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UOMINI E DEI - IL GRANDE INGANNO

Illustrazione di Laura Nalin



Si dice spesso che l'Uomo è un Angelo caduto, o un Dio annichilito.
Su questo tema affascinante si elaborano dottrine, si scrivono migliaia di libri, si fanno convegni e dibattiti.
E se fosse il contrario?
Se gli dei di cui ci raccontano i Veda e, in genere, tutti i libri cosiddetti sacri dell'umanità, fossero degli esseri in carne ed ossa?




Un anno fa, più o meno, ho scoperto, per caso, che la maggior parte delle posizioni dello yoga, gli asana, sono in realtà costellazioni e asterismi.
L'asana di Shiva Nataraja, ad esempio, indicherebbe la costellazione di Orione, o qualcuno, qualcosa, che secondo gli indiani era "disceso" da Orione.



Procedendo ho fatto altre singolari scoperte. e mi sono convinto che la conoscenza dell'anatomia, della neurofisiologia, dell'astronomia dei creatori dello yoga fosse assai superiore alla nostra e quei creatori/inventori, non fossero esseri divini come li intendiamo noi, ma persone in carne ed ossa.
Ipotesi stravagante.
I miracoli, narrati nei testi epici e nei purana, i poteri paranormali degli yogin non sarebbero secondo me, né leggende né inspiegabili interventi  della divinità, ma  il frutto di una scienza perduta e, per noi inimmaginabile.
Si tratta di ipotesi, anche perché le prove provate sono difficili da reperire.
Molti testi ci sono giunti incompleti.
Alcuni come il kamasutra, sono frutto di manipolazioni operate, forse in buona fede,  dai colonizzatori inglesi e dai missionari giunti in India al seguito della Compagnia delle Indie.
In molti ambiti la spiegazione scientifica o fantascientifica delle meraviglie dello yoga è vista come fumo negli occhi, perché potrebbe entrare in contrasto con molte credenze religiose.
Le mie ipotesi poi si scontrano con un dato di fatto, apparentemente incontrovertibile:
se fino a cinque, diecimila anni fa fosse esistita una civiltà più evoluta della nostra, possibile che non ne siano rimaste tracce?
Se Shiva e Vishnu fossero stati in realtà esseri in carne ed ossa (Lo dice Babaji in Gorashvani - ed. J.Amba)  e  le loro gesta fossero state compiute grazie a macchine volanti e armi paragonabili ai nostri raggi Laser o alle nostre bombe all'idrogeno, possibile che , su tutta la terra, non siano mai venuti alla luce i resti di quelle macchine (vimāna  विमान in sanscrito) e le tracce della distruzione causata dalle armi nucleari?



Oddio, le spiegazioni date dalla scienza ufficiale deille ossa radiottive trovate a Mohennio Daro nella Valle dell'Indo, sembrano più bizzarre delle mie ipotesi,



ma si tratta sempre di possibilità, di ipotesi, appunto, che non riescono a dissipare completamente i dubbi.
Io rimango convinto delle mie idee sulla superiore conoscenza della razza umana del passato, ma posso comprendere chi mi tratta da pazzo o  da eretico.
Poi, ieri, sono capitato per caso su un sito web di cultura e filologia ebraica, http://ame-confutatio.blogspot.it/2012/09/un-commento-di-elevata-statura.html.
C'è un commento ai libri di Mauro Biglino, l'ex traduttore delle edizioni San Paolo cacciato dopo aver proposto una traduzione letterale della Bibbia, attribuito ad un certo Avraham, definito "un ebreo-ebraista di Consulenza Ebraica molto in vista anche negli ambienti esegetici israeliani".
Sono rimasto sconvolto.
Non tanto per ciò che ho letto, quanto per il tono, tranquillo, con cui lo si scrive.
Pare che per gli ebrei ciò che per noi cristiani è fantascienza, sia realtà storica, incontrovertibile.
Cosa scrive Avraham?
Vediamo:

1) gli angeli, come li intendiamo noi, nella Bibbia non esistono:
"il termine ebraico “mal’ach” tradotto in italiano con “angelo” ha spesso come soggetto gli essere umani comuni. Sono relativamente pochi i casi in cui il termine “mal’ach” indica apparizioni fuori dal comune. Questo per l’ebreo che legge la Bibbia in ebraico è assolutamente normale. Gli angeli, nell’ebraismo sono anche le azioni divine, che possono essere portate a termine attraverso vari mezzi, fra cui: comuni cittadini, profeti, microorganismi e cose materiali e queste stesse cose sono dette “mala’achim” ovvero “coloro che svolgono un compito”."

2)In epoche antichissime gli esseri umani disponevano di una scienza e di una tecnologia più sviluppate di qunato possimao immaginare:
"Che la Bibbia parli di ingegneria genetica è noto da sempre agli ebrei attraverso il Talmud, ma gli autori del Talmud non attribuirono mai tali conoscenze scientifiche avanzate ad esseri provenienti da altri mondi, come appunto vuole la linea interpretativa di Mauro Biglino. L’ingegneria genetica altro non fu che l’eredità degli umani che vissero prima del diluvio universale narrato nella Bibbia (racconto presente in altre forme in varie altre tradizioni distanti nel tempo e nello spazio). In 1656 anni, la durata dell’era prediluviana si raggiunse un livello scientifico clamoroso, in parte derivante dal fatto che i prediluviani sapevano sfruttare pienamente la memoria e le altre parti del cervello con tutte le specialità cui esso è dotato. In parte perché avevano una vita longeva, conseguenza del tipo di atmosfera diverso che vi era prima del diluvio la quale rallentava notevolmente l’invecchiamento."

3) I Cherubini erano automi:
"I kerubini, è noto agli ebrei attraverso il Talmud, che sono degli oggetti meccanici, una specie di robot che servivano a proteggere l’arca, ovvero la cassaforte che conteneva cose preziosissime e nel frattempo pericolosissime. Questo era un congegno di protezione ad alta tecnologia sicuramente più efficiente dei sistemi oggi usato nelle banche moderne."

Non è strano?
Gli studiosi ebrei danno per scontato che gli antichi abitanti della terra fossero in grado di intervenire sul DNA ("Che la Bibbia parli di ingegneria genetica è noto da sempre") e di costruire degli automi,(I kerubini, è noto agli ebrei attraverso il Talmud, che sono degli oggetti meccanici, una specie di robot). e noi siamo qui ancora a pensare che fino a poche migliaia di anni fa i nostri antenati maschi se ne andassero in giro coperti di pelli  a stordire le femmine con la clava,bofonchiando suoni gutturali.
O sono pazzi, anche più di me, gli studiosi e i filologi ebrei, o ci hanno sempre (non gli studiosi ebrei!)  preso in giro  chiamando scienza delle favole, e favole la verità storica.


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