Passa ai contenuti principali

LA DEA DEL SONNO - Le parole segrete di Babaji, IIIa parte



La mia fissazione per Babaji e il Gorakhvani ["i segreti di Guru Gorakh"- J.Amba editrice]  è cominciata nel luglio scorso, quando sono entrato per la prima volta nell'Ashram Bhole Baba, a Cisternino (nella Val d'Itria). Appena mi ha visto Rupchand, uno dei discepoli storici di Babaji  di Hairakhan (uno di coloro che ne ha ascoltato direttamente gli insegnamenti per intenderci), mi ha guardato negli occhi e, praticamente senza dire una parola, si è alzato ha preso un libro dallo shop dell'Ashram e me lo ha regalato. II libro era, appunto, il Gorakhvani, resoconto scritto delle istruzioni impartite da Babaji a Shri Shastri Vishnu Datt. Secondo me si tratta di un testo straordinario, che descrive il percorso della realizzazione secondo gli insegnamenti Nath, attraverso una serie di simboli presi dai Veda, dai Purana, dal kundalini yoga, dal tantrismo tibetano... Dopo qualche giorno, Rupchand mi ha presentato Lisetta Carmi, la fondatrice dell'Ashram e poi  insieme a lei, un'altra allieva"anziana" e la mia amica Ivana, mi ha portato nella "stanza del maestro", una cameretta con il suo letto, un paio dei sandali, una fotografia in bianco e nero  che sta misteriosamente virando in oro e argento, e il bastone che Babaji che usava, credo, per passeggiare. Non so perchè Rupchand mi abbia fatto questi doni (penso che non siano moltissimi coloro cui è stato permesso di entrare nella stanza di Babaji), ma so che per me è stata un'esperienza sconvolgente. Niente a che vedere con la devozione o quel senso di pace e amore che aleggia nell'Ashram come in molti altri luoghi di culto. E' stata un esperienza fisica, fatta di percezioni e di "trasformazioni". Soprattutto è stato un esperienza "ripetibile" perchè i fenomeni si sono riprodotti, identici, ogni volta sono tornato all'ashram. Credo che dietro lo Yoga dei Nath ci sia una scienza più antica di quanto possiamo immaginare. E credo che Babaji, in quanto MahaNath (il Grande Nath, che si potrebbe tradurre con "GRANDE SPIRITO PROTETTORE" o "GRANDE MAESTRO CHE PROTEGGE") con le sue parole abbia tentato di aprire uno spiraglio sulle vere origini e i veri scopi dello yoga o per meglio dire sulle vere origini e i veri scopi dell'essere umano.
babaji

Se ho ragione, ovvero se  il Gorakhvani è un testo, tra virgolette, "operativo",  dovrebbe contenere sia le tecniche che  la descrizione degli effetti sperimentabili. Il problema è che è scritto in un linguaggio per addetti ai lavori e fa riferimento a miti simboli così lontani dalla nostra cultura da sembrare indecifrabili. Però, come ho già scritto, se ci armiamo di pazienza e di un buon dizionario possiamo farci un'idea di ciò che Babji  ha voluto trasmetterci. Riprendiamo il brano che avevo citato in precedenza (vedi "LE PAROLE SEGRETE DI BABAJI") e analizziamolo nei dettagli:
[NB. le parentesi quadre sono mie. Ho segnato, con i numeri tra parentesi, alcuni punti secondo me fondamentali che, man mano, cercherò di approfondire]
"[...] I più grandi yogi e le yogini si inchinano giorno e notte. Essi pregano: "Vieni maestro Gorakh(1).
Liberaci per favore dai legami. Tu hai conquistato il sonno [nidrā](2), che per paura di te fu nascosto nell'Oceano di Latte (3) e dato a Vishnù.
Quando il demone Madukaitabb(4) attaccò Brahma, Brahma corse alla porta di Vishnu, pianse e pregò la "Dea del Sonno" [nidrā devi].
Allora lei [nidrā devi] svegliò Vishnù che lottò [...] contro Madhukaitabb.
Gorakhanath ha ottenuto la vittoria sul sonno [nidrā]. Chiunque conquista il sonno conquista Mahakala(5).
I cinquantasei Kalwa e le sessaquattro yogini(6) esclamano: "Jai Jai Guru Gorakhnath. Tu sei il Mahanath dei Nath [...].
Vieni Kamalo, quando hai cominciato a cantare come il Rishi Narada (7), come hai cantato bene!"

vishnu killed madhu kaitabha
Vishnu uccide Madhu-Kaithabha

(1)BABAJI E' GORAKANATH
Babaji e Gorakhanath sono,in un certo senso, le stessa persona. Gorakhanath è un personaggio storico. Conosciuto anche come Goraksha, Gorkha o Korakka Siddhar è il fondatore dello hatha Yoga ed è considerato un maestro illuminato in gran parte dei paesi orientali: i Gurka, i temibili guerrieri nepalesi, ad esempio, si chiamano così in suo onore, ne Kashmir è visto come il padre nobile del Sikhismo e nel Tamil Nadu viene celebrato come uno dei Siddha di Chidambaram, il "gruppo di ricercatori" formato da  Patanjali, Viaghrapada, Tirumular, Boghanathar ecc. che avrebbe dato vita allo Yoga, alla Danza, alla Medicina e alle Arti Marziali indiane. Gorakh ha scritto decine di libri, sulle posizioni, le mudra, le kriya, Kundalini e l'alchimia interiore, le cui stesure originali, in buona parte, sono conservate nel Museo del Rajastan.
gorakh
goraksha

Se l'esistenza di Gorakhanath è testimoniata da una miriade di documenti, la sua data di nascita  è invece dubbia. Secondo alcune fonti è vissuto tremila anni fa, secondo altri  tra il V e il III sec. a.C. e per altri ancora nel X secolo d.C.. La presenza, documentata, di Gorakhanath in epoche così diverse si può spiegare in almeno due modi:
1) E' vissuto migliaia di anni grazie alla capacità di rigenerazione cellulare che i Siddha  affermano di aver sviluppato con il loro Yoga (Tirumular, nel suo libro Tirumantiram afferma di avere tremila anni!).
2) Il suo nome e la sua identità si sono trasmessi di generazione e generazione per ragioni  di "lignaggio".
navnath
I nove immortali del lignaggio Nath

Il lignaggio (in sanscrito "paramparā" o "sampradāya") è una catena ininterrotta di insegnamenti diretti  da insegnante [guru, che significa grande, coraggioso, violento...] ad allievo [śiṣya che significa "rabbia","passione"...]. Quando un discepolo acquisisce lo stato coscienziale [la conoscenza, i poteri, il carisma...] di un maestro del passato ne assume anche l'identità. Per ciò che riguarda il maestro di Gorakhanath alcuni testi si dice sia stato Matsiendranath, " il Pesce", in altri Boghanatar, "l'Alchimista".
boghanatar
Boghanathar

Suppongo che Matsyendranath e Boghanathar siano la stessa persona. E questo potrebbe spiegare il motivo per cui Babaji nel Gorakhvani,"parla con la voce di Gorakhanath": Babaji  è Gorakhanath! Prima di divenire immortale, come vuole la tradizione dei Siddha e dei Nath, Babaji, infatti, era uno yogin chiamato Nagaraji [parola che può significare sia "Re dei Naga/Cobra" sia  "Naga/Cobra del palato molle"] ed era allievo, appunto, di BoghanatharGorakanath e Babaji Nagaraji, quindi o sono la stessa persona o,  sono allievi dello stesso maestro, che per lo yoga è come dire "fratelli di sangue"
babaji nagaraji
babaji nagaraji

(2) LA DEA DEL FIORE CHE SBOCCIA
L'abitudine, non solo italiana, di tradurre Nidrā con "sonno" impedisce la piena comprensione del testo: Nidrā devi non è la Dea del sonno così come yoga nidrā non è lo yoga del sonno. SONNO in sanscrito, di solito si dice supti o svapna. La parola निद्रा nidrā invece indica lo "stato nascente di un fiore", il momento esatto in cui sta per sbocciare. In altre parole è IL MISTERIOSO POTERE CREATIVO DELLA TERRA E DELLA DONNA che permette alla vita di sbocciare nell''oscurità e nel silenzio del VENTRE e dei MONDI SOTTERRANEI. Per allargamento semantico è anche "l'ozio creativo". Nella scienza delle lettere indiana निद्रा nidrā è il nome segreto della lettera भ bha, inscritta nel terzo petalo del cakra dei genitali, che sta per "luce","scintillio","irraggiamento"...Per tornare al nostro testo bisogna considerare che quando Babaji parla di nidra non si riferisce al "dormire", ma allo yoga nidra [una tecnica per indurre quello stato meditativo o premeditativo simile a ciò che i buddisti chiamanosamatā] e quando parla di nidrā devi intende la divinità vedica chiamata ūrmyā.
vishnu
Vishnu in Yoga Nidra

La dea ūrmyā è la gemella della "Signora dell'Alba", uṣā. E qui la faccenda si complica. Babaji e i Nath, sfuggono alle differenze dottrinali, alle chiese, alle distinzioni tra scuole e stili cui siamo abituati. Per loro lo yoga è uno. Il "sistema" dei Nath è impressionante: basta socchiudere una porta per trovare improvvisamente  spiegazioni chiare di simboli e tecniche prima incomprensibili  e per svelare i legami, stupefacenti, tra realtà apparentemente lontane tra loroGli insegnamenti che credo di aver  colto [a volte grazie al caso e, almeno in un caso, al sogno] nel testo di Babaji sono difficili  da comprendere se non ha si ha un minimo di conoscenza della cultura vedica, del tantrismo e del buddismo tibetano, ma proverò ad essere il più chiaro possibile.
Cominciamo dal nome della Dea che Gorakhnath "sconfigge" o "conquista": ūrmyā, letteralmente, è la SIGNORA ONDULATA o la SIGNORA DELL'ONDA. Onda in sanscrito si dice ūrmi, ma nel tantrismo è il NOME MISTICO DELLA LETTERA ū. per molti questo non significherà niente, per chi conosce un pochino la scienza delle lettere [cfr. Giuseppe Tucci - Teoria e Pratica del Mandala - Ubaldini editore] sa che rappresenta una DELLE POTENZE PRIMARIE DELLA CREAZIONE. L'universo dello Yoga è musica allo stato puro. vibrazioni che si danzano nello spazio infinito, si incontrano e creano accordi o disaccordi. Le potenze primarie sono sei, le prime tre vocali o vibrazioni, le potenze "del giorno" a-i-u  e la loro eco, le potenze della notte" ā-ī-ū. Ognuno di loro è l'iniziale di una parola che esprime gli effetti che la potenza ha sulla manifestazione e sull'essere umano.
a=anuttara, la SUPREMA,
i= icchā, il DESIDERIO,
u= unmeṣa, l'ESPANSIONE,
ā= ānanda, la BEATITUDINE,
ī = īṣaṇā, la POTENZA CREATRICE,
ū = ūrmi, l'ONDA.
Queste sei potenze danzano nell'OCEANO DI PRIMA DELL'INIZIO (Oceano di Latte), anzi "SONO" l'Oceano di Latte. Il suono che genera il loro fluire infinito è il pranava ॐ AUM. Quando si RIPOSANO si scontrano e danno vita a tutte le lettere dell'alfabeto sanscrito che rappresentano LE VIBRAZIONI DELLA MATERIA E DI TUTTI I FENOMENI. In altre parole l'alfabeto sanscrito è l'UNIVERSO. Queste vibrazioni sono le divinità del pantheon indiano. La dea ūrmyā, che nella traduzione del testo di Babaji è chiamata DEA DELLA NOTTE è la potenza dell'ONDA [ū = ūrmi], l'ONDA sorella e compagna della Potenza dell'ESPANSIONE [u= unmeṣa].
Nelle varie tradizioni la Potenza dell'ONDA e la Potenza dell'ESPANSIONE assumono nomi diversi, ma sono sempre rappresentate nella stessa maniera: ūrmyā in India anche detta maa kalaratri [una delle nove forme di durgā] e alakṣmī e in Tibet è Palden Lhamola protettrice dei Lama e degli insegnamenti di Buddha.
palden lhamo

La "DEA DEL SONNO" cavalca un mulo magico [ha un terzo occhio che gli permette di vedere attraverso il tempo e lo spazio] che NUOTA IN UN OCEANO DI SANGUE. Nel tantrismo tibetano è la SPOSA DI MAHAKALA, il SIGNORE DEL TEMPO, e a questo punto i versi di Babaji assumono un significato diverso. Rivediamoli un attimo:
"[...] Tu hai conquistato il sonno [nidrā](2), che per paura di te fu nascosto nell'Oceano di Latte (3) e dato a Vishnù[...]
Gorakhanath ha ottenuto la vittoria sul sonno [nidrā]. Chiunque conquista il sonno conquista Mahakala(5)[...]"
Mahākāla, letteralmente "grande nero" è, sia in Tibet che in Giappone,  il guardiano del buddismo. Mi sono chiesto:"Perchè Babaji identifica la realizzazione con la conquista del Guardiano del Buddismo e della sua Sposa?". La risposta, come spesso accade quando si parla di yoga, è venuta dal dizionario: Mahākāla è il GONPO, il protettore, traduzione tibetana della parola sanscrita NāthIn altre parole NATH, MAHAKALA e SHIVA è esattamente la stessa cosa. Nath è colui che si identifica con lo SHIVA SENZA TEMPO, lo śiva che giace cadavere prima che la Dea lo risvegli con la sua danza.
shiva kali

Per identificarsi con śiva, ovvero CONQUISTARE MAHAKALA, bisogna prima conquistare NIDRA DEVI, la dea del "fiore che sboccia", perchè lei è la śakti.
Ma perchè NIDRA DEVI si nasconde nell'Oceano di latte [punto (3)]?
Nel tantrismo per latte si intendono sia il latte materno [strīkṣīra o "acqua della signora] sia il sangue mestruale [jīvarakta o "sangue dell'anima"]. L'OCEANO di LATTE in cui si nasconde il potere creativo della donna [nidrā] è BIANCO e ROSSO come il Latte e il sangue mestruale che  sono legati dal segreto della fecondità: quando esce il LATTE DEL SENO non esce il LATTE DELLA VAGINA e viceversa. Entrambi, sangue e latte, nascondono il segreto della vita. 
Veniamo adesso alla domanda più importante: Come si fa a carpire il segreto della Vita?
Babaji ce lo dice con queste parole:
 " Vieni kamalo [uno dei nomi con cui chiamava il suo allievo Shastri], quando hai cominciato a cantare come il Rishi Narada(7), come hai cantato bene!
Narada, che viene citato nel testo moltissime volte, oltre ad essere il protagonista di molte storie e leggende popolari, è il più grande studioso e interprete indiano di Vedanga, i manuali di applicazione dei Veda. Nel NARADA PURANA insegna a leggere i Veda tenendo conto dei legami che esistono tra danza, musica, recitazione, metro poetico e astronomia. In pratica il Narada Purana è un trattato di scienza delle vibrazioni. I numeri 56 e 64 ad esempio, che vengono ripetuti continuamente da Babaji ( [...] i cinquantasei kalwa e le 64 yogini [...]) fanno riferimento sia a due particolari metri poetici [ cioè al ritmo della recitazione...] sia al numero di raggi creativi cakra del perineo e del cakra della fronte. Bisogna considerare che i cakra, rappresentati come fiori di loto, non hanno solo un certo numero dei petali, ma anche dei raggi di creazione o "risonanze" (nada). In pratica ogni cakra se, stimolato nella maniera giusta, risuona a determinate frequenze. Un gruppo di frequenze crea una melodia, o una stanza poetica, non riproducibile "volontariamente". Ad ognuna di queste melodie, corrisponde una diversa forma della divinità. Per essere più chiari:  OM NAMAH SHIVAYA, se recitato con la giusta intonazione e la giusta metrica, non è il mantra di śiva, "è" śiva!
SHIVA
Prima di approfondire ulteriormente il testo secondo me occorre fissare e tenere a mente alcuni punti:
- Babaji è (in qualche maniera) Gorakhanath (o ne è l'incarnazione o ne ha condiviso l'istruzione come abbiamo chiarito sopra).
- Il lavoro che propone nel Gorakhvani è basato sulla scienza delle vibrazioni (questo lo chiariremo in seguito, per basti notare l'insistenza sul canto e la musica e i continui riferimenti al Rishi Narada che è colui che, nel Narada Purana, spiega l'importanza della musica, del metro poetico e della recitazione nei veda).
- Lo yoga dei Siddha Nath è molto più antico di ciò che crediamo ed è alla base dello hatha Yoga, dell'alchimia taoista e del tantrismo tibetano.



-continua...

Commenti

Post popolari in questo blog

IL TIZZONE ARDENTE

Mandukyakarika, alatasànti prakarana  45-50, 82 ; traduzione di  Raphael : "E' la coscienza - senza nascita, senza moto e non grossolana e allo stesso modo tranquilla e non duale - che sembra muoversi ed avere qualità Così la mente/coscienza è non nata e le anime sono altre-sì senza nascita. Coloro i quali conoscono ciò non cadono nell'errore/sofferenza. Come il movimento di un tizzone ardente sembra avere una linea dritta o curva così il movimento della coscienza appare essere il conoscitore e il conosciuto. Come il tizzone ardente quando non è in moto diviene libero dalle apparenze e dalla nascita, cosi la coscienza quando non è in movimento rimane libera dalle apparenze e dalla nascita. Quando il tizzone ardente è in moto , le apparenze non gli provengono da nessuna parte. Né esse vanno in altro luogo quando il tizzone ardente è fermo, né ad esso ritornano. Le apparenze non provengono dal tizzone ardente a causa della loro mancanza di sostanzialità. Anche nei confronti

IL FIGLIO DI YOGANANDA E L'INDIGESTIONE DI BUDDHA

YOGANANDA Quando nel 1996, pochi giorni prima del suo centesimo compleanno Lorna Erskine, si abbandonò al sonno della morte, Ben, il figlio, decise di rivelare al mondo il suo segreto i: Yogananda, il casto e puro guru, era suo padre. Ne uscì fuori una terribile, e molto poco yogica, battaglia legale a colpi di foto, rivelazioni pruriginose ed esami del DNA tra la Self Realization Fellowship,la potente associazione fondata dal maestro, e gli eredi di Lorna (che chiedevano un sacco di soldi...). Ad un certo punto vennero fuori altri tre o quattro figli di discepole americane, tutti bisogna dire assai somiglianti al Guru, . E venne fuori una storia, confermata da alcuni fuoriusciti dalla Self Realization Fellowship (e quindi... interessati) riguardante un gruppo di "sorelle dell'amore" giovani discepole che avrebbero diviso con Yogananda il terzo piano del primo centro californiano della S:R:F. Certo, per tornare a Lorna, che se una donna americana bianca e b

LA FILOSOFIA DELL'ONDA

  L'eleganza dello stato naturale, il  Sahaja , è la lenta spirale, verso terra, di una foglia stanca del ramo. I danzatori parlano di “presenza”. Quando c'è “presenza”, ogni gesto diventa facile. Quando “non c'è”, quando la mente non si discioglie nel corpo, si sente un che di artefatto, di meccanico, come se mancasse l'impulso vitale. Il “vero danzare” è arrendersi alla legge naturale, lo sanno bene, in Oriente. Sorridono i pescatori di  Hokusai,  trascinati dalla grande onda, più alta del monte  Fuji . Se remassero contro corrente, l'oceano spezzerebbe insieme la barca e l'illusione dell'agire. Se, per la fretta del coraggio o l'esitazione della paura, si lasciassero andare alla forza dell'onda nel momento sbagliato, si schianterebbero, di certo, sulla scogliera. Il loro gesto è perfetto. Danzano insieme al mare: giusta intensità, giusto ritmo, giusta direzione. L'onda esce dalle acque come un drago innamorato dell'alba. Si ferma, un istan