiro, dei propri passi, o dell'origine dei nostri pensieri o della fonte delle nostre emozioni, ma sarà quello che intendevano - con parole diverse che noi rendiamo con consapevolezza - Buddha, Lao tzu o Shankara? Probabilmente, soprattutto il Buddha, questi antichi meditanti parlavano di " consapevolezza della vacuità" un qualcosa

Nessun Guru, Nessun Maestro, Solo Amore. Riflessione sulle Maschere

Ma quanto ci prendiamo sul serio noi insegnanti di Yoga? Basta fare un giro sui social per trovare discussioni accesissime sui massimi sistemi, con difese a spada tratta di questa o quella scuola, di questo o quell'insegnamento, sul rispetto o meno degli insegnamenti dei Veda che la maggior parte di noi  non ha mai letto neppure in forma di Bignami. Bastano un corso di 250 ore, una vacanza di un mese in un ashram indiano o un seminario con un monaco buddhista per sentirci autorizzati a spargere ovunque il verbo della vera ricerca del Sé, della legge eterna del Dharma o della giusta via per uscire dalla catena delle rinascite.  Siamo diventati tutti grandi filosofi e grandi iniziati e, se qualcuno mette in discussione le nostre " competenze " ci irritiamo e, indossando il sorrisino buddhico di circostanza, cerchiamo la maniera migliore per distruggere l'interlocutore tacciandolo, più o meno velatamente, di "orgoglio spirituale", "egotismo" o "i

Il Diagramma del Sole e la Meditazione della Tigre e del Dragone

  In Cina  ha molto importanza un  quadrato magico, detto il "Diagramma dei dodici soli" . Il Diagramma dei dodici soli è legato alla cosiddetta " Circumambulazione del Ming Tang ", un rito  col quale  l'imperatore, ad ogni autunno, dava inizio al "ciclo annuale" . Il Diagramma dei dodici soli per i taoisti nasconde anche   le istruzioni  di una tecnica di alchimia interiore C'è un metodo , descritto in un testo del 1.600 (lo " XINGMING GUIZHI ") per accumulare e reindirizzare l'energia ( ch'i) a partire dal tan Tien inferiore (corrispondente più o meno al II  cakra dello Yoga), un metodo che viene  definito  " la Tigre ed il Dragone ".  All'inizio guidare il soffio (CH'I) mediante il pensiero e farlo ruotare a spirale dal centro all'esterno, dal piccolo al grande, recitando mentalmente la formula dei 12 caratteri: " La Tigre Bianca è nascosta ad Est, il Dragone Verde dorme ad Ovest"  . Recitare

Microrespirazione e Piccolo Circuito Celeste (alla Ricerca del Ki)

  È  grazie alla  micro-respirazione   che ho imparato, negli anni a mandare (o a convincere il cervello che sia possibile mandare, il che in un certo senso è lo stesso) la respirazione in ogni parte del corpo, riducendo man mano la superficie delle zone su cui mi porto l'attenzione.  La chiamo micro-respirazione perché dall'esterno sembra che non vi sia nessun tipo di movimento. Vediamo di capire di cosa si tratta: Cominciamo con il dire che, secondo i miei istruttori  cinesi  e giapponesi, se durante gli esercizi di respirazione si appoggiasse alle narici una piuma, questa non dovrebbe muoversi né in basso né in alto. Pratica: 1. Da seduti o in piedi, in una posizione comoda, cominciamo  a massaggiare delicatamente il plesso solare con le dita e il palmo della mano destra, prima in senso orario poi in senso antiorario.  2. Quando si avverte un pochino di calore, si porta l'attenzione sulla respirazione mantenendo la mano destra sul plesso solare.  3. Inspirando immagino